mercoledì 5 aprile 2017

Un articolo scritto nel 1939 sulla possibile esistenza di civiltà aliene

Non solo è stato un grande leader in tempo di guerra ed uno dei politici più influenti del XX secolo ma Winston Churchill è stato anche grande un sostenitore della scienza capace di ragionare in modo scientifico senza perdere di vista i valori morali ed umani. 

A rivelare queste sue doti è un articolo da lui scritto nel 1939, sulla possibile esistenza di civiltà aliene commentato sulla rivista Nature. 

Si segnala che il saggio di 11 pagine non era mai stato pubblicato e negli anni '80 era finito al National Churchill Museum di Fulton, nel Missouri, dove nel 2016 il direttore del museo lo ha dato
all'astrofisico e scrittore Mario Livio perché lo esaminasse.

Due sono le cose più sorprendono da questa lettura, secondo Livio: ''Primo il fatto che fosse così interessato anche alla ricerca della vita nell'universo, tanto da scriverne. Di lui infatti era noto l'interesse per la scienza applicata alla guerra - e l'altro - è il suo modo di ragionare, perché pensa come un astrofisico di oggi''.

Nel suo scritto inizia chiedendosi se c'è vita oltre la terra e quali sono le caratteristiche più importanti per la vita (nella sua visione ''la capacità di riprodursi e moltiplicarsi'') per giungere alla necessità dell'acqua liquida ed in che condizioni può aversi. Un punto questo che è alla base delle attuali ricerche di vita extra-terrestre, su Marte, le lune di Saturno, Giove o i pianeti extrasolari.

Churchill arriva anche a definire quella che oggi è nota come zona abitabile, concludendo che Marte e Venere siano gli unici pianeti del Sistema solare che possono ospitare la vita, e che una vasta frazione di pianeti extrasolari possono essere della dimensione giusta per mantenere l'acqua in superficie.

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