mercoledì 25 ottobre 2017

“Sulle orme del pellicano” di Gerardo Pagano, “L’albero di noce” di Filomena Baratto, “Libero di morire” di Giuseppe Corbo, il 27 Ottobre a Salerno

Secondo appuntamento con “Mare da…libri” Venerdì 27 Ottobre a Salerno. La rassegna, promossa dall’XI edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, proporrà alle ore 19.00 allo Yachting Club “Sulle orme del pellicano” di Gerardo Pagano edito da Albatros, “L’albero di noce” di Filomena Baratto pubblicato da Graus, “Libero di morire” di Giuseppe Corbo edito da Homo Scrivens.

Gli autori, dopo i saluti di Diana De Bartolomeis, vice presidente dello Yachting Club Salerno, sono affidati alle interviste di Alfonso Bottone, direttore organizzativo di ..incostieraamalfitana.it.


"Sulle orme del pellicano" dello scrittore e poeta salernitano Gerardo Pagano è anche il titolo del libro che Fausto, il protagonista della vicenda, riceve da una donna, e ancor prima di un dipinto di cui si innamora. Quell'impressione immediata di familiarità con un'opera che ritrae un pellicano in volo e lo sguardo di un ragazzo sarà solo l'inizio di un viaggio dentro un mondo pieno di sorprese. E poi c'è un altro libro ancora, dal titolo Storia di una foglia, un racconto poetico sulla bellezza e la vitalità della natura... Sono tutte storie che richiamano altre storie, altre suggestioni, altri paesaggi, che finiscono per intrecciarsi e disvelare la magia della vita e del tempo.



“L’albero di noce” di Filomena Baratto, scrittrice e poetessa di Vico Equense, è la storia di una bambina abbandonata, di un amore nato arrampicandosi sui rami di un albero di noci, di una fuga lontano dalla vergogna e dal biasimo, di partenze e di ritorni, di scelte, di solitudine, di rimpianto. È la storia di un inizio che si rispecchia nella sua fine. La protagonista, Rosella, attraversa la sua vita affrontando sfide e difficoltà che mettono a dura prova la sua capacità di resistere. Tuttavia la forza e la tenacia che l’accompagnano le consentono di andare avanti, sia pure portando con sé i resti del dolore che, quando passa, non può non lasciare traccia. Al centro del romanzo c’è la miseria e la grandezza di un vita che si snoda attraverso una serie di eventi lieti e, soprattutto, di circostanze amare, le quali condurranno a una saggezza che solo il tempo può regalare.



In “Libero di morire” ogni allusione a fatti e persone è puramente casuale. Una precisazione di prassi che qui è necessaria. Infatti la storia narrata dall’ingegnere e scrittore beneventano Giuseppe Corbo, è piena di loschi intrecci in cui alla spregiudicatezza della malavita si legano sordidi interessi di insospettabili potenti, di settori corrotti dello Stato, che gestiscono i rifiuti senza alcun interesse per la salute di tutti. Una storia non vera, ma drammaticamente verosimile se confrontata con le cronache e le inchieste giornalistiche degli ultimi anni. Un mondo marcio, più nauseabondo e ripugnante dei rifiuti sotto i quali si nasconde; ma da esso emerge chi riesce a distinguersi per onestà e lealtà.

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