mercoledì 23 ottobre 2019

49 racconti di Maurizio Sorrentino, un “giallo” ad Ischia di Giuseppe Esposito e le storie di “naja” di Renato Romano il 25 ottobre allo Yachting Club di Salerno

Secondo appuntamento per “Libri d’a…Mare” il 25 Ottobre allo Yachting Club di Salerno. Promossa dalla XIV edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, in collaborazione con lo stesso Yachting Club “Angelo Maria Belmonte” e l’ANILS di Salerno, l’appuntamento alle ore 19.15 con “Sette. 49 racconti e una storia” di Maurizio Sorrentino edito da Solfanelli, “Vacanze ad Ischia 1927” di Giuseppe Esposito pubblicato da Stamperia di Valentino, “La naja che non volevo” di Renato Romano edito da Europa. 
 
 “Sette” di Maurizio Sorrentino si compone di 49 racconti e una storia. Si può dire in “nomen omen” dal momento che affrontano sette tematiche, ognuna con sette racconti. Sette rappresenta un numero ricorrente come i vizi capitali, le virtù, i mari, i sacramenti, i colori dell’iride, i giorni della settimana. Alla fine ci sono 49 racconti ed un filo conduttore, una sorta di fil rouge che li collega. 

L'isola d'Ischia del 1927 - quindi in piena era fascista - offre lo scenario per “Vacanze ad Ischia 1927” di Giuseppe Esposito, ulteriore capitolo della saga del Commissario Ruffo, stavolta nell'inedita veste di "vacanziere" con l'amata consorte Assuntina. Neanche a dirlo, la vacanza rimarrà una pia intenzione: il Nostro verrà immediatamente cooptato dalle forze dell'ordine locali per aiutarle a dipanare un'intricata matassa, dagli spinosi risvolti sociali e politici, nella temperie isolana. Ben due omicidi porteranno il nostro commissario a collaborare con il locale comando della Benemerita: le indagini toccheranno una comunità bohemienne di artisti stranieri, ma anche loschi intrighi politici in seno al Partito Nazionale Fascista.
 
La naja, un tempo esperienza obbligatoria per tutti i giovani italiani, segnava il definitivo passaggio all'età adulta. In quei mesi si era lontani da casa - per alcuni era la prima volta in assoluto -, e si entrava in contatto con giovani provenienti da tutta Italia, e come in ogni caserma si instauravano rapporti di amicizia o di conflittualità. Ma la naja era soprattutto orari rigidi, disciplina severa, turni di guardia massacranti, punizioni e nonnismo. Eppure in “La Naja che non volevo”, racconto a trecentosessanta gradi della vita militare, Renato Romano coglie tutte le sfaccettature, anche le più insolite, restituendo un quadro di un mondo che per molti aspetti aveva un ruolo positivo nella formazione delle nuove generazioni.

Gli autori sono affidati alle interviste di Alfonso Bottone, direttore organizzativo di ..incostieraamalfitana.it, con gli interventi di Diana De Bartolomeis, presidente dello Yachting Club Salerno e di Patrizia De Bartolomeis, presidente dell’Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere di Salerno. 

www.incostieraamalfitana.it
 
COME DA COMUNICAZIONE STAMPA

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