lunedì 2 dicembre 2019

Un Natale da Favola nel chiostro del ‘500: a Cava de’ Tirreni l’esperimento sociale delle «meta-favole»

(Dal 7 dicembre al 6 gennaio con il patrocinio del Comune, Cava diventa la città delle favole) 

Presentato stamattina nell’Aula dei Gemellaggi del Comune di Cava De’ Tirreni il percorso sperimentale natalizio «Un Natale da Favola», promosso da “Ma dove vivono i cartoni?” con il patrocinio del Comune.

Per la prima volta a Cava de’ Tirreni arriva l’innovativo evento «Un Natale da Favola», con la rappresentazione metastorica delle favole cult, che si terrà dal 7 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 nel suggestivo Complesso Monumentale di Santa Maria del Rifugio, in piazza San Francesco a Cava de’ Tirreni (Salerno).

Un esperimento sociale denominato «Ma dove vivono i cartoni?», promosso dalla grande famiglia di «Animazione in Corso Srl» di Aurora Manuele, direttore artistico Francesco Chiaiese con il patrocinio del Comune di Cava de’ Tirreni. Ad accogliere positivamente la kermesse il primo cittadino di Cava, il dottor Vincenzo Servalli e l’assessorato alla Cultura nella persona dell’assessore, il prof. Armando Lamberti, che con profonda sensibilità e spirito di ampie vedute hanno appoggiato il progetto prevedendone il valore.

Per l’intero periodo natalizio nel complesso con il chiostro del ‘500 più volte distrutto dai terremoti e poi restaurato rispettando gli antichi impianti, che ospita attualmente la Galleria Comunale d'Arte, la Sala Conferenze, l'Ostello per la Gioventù, ci saranno una serie di attività teatrali, ludiche, pedagogiche e culturali dedicate ai bambini ma anche alle famiglie.

La meta-favola è un approccio innovativo alla classica rappresentazione della favola che tende a superare l’assetto spazio-temporale del racconto per calarsi nella realtà circostante, nel contesto e costituire un’esperienza immersiva per i partecipanti. Il racconto, sebbene abbia origini antiche, rivive qui ed ora grazie all’interazione tra attori e spettatori che partendo da uno spunto costruiscono una trama, ogni volta.

Quando, poi, l’estro artistico e innovativo si unisce al valore storico di un territorio, il risultato è vincente perché la performance non è solo fine a sé stessa, bensì congeniale ad unire gli spettatori, offrire loro momenti creativi ed educativi, renderli protagonisti e catapultarli nel mondo dei siti storici e culturali del nostro prezioso patrimonio artistico. Se poi è Natale, l’inconfondibile atmosfera della ricorrenza più attesa dell’anno rende tutto più magico.


L’esperimento di «Ma dove vivono i cartoni?» è di portare in scena, nel meraviglioso scenario del complesso storico, le favole più famose di ogni tempo a firma di grandi autori (da Hans Christian Andersen a James Matthew Barrie, da Jacob e Wilhelm Grimm a Charles Parrault, da Jean La Fontaine a Carlo Collodi) attraverso il concetto di «immersività», per rendere i partecipanti da spettatori a protagonisti. Con la meta-favola, infatti, nessuno ha un ruolo passivo: attori, ballerini, maschere, adulti, bambini e, persino, i luoghi e gli oggetti sono tutti protagonisti di una favola che nasce ogni volta e, nello stesso tempo, è assoluta.

«Legato inesorabilmente all’atmosfera natalizia in cui è immerso – dice Aurora Manuele - «UN NATALE DA FAVOLA» è un evento che non ha precedenti: è la prima teatrale in cui non c’è distanza tra attori e pubblico, che interagiscono e si accompagnano creando un intreccio magico. Non c’è una sola scena, ma ben 10, e non c’è una sola platea. Cosa andrà in scena? Le favole classiche, quelle della vostra infanzia, quelle che conosciamo tutti e che crediamo sia importante tramandare ai nostri piccoli: Biancaneve, Mary Poppins, Pinocchio, Cappuccetto Rosso, lo Schiaccianoci, Cenerentola, Peter Pan e tante, tante altre. Ma il racconto e l’interazione si vestono di rivisitazioni originali, che hanno sempre un intento pedagogico. Infine, manteniamo fede sempre alla nostra mission principale che è quella di riportare al centro il valore della famiglia, laddove i ritmi odierni tendono sempre più a ridurre i momenti di aggregazione e unione tra le persone».

«La nostra sfida è valorizzare l’aspetto romantico della favola- aggiunge Francesco Chiaiese – che non sia un racconto fine a sé stesso, ma che produca emozioni e sentimenti in itinere al momento della rappresentazione. Una messa in scena metastorica, appunto, in cui i ricettori diventino da spettatori, protagonisti. Inoltre, vogliamo promuovere il valore dell’essere bambino, perché i bambini hanno tanto da insegnare agli adulti, se ci fosse più tempo per prestare loro attenzione ed ascoltarli. Ci piace molto che gli adulti guardino il mondo con gli occhi dei bambini. Io sono dell’idea che tra il “c’era una volta” e il “vissero felici e contenti” c’è un variegato mondo di possibilità e nulla è definitivo: i nostri spettatori sono chiamati a scegliere quale strada prendere davanti ad ogni bivio, per arrivare al finale che i propri sensi e i propri sentimenti indicano in quel momento. E, in questo modo, le famiglie si impegnano a creare arte, sono unite e determinate a costruire insieme qualcosa di bello, mentre prestano più attenzione alle cose che ci circondano e sono meno distratte, come vorrebbe la società odierna. C’è tanto bisogno di favole: un po’ come negli anni ’80 quando eravamo felici con poco, ora abbiamo tutto e siamo meno felici».

«Il Natale – afferma il Sindaco di Cava De Tirreni, Vincenzo Servalli - è soprattutto la festa dei bambini, ed è l’occasione per ritrovarsi nelle proprie famiglie e ritrovare il senso dei valori che abbiamo il dovere, da genitori, di trasferire alle nuove generazioni. La solidarietà, l’amore verso il prossimo, il rispetto, l’educazione, ma anche mantenere vive le tradizioni, possono sembrare valori scontati ma non è così, e se anche le favole possono contribuire a ciò, allora portare i propri figli agli spettacoli di “Un Natale da favola” farà bene anche ai genitori».

“In un luogo culto del nostro territorio – dice l’assessore Armando Lamberti – accogliamo per un mese un evento rivolto ai bambini ma che coinvolgerà anche i grandi. Sarà un modo per vivere lo spettacolo, la magia del Natale e visitare il complesso monumentale di Santa Maria del Rifugio che alla fine degli anni ’90 è stato oggetto di una importante ristrutturazione”.


Info line 081/8678369
Whatsapp 327/2540679

Il progetto sociale:

Ai tempi dei social e della frenesia multimediale c’è sempre meno tempo e modo per unire la famiglia, crollano i valori e l’intimità familiare e tutti, bambini, giovani e adulti sembrano ipnotizzati dagli smartphone e dai supporti digitali.

«Ma dove vivono i cartoni?» è un esperimento sociale che, attraverso attività teatrali e di animazione all’avanguardia, cerca di rievocare quel focolare domestico unendo grandi e piccini in attività formative, a contatto con i siti storici e culturali, con la natura e con la storia. Il file rouge è sempre la favola, perché l’immaginazione e la fantasia consentono di sviluppare le capacità intellettive, interattive e di rafforzare i sentimenti. L’uso spropositato dei cellulari sta ostacolando il naturale sviluppo cerebrale degli esseri umani, oltre a causare isolamento e solitudine di ognuno.

«Ma dove vivono i cartoni?» cerca di valorizzare il ruolo della famiglia, proporre itinerari che tengano uniti genitori e figli, laddove i cellulari e i monitor dei pc rappresentano sempre più una barriera.
Il progetto innovativo è della società «Animazione in corso» Srl., amministrata dalla dottoressa Aurora Manuele con la direzione artistica del professore Francesco Chiaiese.
Laureata in Economia e Commercio, Aurora Manuele in seguito a diversi studi sociologici ha deciso di dedicarsi interamente ai concetti di famiglia, formazione e crescita valoriale. Al suo fianco il professore Francesco Chiaiese, laureato in Scienze dell’Educazione, il quale si occupa della direzione artistica, della regia e della sceneggiatura di tutte le attività del progetto.

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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