venerdì 17 gennaio 2020

Venerdì 17 o "eptacaidecafobia"

Per i superstiziosi, il venerdì 17 è davvero un brutto giorno: il numero 17, infatti, abbinato al giorno venerdì, è ritenuto particolarmente sfortunato in Italia e altri paesi di origine greco-latina vediamo perchè.


Per gli antichi c’è un termine specifico per descrivere l’infausta combinazione:“l’eptacaidecafobia”. 
 

Questo termine deriva dal greco, ἑπτακαίδεκα ‘diciassette’ e φόβος phóbos, ‘paura’, e indicherebbe proprio la paura del numero 17. Esistono diversi pregiudizi legati a esso: in particolare il venerdì 17 è una ricorrenza considerata particolarmente sfortunata, in quanto unione di due elementi, ognuno dei quali estremamente negativo: il Venerdì Santo (giorno della morte di Gesù) ed il numero 17.

Antica Grecia
I seguaci di Pitagora disprezzavano il numero 17 perché è un numero tra il 16 e il 18: numeri che per loro rispecchiavano perfettamente la rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6.

Contrariamente però, la Cabbala ebraica lo considera positivo perché è la somma di tre lettere dell’alfabeto ebraico che compongono la parola bene.

Antica Roma
Nell'Antica Roma,invece, sulle tombe era usanza scrivere “VIXI”, ovvero “ho vissuto”, “sono morto”. Nel Medioevo però, visto l’analfabetismo diffuso, questa iscrizione veniva confusa con il numero 17 che invece in numeri romani si scrive XVII.

Inoltre, si dice che i romani aumentarono la propria avversione verso questo numero dopo che nel 9 d.C. la diciassettesima legione venne sterminata a Teutoburgo.

Antico Testamento
Si narra che la data di inizio del diluvio universale sia proprio il 17 del secondo mese e che secondo la Bibbia il 17 sia lo stesso giorno in cui è morto Gesù.

A Napoli
Nella smorfia napoletana, il 17 è sinonimo di disgrazia.

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