martedì 8 settembre 2020

Presentazione del volume Prossima alle radici

Anna Crescenzi

Prossima alle radici

Gutemberg Edizioni

opere in mostra

Sarno Villa Lanzara De Balzo Venerdì 11 settembre 2020 ore 19.00 

 

Paradigmi e profonde contraddizioni, ma ancor più, una lesione fenomenologica delle catastrofi naturali, di quel desiderio atavico dell’uomo di sovrastare la natura. Un trauma fa da sfondo agli ultimi lavori dell’artista Anna Crescenzi, a Sarno, da venerdì 11 settembre, nella storica Villa De Balzo. Opere in mostra nel caffè letterario e presentazione del volume “Prossima le radici” a cura di Michelangelo Giovinale, edito dalla Gutemberg Edizioni ed inserito nella collana “mosaico”. Anna Crescenzi, si è sempre posta al centro della conoscenza della natura, annotando puntigliose osservazioni, nel suo lavoro restando prossima alle radici, muovendosi, come all’interno di uno scavo archeologico, nei luoghi della sua esistenza, perduti o irrimediabilmente compromessi. Il volume, presentato nell’ambito della rassegna “settembre libri” raccoglie gli ultimi anni di lavoro dell’artista. E’ di fatto una trilogia: da Antropocene, nella sequenza delle sette opere che la compongono con immagini che sembrano evocare scenari danteschi, nei rami raccolti e coloratissimi, posti ad adornare le teste sculture di Resiliency, nell’ascensione -che sembra alludere ad una resurrezione- di corpi minuti e fasciati, liberati verso il cielo, nell’istallazione di Filosofia dell’avvenire. Ciò che viene mostrato dalla Crescenzi -scrive Giovinale nel testo critico- è il dominio dell’uomo sulla natura, causa dal dominio reale dell’uomo sull’uomo. Una presentificazione dell’orrore, di devastazioni, la notte più lunga e buia dei nostri tempi. E’ un punto nevralgico, su cui insiste questo ultimo ciclo di opere della Crescenzi: un’archeologia che irrompe dal silenzio, portando in lumine ciò che le tenebre hanno preservato come sedimentazione umana nel corso dei secoli. Tracce, e frammenti raccolte in quella terra di mezzo, della storia e della memoria, che dovrebbero pur dirci chi siamo noi oggi, ma ancor di più, direbbe la Crescenzi, -citando Melandri-cosa è per noi questo oggi. Il ritorno da questo suo scavo immaginario, rileva una verità: nulla sarà come prima. Qualcosa irrimediabilmente soccombe all’oblio della memoria e al tempo. Si perde nello scontro fra uomo e cultura, fra uomo e natura. Qualcosa si frantuma. Crescenzi, raccoglie instancabilmente questi frammenti, testimonianze di vita, e risale dal suo scavo, tanto fisico quanto esistenziale con una simbologia di segni e forme, riscontro di una ricerca dal sapore tanto archeologico quanto esistenziale. Risale, restando, il piu possibile, prossima al luogo dei suoi ritrovamenti. Restando prossima alle sue radici.

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA



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