mercoledì 21 aprile 2021

ITALIA PER TERRA E PER MARE

 "Estate sulla Costiera"
di
Riccardo Bacchelli
Furore, 1927



Quando si arriva i paesi conviene visitarli nelle loro stagioni più spiegate: il nord con la neve e il sud col sole, a costo di qualche raffreddore e di qualche febbre di riscaldo. Del resto succede di scoprire che in piena estate Il caldo si soffre meno alle falde dell’Etna che non in Val di Po. E che in alta montagna di gennaio si trovi un mirabile freddo in un giorno d’estate e di scirocco in costiera amalfitana i paesi giacciono attoniti e sonnacchiosi.
Positano non si lascia volentieri, ma la strada è di una bellezza che smarrisce i rimpianti nell’ammirazione.


Mi fermai a lungo sul ponte del torrente Furore, incantato. Uscii da una secca svolta e prima di entrare in una galleria mi trovai all’altezza del ponte. A destra il mare si apre la strada fra due picchi dirupati al basso; a sinistra la valle di Furore è un crepaccio scavato fondo, in cima al quale si affaccia stretta e serena una visione di montagna erbosa e coltivata. Limpido all’occhio di chi si affaccia il mare di chi si affaccia, il mare s’interna alquanto venendo entro terra incontro al torrente ridotto a un fil d’acqua minima.
 

Così si forma una piccola cala, dove si possono contare i sassi, se non che presto li cela il profondo. che va giù quasi a perpendicolo. Sulla spiaggetta stanno in secco due o tre barche pescherecce, ed è così incassata che forse vi arriva sol qualche raggio di sole al tramonto. Presso una delle pareti, quasi a mezz’aria, sono cresciute smilze, quasi diresti come le erbe al buio, color della pallida e dorata roccia, alcune case di pescatori.
 

Più a monte appare un condotto per il quale le superstiti acque del Furore sono persuase alla vetta conica di una di queste torri di mulini, che si potrebbero dire acquaiole, per entro le quali scende l’acqua condotta alle ruote. Una quieta e soave luce, senza avere in sé mutamento alcuno. scende dal cielo e sale dal mare; sono luce di nuvole e luce d’onda imprigionate o anzi incantate qui fra le rocce che non riescono a serbarsi arcigne, sulla foce del Furore.
 

(ricerca a cura di  Raffaele Ferraioli)

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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