giovedì 14 ottobre 2021

Monochromos - connessioni aps

Stato di collisione
di Rocco Zani


 

Il colore naturalmente. O i colori. Come segno accecante, epistolario di azioni frammentate, di convulsi sconvolgimenti. Come presagio finanche. Lo sguardo immediato – quello che si posa con naturale innocenza sulle cose e sulle ombre – sembra recepire repentinamente questa sorta di “presa diretta” con il racconto, trascurando, nella regalità di una immagine abbacinante, il richiamo alle dinamiche dell’irrefrenabile, del celato o della consapevolezza. Ecco, credo che le opere di Giovanni Mangiacapra determinino nell’interlocutore quello che mi piace definire un preliminare “stato di collisione”, quasi a rendicontare nel prologo – nell’occhio offerto – il senso intimo dell’accadimento. Come a dire che l’incontro con la sua opera è innanzitutto un’esperienza sensoriale fatta di accenti e indizi percorribili nella istantaneità di un battito. In quel segmento in cui il percettibile pare consumare la propria dimensione di lampo e di eco. Accade allora che la sequenza di opere presenti  alla Pocket Art Studio di Roma - sapientemente ordinate dalla curatrice Daniela Fraioli in un percorso di riflessioni e rifrazioni cromatiche  - è un viaggio che necessita di soste, di fughe, di reiterati arretramenti.
             La forma del colore. Appare incalzante e tormentoso l’indirizzo (o il valore) che Giovanni Mangiacapra ha voluto ascrivere alla sua pratica espressiva. E paradossalmente meticoloso. In un inedito sillabario le parole – con le loro intese ortografiche e storiche – vengono via via affiancate (e poi sostituite) da una scrittura di onirica sostanza, il colore appunto. Nella sua molteplicità alfabetica, l’opera di Mangiacapra pittore è una sorta di cantiere in movimento ovvero un luogo mobile che è stazione occasionale, transitoria, mai risolutiva per testualità o presupposti.  A sparigliare le carte è oltremodo l’assenza di un “riflesso condizionato” (causa – effetto); pertanto non sempre la simbologia del colore adottata dall’autore trova la sua naturale giacenza nell’alter ego narrativo. Come a dire che – in un rituale ritornello di confluenze – l’azzurro non è necessariamente l’emblema o l’icona del cielo che si alterna al mare; che le scie dell’oro non ribadiscono conseguentemente la sacralità indagata; che la regalità del rosso non si ascrive all’iconografia fin qui dettata e comunemente convenuta; al pari del giallo, demandato di solito, all’infallibilità di un qualsivoglia bagliore. E’ una pittura di memorie quella di Giovanni Mangiacapra. Non riferibile a modelli di rassicurante riconoscibilità. E’ una pittura di “emozioni in transito”, di redenzione mai salvifica. Come se l’artista indagasse, di continuo, quella “materia” – frammentata e precaria – che è stata  (ed è) accumulo di sguardi, di fremiti, di inganni, di percettibili utopie. Che è storia autobiografica certo, ma al contempo modello “collegiale”, di quelle “etnie in attraversamento” che portano dentro di sé (con sé) il tumulto o la rassegnazione del vivere. Ecco, la “voce” pittorica di Giovanni Mangiacapra è la voce di costoro, che non è attraente  o confortante bensì allarmata, fatta di singhiozzi e rimbombi, di pause mute, di segnali e invocazioni. Allora la campitura si fa reticolo di appunti più o meno prepotenti, quasi a seguire – anche con la memoria – il brusio o il chiasso invocato ed evocato: la collera, la tolleranza, la rinuncia, il riso. Fino a “rappresentare”, nelle sue opere – nelle forme del colore – un affollato avvicendamento di ritratti, di smarrimenti, di sentieri.
             

Ciò riguarda l’umano. E di questo, la condizione. Che è (anche) sposalizio di intenti, di ipotesi, di circostanze e di fatalità.     


 

 


 

 

 

 Biografia dal catalogo_ Layout 1 04/10/2021 11:48 Pagina 33
Giovanni Mangiacapra è nato nel 1955 a Napoli dove vive e lavora. Nel 1984 si laurea in Sociologia con una ricerca sperimentale sulla salute ed i suoi paradigmi sociali e psicologici. I suoi studi si perfezionano in seguito sulla comunicazione pubblica ed in particolare sui servizi ospedalieri collaborando,  in una ricerca con il Tribunale dei Diritti dei Malati presso il CNR di Napoli, sulle analisi di qualità. Lavorerà per i seguenti quarant’anni nelle strutture ospedaliere e nei servizi delle Unità di Pubbliche Relazioni.
Inizia la sua attività artistica negli anni ’70, con una mostra collettiva organizzata dal centro Don Gnocchi di Parma, dove riscuote interesse per i paesaggi dipinti con tempera su carta, compensato e stoffa. La sua prima mostra personale, descritta dall’artista come la sua “prima grande emozione artistica”,  si tiene nel suo quartiere di Ponticelli nel circolo di Gian Battista Vico. In questo periodo dipinge le fabbriche, le case ma già guarda alla natura come processo da difendere, da curare ed amare. L’aspetto figurativo della sua pittura verrà poi sostituito dalla sperimentazione di materiali e colori. Poco influenzato dalle varie tendenze artistiche con le quali viene a contatto, giunge ad un’interpretazione personale dell'Informale, anteponendo il suo senso di libertà ed autenticità espressiva alla disciplina tecnica. Il corpo partecipa al compimento creativo come parte organica del campo artistico, dando “Corpo”  in un significato pratico che germoglia lentamente e tenacemente secondo una nuova intensità e un nuovo colore di vita. Una ricerca sempre sorretta da una rigorosa e severa “spiritualità” al cui attento vaglio sono sottoposti gli spessori cromatici della materia.
Una figura costante nel panorama artistico italiano, le sue mostre collettive e personali ottengono sempre riconoscimenti dalla critica. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche.
Presidente dell’Associazione Connessioni, che si occupa della promozione sociale dell’arte e degli artisti, Giovanni Mangiacapra collabora inoltre con cooperative sociali ed associazioni di divulgazione culturale. In particolare, si specializza nelle attività di laboratori artistici come arte-terapista del disagio sociale.
Oltre alla pittura, la grande passione dell’artista è il suo giardino mediterraneo con le sue numerose piante grasse. Viaggia da sempre visitando tanti paesi d’Europa e del mondo.


 


Giovanni Mangiacapra_ contatti :
Mail giovanni.arte@virgilio.it Web www.giovannimangiacapra.it Pagina https://www.facebook.com/artegiovanni/

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