Progetto coordinato da Francesca Grossi
11 dicembre
2021 – 9 gennaio 2022
Corso Umberto I, 50 - Lodi
Vittoria Mazzonis, "Tortuga" (dettaglio), corteccia, ferro e conchiglia. 2021
Platea | Palazzo Galeano, nuova
associazione sorta nel cuore di Lodi dall’iniziativa di un gruppo
di appassionati di arte e architettura, presenta da sabato 11
dicembre 2021 a domenica 9 gennaio 2022 “De Rerum Natura Umana”,
mostra personale dell’artista Vittoria Mazzonis (Torino, 1997),
quarto e ultimo episodio del palinsesto espositivo dedicato ai
giovani emergenti, coordinato da Francesca Grossi.
“De Rerum
Natura Umana” – che va in scena dopo “SI”, personale di
Silvia Berry – conclude la seconda parte del programma concepito
dall’associazione e avviato nel mese di giugno con “Trionfo
dell’Aurora” di Marcello Maloberti, intervento realizzato in
collaborazione con la Galleria Raffaella Cortese, con cui Platea |
Palazzo Galeano ha dato ufficialmente inizio alla propria attività
espositiva. Il programma mostre concepito da Platea si sviluppa
secondo un modulo costante, un vero e proprio palinsesto composto da
episodi la cui apertura è sempre affidata a un artista affermato
che, in veste di “nume tutelare”, indica una rosa di emergenti
che, dopo di lui, sono protagonisti di mostre personali. Un format
molto speciale, pensato appositamente per dare visibilità alle nuove
leve creative.
Dopo Vittoria Viale, Giulio Locatelli e Silvia
Berry è ora il momento di Vittoria Mazzonis portare in scena sino ai
primi giorni di gennaio 2022 opere inedite, pensate per suscitare
quell’incidente di sguardo che è alla base della concezione di
Platea | Palazzo Galeano, e a disposizione del pubblico per
raccontare la creatività emergente italiana.
“De Rerum Natura Umana” è
un’installazione site-specific che occupa organicamente gli spazi
di Platea e include una serie fotografica allestita con stampe di
diverso formato e componenti di carta che si presentano come grossi
rotoli da disegno - superfici che attendono di poter raccogliere
nuove annotazioni - o, come le definisce l’artista, “finestre”
che abbracciano anche il vuoto, la possibilità cioè di aggiungere
nuove visioni alla narrazione proposta.
L’allestimento, ritmato
da direttrici longitudinali e verticali, sembra catapultare
l’osservatore in una wunderkammer di elementi naturali straordinari
che riconducono però a un’indagine che è tutta interiore.
Il
progetto espositivo prende forma dopo un lungo periodo di studio e
ricerca sul territorio, volto alla raccolta e alla catalogazione di
oggetti che sono diventati poi gli elementi di composizioni naturali
fantastiche ritratte nelle fotografie esposte, che li documentano con
un’attenzione quasi tassonomica.
Il titolo della mostra rimanda
al poema didascalico di Tito Lucrezio Caro “De rerum natura”,
mutuando dalla fascinazione verso questa opera del I secolo a. C il
discorso sulla conoscenza della natura, concentrandosi però
sull’umanità, osservata nel fitto e complesso sistema di relazioni
che la rende tutta un unico grande corpo.
Questo concetto ritorna
in tutta la pratica di Vittoria Mazzonis e si catalizza in un’unica
grande ricerca che è alla base di tutto il suo lavoro: l’identità.
La scoperta e l’analisi delle proprie origini, l’interrogarsi su
quale sia il proprio posto nel mondo, su cosa caratterizzi un
individuo e lo renda diverso dall’altro.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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