lunedì 28 febbraio 2022

Giuseppe Barra-Paolo Sgroia, Gli “Status Animarum” della Parrocchia di Sant’Eustachio in Eboli - Edizioni il Saggio


 

Questo libro dal titolo "Gli Status Animarum" della Parrocchia di Sant'Eustachio in Eboli segue quello analogo della Parrocchia di San Bartolomeo pubblicato nel 2019 sempre da Edizioni "Il Saggio" e dagli stessi autori, Giuseppe Barra e Paolo Sgroia.

Nel libro vengono esposte con dovizia di particolari le notizie storiche della Parrocchia, dalle sue origini medioevali fino alla chiusura al culto avvenuta il 6 Dicembre 2003 per danni causati da eventi naturali (una frana al torrente Tufara). Vengono riportati documenti e atti che ne testimoniano le numerose vicende, i trasferimenti di sede, le donazioni, le rendite, i beni di sua pertinenza, le opere d'arte (fra cui il famoso Trittico del Pavanino da Palermo documentato del 1472, rubato nel 1990, poi ritrovato e oggi conservato nella Chiesa di San Francesco, mentre le statue di San Biagio Vescovo a mezzo busto, opera lignea, un Crocifisso grande, anch'esso ligneo, opera del '600 e la statua denominata SS. Nome di Maria, detta ora Madonna della Salute, si trovano nella Chiesa di San Nicola, dove ancora sono venerate), nonché l'elenco dei parroci fin dal 1566, con un'attenzione particolare alla figura indimenticabile di Don Gino Patron, "un prete pieno di verve che per quarant'anni accompagnerà la crescita di intere generazioni di ragazzi", come scrive Paolo Sgroia.

A seguire, naturalmente, un dettagliato Stato delle anime della Parrocchia di Sant'Eustachio del 1852, comprendente Largo San Biagio (attuale Largo Caravita), Vicolo Cavone (attuale Cavone, Barbacani, Marcangioni), Strada Rua (attuale parte di Via Guglielmo Vacca fino all'Arco di Cesaro e parte di III e IV Rua), Strada Ponte (attuale Ponte San Biagio e Via Sant'Antonio), l'elenco dei proprietari e dei cognomi e un bellissimo album fotografico.

Un lavoro certosino, frutto di una ricerca accurata e dettagliata, che nasce dalla passione per lo studio della storia millenaria di questa città di due uomini, due cari amici, Giuseppe Barra e Paolo Sgroia, che sono un vanto per la nostra comunità...uomini da ammirare, elogiare ed emulare, instancabili nella loro opera di ricerca e nel loro desiderio di informare e perpetuare la memoria ai posteri. "Inter se mortales vivunt et quasi cursores vitae lampada tradunt" (I mortali vivono di mutui scambi e come corridori si passano la fiaccola della vita). Questo è quanto dice Michel de Montaigne nel suo Dizionario della Saggezza...e nessuna frase potrebbe essere più appropriata, in considerazione del fatto che Paolo, purtroppo, non è più tra noi... ma la luce di ciò che ci ha donato continuerà ad illuminare il nostro cammino e quello delle generazioni future, perché se è vero che tutti siamo destinati a morire, lui ha realizzato qualcosa che mai...giammai morirà!

Il suo ricordo, la sua storia, la persona meravigliosa che era, il messaggio che ha lasciato è pregno di umanità, dalle radici più profonde fino ai rami che si protendono a balzo verso il cielo...

Grazie, Paolo!

Lina Rizzo


 

 

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