lunedì 7 febbraio 2022

Orme dell'Anima - Emilio De Rosa - Edizioni il Saggio


 

La più antica scrittura che l’uomo imparò a leggere fu quella delle “orme” afferma Elias Canetti.

Ma le orme di cui parliamo ora sono quelle vere, durature, sono levestigia indelebili che sfidano il tempo e mai disattendono, essenzialmente presenti nel posto giusto e al momento giusto.

Sono quelle orme impresse come graffi sulle pareti dell’anima, da dove nessun vento potrà mai cancellare né onda limare.

È l’unico luogo sicuro dove ciò che è seminato germoglia e porta frutto.

Impronte, solchi danno l’idea dello stare, dell’appartenere con coerenza e convinzione a qualcosa. L’impregnarsi di scorie superficiali e l’arricchirsi di particelle essenziali di humus permettono il passo, l’andare, l’affondare. L’impronta scava, e per essere tramandata, ha bisogno di essere profonda come solide radici.

Dunque l’orma non è superficiale, riporta al significato del labirinto, del nascosto, del segreto, del racconto di ciò che sembra palese ma solo nell’apparenza. Si può osservare la traccia, l’inizio del cammino ma, perché e dove è diretto nessuno lo sa; lungo il viaggio succedono aggiusti imprevisti e imprevedibili: è il mistero della vita a cui nessuno è preparato ma sono segnate le linee guida da quelle orme piantate nell’anima, quando ancora eravamo infanti.

Non servono, perciò, voli pindarici o filosofici per comprendere che l’opera le “Orme dell’Anima” di Emilio De Roma sono tutto questo e tanto altro. É il cammino lento, cosciente dall’esterno verso l’interno dei sentimenti del cuore, dell’esistenza stessa dell’anima in tutte le sue accezioni. La sua sensibilità di uomo, la sua cultura classica, il suo operare autentico testimoniano l’esistenza dell’approccio più vero e intimo con la realtà e col mistico. Non è semplicemente la visione onirica e metafisica della vita ma è lo stare con tutta la crudezza, sempre irrorata dalla presenza consapevole di principi essenziali, che danno alla sua umanità un respiro universale. L’orma è ciò che rimane di un passaggio, ognuno di noi deve per etica lasciare un’orma del proprio vivere. Non può risultare infruttuoso il nostro passaggio per il mondo, tra gli uomini senza aver lasciato qualche cosa di imperituro; perciò la vita assume un significato altissimo per il signor Emilio, cultore dell’Arte in tutte le sue più svariate sfaccettature policrome. La sua scrittura somiglia alle sue opere, che siano esse di pittura o di scultura: pulite, chiare, eleganti, raffinate, senza sbavature anche quando esprime concetti intraducibili come il surreale e il trascendentale. Leggere i suoi versi è come immettersi immediatamente in un mondo, sollevato qualche miglio da terra. La cifra umana è situata in una dimensione superiore, quella appartenuta alle anime che rendono luminosi i propri e gli altrui tragitti.

Le disavventure della vita sono affrontate con coraggio, non sono vanificati i benefici spirituali dei valori eterni, dettati da una fede incrollabile nel “Sommo Bene”.

Poesia e prosa sono accomunate dagli stessi temi conduttori di serietà, accoglienza, benevolenza, senso del dovere e un grande rispetto civico.

Ben integrato nel senso comune della convivenza civile e familiare, il personaggio Francesco, delineato nel racconto che precede la silloge poetica, esprime bene il concetto delle orme spirituali che prepotentemente si fanno sentire nel momento della svolta, della decisione cruciale della vita affrontata con determinazione a costo della sua stessa vita.

Questi è Francesco, si lascia uccidere pur di non scendere ulteriormente a patti con la malavita e questi, probabilmente, è l’uomo Emilio, che non si lascia intimorire da vessazioni di alcun genere.

I suoi versi maturano in quel luogo che genialmente Freud chiama “inconscio”, Dostoevskij “il sottosuolo”, per il signor Emilio De Roma è semplicemente il suo profondo Io. Nella profondità di quell’Io brulicano rumori, colori, odori che in sordina vengono alla luce, assumendo immagini che, rivestite di parole, danno vita alla magia. La magia è la poesia, quella spontanea, ma sofferta, nata e maturata nel buio e nel silenzio, lontana dal vento inopportuno della superficialità, ma pregna di sentimenti e di valori. È una poesia discreta e allo stesso tempo forte dello stupore della creazione, di cui si meraviglia il suo stesso Autore.

Animo attento, sensibile, garbato non dimentica la fragilità della natura umana che accoglie con delicatezza e compassione.

Nella poesia Amore dice:

“Vorrei incontrarti, dirti di me, / sapere di te”.

Un inizio così terreno, quotidiano, familiare, carnale.

Ma poi sfuma e diventa etereo, inafferrabile, non godibile.

“So che ci sei, ti troverò, / ti rincorrerò

e insieme godremo del tuo armonioso sapore,

amore infinito, / amore eterno”.

Dunque Amore che si purifica di scorie e diventa impalpabile, eterno.

E ancora lo sguardo incantato e ammirato si posa sulla natura che vive.

“Vivo l’emozione del tramonto,

quando la luce riposa”.

Non manca la poesia di denuncia: Emigrante

“Quando l’uomo era libero e uguale,

fiero camminava / sulla via dell’esistenza”.

Il bisogno di verità e di giustizia porta l’Autore a cercare testimonianze tra teorie autorevoli della filosofia e della spiritualità di personaggi famosi che suggellino i suoi pensieri portatori di significato e contenuti esistenziali importanti.

Sembrerebbe in antitesi con l’affermazione della solidità del vero quando si legge nella poesia: Vorrei volare.

“Quando cerco il mio Io ferito

e il cuore ha bisogno di stupirsi, / sogno di volare”.

Ma è nel volo che s’inoltra l’anima peregrina in percorsi nuovi, in orizzonti inesplorati, dunque l’andare e vestirsi di orme di semplicità e purezza...

“Esploro nuovi orizzonti

per inebriarmi di semplicità / e di purezza”.

Non è sufficiente leggere solamente l’opera “Le Orme dell’Anima”, per esserne edificati e ricavarne benefici spirituali.

Bisogna piuttosto meditare e soffermarsi sul significato intimo di ogni singola espressione di prosa e poesia redatte in forma semplice, lineare, da maestro della penna qual è: lui, l’artista a tutto tondo, Emilio De Roma.

Gratitudine e ammirazione per quanto una mente e un cuore di indubbio valore riescano a donare all’umanità.

Maria Adele Gubitosi


 

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