lunedì 23 maggio 2022

Il filo del ragno di Francesco Rinaldi - Edizioni "Il Saggio"

 


Un antico manoscritto perduto che contiene tra le sue pagine pericolose verità, e che pur essendo un oggetto inanimato riesce a far muovere personaggi, creare intrecci, collegare destini, creare parallelismi tra il passato e il futuro e far nascere amori. È come un invisibile burattinaio che muove i suoi fili, o come un ragno che tesse la sua tela in cui ogni cosa non può non rimanere impigliata.

“Sollevando il saio, notò che l’uomo abbracciava un manoscritto, di quelli ingialliti, antichi, rivestito in cuoio”: è qui che il manoscritto in questione entra in scena nel romanzo di Francesco Rinaldi, intitolato “Il filo del ragno”, edito da “Il Saggio Editore” nel 2022.

“Il filo del ragno” è la storia del giovane avvocato Elvio Venturi che, spinto da sua zia, va alla ricerca di un prezioso manoscritto che anni prima era stato trovato dal suo bisnonno, Cataldo Venturi, tra le macerie dell’abbazia di Montecassino dopo i bombardamenti del 1944, e di cui poi si erano perse le tracce. Durante la ricerca Elvio ripercorre luoghi e rivive situazioni vissute prima di lui dal suo bisnonno, in un bellissimo parallelismo che ci mostra il presente e il passato della Maison Blanche di Parigi, sede anche delle ballerine del Moulin Rouge, al cui fascino non sapranno sottrarsi né Cataldo Venturi né suo nipote.

Durante la sua ricerca Elvio scoprirà che il manoscritto ha un valore molto più grande di quel che credeva all’inizio del suo viaggio e scoprirà il vero valore anche di se stesso.

“Il filo del ragno” è il terzo libro di Francesco Rinaldi, il quale ha già pubblicato con la casa editrice “Sottovento Edizioni” due romanzi: “Le nuvole d’agosto” nel 2018 e “1968, un anno da ricordare” nel 2020.

Residente a San Giovanni Rotondo, dove svolge la professione di infermiere, è anche un pittore molto apprezzato e, oltre alla narrativa, si cimenta con ottimi risultati anche nella poesia.

Il suo stile narrativo in “Il filo del ragno” dimostra molta padronanza e abilità nell’inventare e raccontare storie e la sua voce autoriale è matura, fluida e riesce a creare personaggi vivi, a tutto tondo, la cui evoluzione psicologica è uno degli aspetti più interessanti del romanzo.

Muovendosi abilmente sia nello spazio che nel tempo, tessendo insieme la storia dell’umanità con la storia dei singoli, la realtà con la finzione, il passato con il futuro, “Il filo del ragno” trattiene piacevolmente il lettore nella sua ragnatela fino all’ultima pagina.

Miriam Santimone


 

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