Come suggerisce il titolo della
raccolta, sono proprio collocati tra la pelle e il cuore i versi di
Stefania Siani. Sospesi tra la materiale sublimazione dei sensi e
l’impalpabile sensibilità dell’emozione, sono gocce vaganti
dietro un velo bianco, che cadono come semi su terra arida,
incastrati e svincolati da pensieri stretti, sconnessi e maligni,
capaci di creare arabeschi di sogni preziosi e proibiti, visionari
ricordi dipinti sulla sabbia che si spostano tra le folate e le
onde.
Conservando un mirabile e composto equilibrio
tra pregnanza di contenuti, ricchezza e profondità delle metafore,
compattezza espressiva e forza di evocazione iperreale, i versi della
Siani possono tranquillamente essere inseriti nel salotto buono della
poesia e nel cuore di chi dalla poesia cerca intense vibrazioni. Già,
perché dietro quel velo bianco che la copre e le timide gocce che
traspaiono, si agita un mare tempestoso tra folate impetuose di vento
in un tonante rimbombo, che parte dal profondo per fermarsi, appunto,
tra la pelle e il cuore. Suoni, luci, colori, il tempo che scorre, il
palpito del cuore e della mente… la bellezza del poetare, da cui il
lettore si fa penetrare con sottile piacere, abbandonandosi all’anima
di lei, cerbiatta col cuore di tigre, capace di volare e di cavalcare
il vento.
Dietro queste pennellate sospese e intrecciate
traspare comunque la donna, la persona, che a modo suo vuole
raccontare se stessa, il suo amoroso conflitto col tempo che passa,
gli spifferi che emergono da una misteriosa pervasiva sensualità e
da un’anima compressa e desiderosa di espandersi, impossibilitata a
frenarsi da quando il suo fiume ha rotto gli argini.
La
rappresentazione di sé si snoda come un fascinoso puzzle, attraverso
le quattro tappe racchiuse nelle quattro sezioni che costituiscono la
raccolta, dopo il prologo di dichiarazione poetica, che poi è già
un primo parziale disvelamento personale.
Ad ali sparse è la
sezione più “verso Stefania”, gravida di svariati e
chiaroscurali “brandelli”, in uno scavo interiore carico di
emozione e di lucide pennellature introspettive. Ad ali sparse,
raccogliendo brandelli di pelle e di cuore, raccogliendo le energie
dall’incanto delle strane assonanze delle voci dei venti tra gli
alberi, la poetessa è pronta a puntare al cielo, attraverso un
cammino che la porta a mostrare almeno in controluce le nudità
dell’animo, in una veglia armata tremante di fronte alla vastità
dei silenzi che vengono dall’interno e dall’esterno. È questa la
chiave di una sezione carica di sfumature cromatiche e sonore, in
lirico equilibrio “multimediale”. Come quando ad esempio si
sollevano quel volo di una farfalla e lo scroscio della pioggia e già
la luce violetta della sera socchiude nostalgiche porte e muta resta
la lingua, attorcigliata al ramo degli ombrosi silenzi.
Le
variazioni espressive della prima sezione diventano il tronco da cui
nascono, con caratteristiche similari ma con specificità di
contenuto, le altre tre sezioni: Genitori nuovi, incentrata sulla
revisione post mortem del rapporto con il padre e la madre; Veli
strappati, in cui, fuori del suo Sé, lei sente sue le lacrime del
mondo e della storia; Sospesi sospiri, a contatto con le
esplosioni stordenti dei sensi e le onde sottili e travolgenti
dell’amore, quello vissuto, quello vagheggiato, quello immaginato,
quello negato.
Con il moderato stile di sempre, ma con
immagini forti, contenuti definiti e ad impatto immediato, la Siani
riesce ad inondare il lettore, emozionandosi ed emozionando. È un
viaggio nella vita e nel mondo, che riesce a diventare un viaggio nel
mondo di ognuno e nella società di tutti. Con lei scopriamo la
persona che c’era nei nostri genitori oltre i loro ruoli e viviamo
il rimpianto di non aver vissuto o capito i ponti con i loro cuori,
patendo la sete di un arido deserto quando potevamo essere oceano
sotto la pioggia. Con lei riviviamo il colore delle lacrime, le
frastagliate pause della guerra, il regni delle donne, le giovani
farfalle dalle ali spezzate, i cieli costellati di illusioni, le
guerre invisibili dei tempi del coronavirus… Con lei vibriamo
brividi in nome dell’amore, pettinando sogni, assaporando arcani
desideri e sospesi sospiri e reiterate passioni. Con lei
filtriamo, tra i denti stretti, brame, rabbie e tormenti, delusioni,
barlumi di quiete.
Alla fine del viaggio tra i versi della
raccolta, ci sentiremo “esausti di emozioni” e ricchi di
parole che cadono nel cuore creando onde continue come sassi in un
placido specchio d’acqua. Ci accorgeremo di aver goduto il piacere
di un’anima in versi e di una poesia capace di stillare limpide
gocce anche da acque intorpidite e dagli spruzzi di mari in
tempesta.
E se è vero, come dice Lee Frost, che La poesia
è… quando un’emozione ha trovato il suo pensiero e il pensiero
ha trovato le parole, allora possiamo dire tranquillamente che la
poesia di Stefania Siani “è”… Ed è bello sapere che c’è…
Franco Bruno Vitolo
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