sabato 18 giugno 2022

Giacomo Verde - Liberare arte da artisti

a cura di Luca Fani
inaugurazione 25 giugno ore 19.00
ingresso libero


 


Videoartivista, come si definiva, o tecnoartivista, Giacomo Verde estendeva il fare artistico a un’esplorazione insubordinata e irriverente della tecnologia e a un attivismo sociale, civile, politico nel senso vero e alto del termine, scriveva qualche tempo fa la docente e studiosa di media art Sandra Lischi.

Il 25 giugno prossimo si inaugura al CAMeC, Liberare arte da artisti, retrospettiva dell’artista multimediale GIACOMO VERDE (1956-2020), che riprende una frase del poeta Lello Voce, utilizzata spesso da Verde per affermare la volontà di non confinare l’opera entro il sistema istituzionale delle arti ma, al contrario, di liberarla: liberare linguaggi e idee, scavalcare confini, incoraggiare utopie comunitarie senza puntare all’autoralità e al copyright.

La mostra, anziché porsi come archivio totalizzante del lavoro quarantennale di Verde, sarà una ̒memoria d’arte vivente’, che alternerà per ben sei mesi, da giugno a dicembre, proiezioni, oggetti, video creazioni e installazioni storiche dell’artista (quelli che scoprirete essere i suoi  ̒Imprescindibili’), oltre a omaggi, performance e re-interpretazioni attuali delle sue oper’azioni - a cura di colleghi e artisti che gli sono stati accanto o sagaci reinventori delle sue tecniche e del suo universo tecno-poetico.

L'esposizione sarà un’esplorazione intorno al  ‘fare’ creativo e artivista di Verde - dai primi anni ‘80 al 2020 - tra video, televisione, interattività, teatro e rete. Un percorso tra i linguaggi da lui attraversati, ricreati e intrecciati, tra tematiche di impegno politico e sociale, intorno a cui sarà organizzato il materiale (di archivio o da produrre ad hoc) per l’esposizione. Il percorso si articolerà tra QR Code, monitor e installazioni interattive cosicché il pubblico legga, azioni i dispositivi, guardi e sfogli i libri e i disegni in mostra, navighi tra #hashtag e opere di net art con il proprio cellulare, aggiungendo foto e commenti e disfacendo persino le opere. Perché, come diceva Antonio Caronia, “l’interazione prima di essere una caratteristica dei media digitali è l’essenza della relazione umanaˮ.
Inoltre una parete racconterà, con le foto inedite di Massimo Vitali, lo studio di Verde: luogo del caos creativo, dell’accumulo, dell’archivio, dell’arte; mentre, aprirà la mostra, una fotografia di Jacopo Benassi, che immortala l’artista, a Lucca, in una storica home performance.

Multimediale, quindi, e interattiva - ma non solo. La mostra sarà anche trasformista come lo fu Verde: il Mago Giac, il R(Ǝ)O Dadaista, il poeta Giak Verdun, l’attivista, il punto di riferimento della cultura antagonista, il teatrante tecnologico, il primo net artist italiano.

Come già nel ciclo delle Opere Senza Opera (OSO), realizzate con il Collettivo SuperAzione presso l’Officina di Arte Fotografica e Contemporanea DadaBoom, la mostra sarà composta (anche) da oggetti ‘viventi’, destinati a proseguire il loro ciclo oltre lo spazio dell’esposizione per confondersi con la vita. Non a caso, sono state coinvolte due Università (Pisa e Milano) e tre Accademie di Belle Arti (Brera, Carrara e Bari): docenti e studenti, insieme con gli artisti e i curatori, daranno il loro contributo per una mostra-evento collettivo, che proseguirà fino a dicembre con una serie di happening e una nuova veste dell’allestimento a cadenza bimestrale seguendo tre temi interconnessi: Artivismo, Tecnoarte e Interazione ed Effimero.

Tommaso Verde, il giorno dell’inaugurazione e in occasione di tutti i nuovi allestimenti, proporrà al pubblico la Guida intergalattica alle opere di Giak Verdun grazie a un cut up originale dei diari di Verde.

Inaugurazione ad ingresso libero, interventi artistici fino alle ore 23.00 con performance del Collettivo SuperAzione, concerti acustici e live set, con omaggi di Damiano Meacci e Gabriele Marangoni (Tempo Reale), Lino Strangis, La Serpe d’Oro, No Name, Stefano Giannotti, Marzia Vignotti e Irene Mazzantini (musiche celtiche); Claudio Barone suonerà lo strumento a corde appartenuto a Giacomo Verde, l’oud. Letture di poesie a cura di Giampaolo Ragnoli e Tommaso Verde; letture dai testi della biblioteca di Verde di Giancarla Carboni. Microfono aperto per tutti coloro che vorranno ricordare Giacomo.

L’esposizione sarà visitabile fino al 15 gennaio 2023.

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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