lunedì 21 novembre 2022

FESTIVAL INTERNAZIONALE “PIANO SOLO” XIV edizione


Associazione Musicale PIANOSOLO

Via Carlo De Angelis, 4 - 84127 Salerno - E-mail: pianosolo@katamail.com - C.F. 95086330651


Salerno, Palazzo di Città

18 novembre -1 dicembre 2022

Salone dei Marmi

Presenta


SANDRO DE PALMA


Salerno, Palazzo di Città, giovedì 18 novembre ore 19 – Ingresso Libero

info.: saracianciullo@gmail.com - 3383219310 - 3392708134

 




Sandro De Palma apre Piano Solo Festival

Al via la XIV edizione, che ritorna nella cornice abituale del Salone dei Marmi di Palazzo di Città organizzata da Paolo Francese e Sara Cianciullo. Serata inaugurale con Sandro De Palma. Musiche di Franz Schubert, Ludwig Van Beethoven e Fryderyk Chopin

 

La casa comunale apre il suo “cuore” al pianoforte, grazie alla visione e al fine sentire musicale dei pianisti Paolo Francese e Sara Cianciullo, i quali insieme ad Ermanno Guerra, hanno donato alla cittadinanza ben tredici edizioni del Piano Solo Festival, e inaugureranno la XIV edizione di un percorso che ha salutato partecipazioni prestigiose, prime esecuzioni, attenzione alle giovani promesse, incisioni, tra i marmi della storica sala. L’inaugurazione del cartellone, che si avvale dell’esperienza della storica ditta “Alberto Napolitano”, e il supporto promozionale della Scabec, fissata per venerdì 18 novembre alle ore 19, è stata affidata al magistero italiano di uno degli eredi della scuola di Vincenzo Vitale, Sandro De Palma, il quale ha avuto, poi tra i suoi maestri, Nikita Magaloff, Piero Rattalino e Alice Kezeradze-Pogorelich. Al pubblico di Piano Solo dedicherà i Drei Klavierstücke D.946 di Franz Schubert. Aprirà il recital da solista, eseguendo i Drei Klavierstuke D.946, composti nella primavera del 1828, in mi bemolle minore, mi bemolle maggiore e do maggiore. I tre pezzi sono certamente accostabili agli Improvvisi op. 90 e op. 142, sebbene ne differiscano in quanto formalmente un pò più complessi. La somiglianza è stilistica ed ideologica insieme, perché negli Improvvisi come nei Drei Klavierstücke Schubert si rivolge al mondo degli esecutori dilettanti, e sta attento a limitare il più possibile la difficoltà tecnica e concettuale delle composizioni. Compare qui, marginalmente, l'aspetto Biedermaier dell'opera pianistica di Schubert, cioè il momento del tentativo di un rapporto positivo con la società che lo circonda. Perciò non sono molti i critici che apprezzano interamente i tre pezzi, e persino uno schubertiano per eccellenza, l'Einstein, dice, con una piccola punta di fastidio, che il primo è un pezzo «alla francese», soprattutto a causa della parte centrale, «Romanza nel tipico stile di Kreutzer o di Rode», il secondo «una Cavatina Veneziana un pò languida, nello stile tipicamente all'italiana», e il terzo è «all'ongarese». Osservazioni giustissime, che svelano un momento significativo della poetica di Schubert, ma che non giustificano un giudizio limitativo né, tanto meno, negativo. Basti infatti osservare come il tentativo di piacere al lettore, della prima, terza e quinta parte del secondo pezzo, sia annullato dalla seconda e dalla quarta parte (lunghissima, questa, e chiaramente rapportabile a certi tratti della Sonata in si bemolle maggiore); analogamente, la vivacità esteriorizzata della prima e terza parte del terzo pezzo è contraddetta dalla ossessiva monotonia ritmica della parte centrale. In realtà, come nei poeti inglesi del Seicento e come spesso in Schubert, l'accostamento non mediato di banale e di sublime fa scattare nell'ascoltatore il senso di una dimensione metafisica della realtà. A seguire, la Sonata in re minore op. 31 n. 2 (La tempesta) di Ludwig Van Beethoven, che secondo l’ allievo e amico Anton Schindler, quando gli venne chiesto quale fosse il significato di questa Sonata, Beethoven avrebbe risposto: «Leggete La tempesta di Shakespeare», un'ottima risposta, proprio perché è vaga e non è di grande aiuto per chi vuole assolutamente trovare un "significato" extramusicale a questa Sonata. La tonalità è la stessa di quella che Mozart aveva usato nel Concerto per pianoforte e orchestra K 466, una delle sue opere più oscure e demoniache, e che Beethoven impiegò molto raramente, e solo in composizioni di particolare rilevanza, quali questa Sonata e la Nona Sinfonia. La sonata, composta tra il 1801 e il 1802, gioca molto sui contrasti e contiene tutti i caratteri dell’opera di Beethoven; all’esecutore presenta numerose difficoltà, quali l’incrocio delle mani, l’accompagnamento in terze della sinistra e i ribattuti senza doppio scappamento (meccanismo che consente di evitare il ritorno completo del tasto). I contrasti sono immediatamente evidenti e caratterizzati dalla frequente alternanza di tratti lenti e veloci: l’arpeggio del Largo e l’inquietante Allegro. La ripresa espone frammentarie idee melodiche a tinte drammatiche, foriere di sconosciuti, prossimi accadimenti; tensione emotiva che tende a smorzarsi in una melodia semplice. L’allegretto finale, energico e ossessivo, è un arabesco di idee che, come in un inseguimento, si accavallano senza trovare requie. Czerny suppone che Beethoven abbia tratto ispirazione da un galoppante cavaliere passato sotto le sue finestre. Seconda parte della serata interamente dedicata a Fryderyk Chopin, con due notturni op.27, effusione dell'animo priva di qualsivoglia impennata razionale, secondo l'arte, appresa dagli operisti italiani, di cesellare ed abbellire la melodia, tre studi dall’opera 25 pagine chiave nella storia dell'evoluzione del linguaggio pianistico, la difficoltà tecnica e lo sforzo e la fatica necessari al suo superamento diventano manifestazione esteriore di una tensione e una sofferenza interiori, ma al di là della tecnica e del virtuosismo puri, questi pagine si rivelano, anche grazie a diteggiature spesso ardite e sempre originali, straordinari saggi di ricerca sul timbro. Finale con lo Scherzo n.1 in si minore op.20, in cui all'idea di «levità», di gioco e sorriso che, pure, è insita nel termine stesso, il compositore polacco s'abbandona alla réverie dolente o nostalgica o alla fosca visione drammatica.

Sandro De Palma

Visionario, eclettico, creativo, considerato da Guido Zaccagnini “uno degli interpreti più interessanti del panorama

europeo”, è nato a Napoli e si è formato alla scuola di Vincenzo Vitale, per poi specializzarsi con Nikita

Magaloff, Piero Rattalino e Alice Kezeradze-Pogorelich. Ha debuttato all’età di nove anni con un programma di

musiche di Bach, Chopin e Schubert.

A 19 anni ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale “Alfredo Casella” di Napoli e due anni dopo si è

aggiudicato il primo Premio della “Fondazione Bruce Hungerford” di New York.

La sua attività concertistica, nazionale e internazionale è molto ricca. Tra le tappe più significative della sua carriera da

segnalare nel 1983 l’esecuzione integrale degli Studi di Chopin al Festival Internazionale “Arturo Benedetti

Michelangeli” nelle sedi di Brescia e di Bergamo, nel 1998 il debutto alla Wigmore Hall di Londra con i 24 Preludi di

Chopin.

Nel 2000 ha eseguito, su invito di Juri Temirkanov, il Concerto n. 1 di Franz Liszt con la Filarmonica di San

Pietroburgo.

Nell’ottobre del 2001 ha realizzato la prima esecuzione con Andrea Bocelli e Ilia Kim e sotto la direzione di Donato

Renzetti, “…malinconia, ninfa gentile” per canto, due pianoforti concertanti e orchestra d'archi di Azio Corghi, il

quale successivamente ha dedicato a lui e a Kim la suite …Di bravura tratta da questa composizione. Di “…malinconia,

ninfa gentile” è stata pubblicata, a cura della Presidenza del Senato d'Italia, la registrazione in disco. Sempre in prima

esecuzione ha eseguito il Concerto per pianoforte e orchestra di Michele Dall’Ongaro al Teatro Bellini di Catania.

Tra i maggiori successi quello ottenuto alla Filarmonica di Berlino suonando con il “Quartetto Amarcorde” il

Quintetto di Franck e la tournée con il Concerto n. 1 per pianoforte e tromba di Šostakovi

con gli archi della famosa

orchestra tedesca.

Ha partecipato alla “Folle journée” di Nantes (edizioni 2004, 2005, 2006), al Festival pianistico de “La Roque

d’Anthéron”, al Festival Beethoven di Bonn e al Festival Chopin di Marienbad.

Nell’ottobre 2008 ha inaugurato il Festival Pianistico “Piano en Valois” e nel gennaio 2009 ha eseguito il Concerto in

do maggiore di Antonio Salieri con l’Orchestra dell’Arena di Verona.

Grande successo ha ottenuto nell’aprile 2010 l’esecuzione del Secondo concerto di Brahms al Musikverein di Vienna.

Nel luglio 2010 ha tenuto tre concerti all’Esposizione Universale di Shangaj e in ottobre gli è stato assegnato il Premio

Cimarosa” per la divulgazione delle Sonate dell’autore napoletano. Nell’ottobre 2012 ha effettuato una tournée in Cina

per il Festival Piano aux Jacobins.

Oltre all'attività di solista, Sandro De Palma ha una particolare predilezione per la musica da camera. Ha eseguito

tutte le Sonate per violino e pianoforte di Beethoven e tutta l'opera da camera di Brahms. Tra i violinisti con i quali ha

suonato ricordiamo Boris Belkin, Domenico Nordio, Ilja Grubert, Pierre Hommage; tra i violoncellisti Luigi Piovano,

Tatiana Vassilieva, tra gli strumnetisti a fiato Vincenzo Mariozzi, Wenzel Fuchs, Giampiero Sobrino. Ha collaborato con

gli archi e i fiati dei Berliner Philharmoniker, con il Quartetto Prazak, il Quartetto Ebène, il Quartetto Amarcorde.

La sua attività discografica, iniziata a sedici anni con un disco dedicato a Liszt è proseguita con la partecipazione

alla prima registrazione mondiale del Gradus ad Parnassum di Muzio Clementi per la Fonit Cetra (20° Premio della

Critica discografica Italiana) e con incisioni dedicate a Brahms e a rare pagine pianistiche di Cilea.

Da sempre nel mondo dell’arte musicale e teatrale, sia come concertista sia come manager, integra con equilibrio la

sensibilità artistica con le capacità organizzative e gestionali e possiede una visione olistica delle problematiche più

importanti afferenti la direzione artistica di un teatro. Alla continua ricerca di “tesori sconosciuti” (vedi le

programmazioni della 56° e 57° edizione del Festival di Spoleto, in cui ha proposto anche autori di rarissima

esecuzione quali Decaux e Filtsch), nel corso della lunga carriera ha saputo bilanciare proposte di programmazione

originali con le esigenze di coinvolgimento del pubblico.

Dal 1999 al 2010 è stato Direttore artistico prima dell’Associazione Musicale del Teatro Bellini di Napoli, poi del

Festival Maggio della Musica di Napoli presentando al pubblico partenopeo artisti quali: Ivo Pogorelich, Grigory

Sokolov, Roman Vlad, Michele Campanella, Sergei Slovatchevsky, Igor Uriash, Salzburg Chamber Soloists del

Mozarteum di Salisburgo, Daniele Rossi, Quartetto Beethoven, Quintetto d’archi dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, Lee

Konitz, Steve Swallow, Paul Motian, Jazz Mediterraneo, Paolo Conte, Archi dei Berliner Philharmoniker, Ensemble di

Fiati dei Berliner Philharmoniker, Camerata Stuttgart, Trio Wanderer, Quartetto Ebène, Victoria Mullova, Renaud

Capucon, Salvatore Accardo, Uto Ughi, Ilja Grubert, Boris Belkin, Maxim Fedotov, Paolo Pollastri, Darko Brlek, Il

Labirinto Armonico, Wiener Mozart Trio, Quartetto Talich, Quartetto Prazak, TimmQuartett dei Berliner Philharmoniker,

molti dei quali per la prima volta nella città partenopea.

Nel 2000 ha fondato l’Associazione Musicale Muzio Clementi, di cui è Presidente e Direttore artistico. Tra le

principali produzioni si possono citare: i Concerti di Mezzogiorno del Festival dei 2Mondi di Spoleto (anni 2013 e 2014),

lo spettacolo “Enoch Arden” al Teatro dell’Opera di Roma con Gabriele Lavia, i Concerti annuali presso la Biblioteca

Casanatense di Roma, il gemellaggio con il Festival “Piano aux Jacobins” di Toulouse (Francia).

Naturale innovatore, nel corso degli anni ha usato opportunamente la tecnologia a supporto della produzione musicale e teatrale. Nella sua attività di concertista, è stato un precursore nell’uso del iPad in alternativa alle tradizionali

partiture. Abile utilizzatore dei software audio/video Wavelab, Protools, Ableton Live, Imovie, Logic Pro X, Altiverb,

nel corso della sua attività ha svolto anche lavori nel campo della registrazione, come, ad esempio, la produzione,

registrazione, montaggio e messa online di alcune Sonate di Domenico Cimarosa e Domenico Scarlatti (2013), la

realizzazione di un breve video di presentazione del Concerto dedicato ai Preludi di Chopin per l’Istituto Polacco di

Roma (2012), l’assistenza al montaggio analogico per il CD dedicato alle Sonate per clarinetto e pianoforte di J.

Brahms (1993), l’ assistenza per la registrazione microfonica analogica al Teatro di Brescia per la realizzazione del

master con musiche di Francesco Cilea (1989) e l’assistenza al montaggio analogico per la prima incisione del Gradus

ad Parnassum di Muzio Clementi per la Fonit Cetra (1977).

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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