lunedì 28 agosto 2023

All’ultimo appuntamento con il Balagàn Cafè: musiche di scena con i solisti dell’Oma diretti da Enrico Fink, la poetessa Sarai Shavit e la storica Liliana Picciotto

Musica, eventi culturali, drink, degustazioni e visite guidate giovedì 31 agosto dalle ore 19 nel giardino della Sinagoga.

Il ciclo d’incontri dedicato alla bellezza culminerà il 10 settembre con la Giornata Europea della Cultura Ebraica



Ultimo appuntamento con l’edizione 2023 del Balagàn Cafè. Il prossimo giovedì 31 agosto dalle ore 19 la musica, la cultura, le degustazioni kosher e la gioia degli appuntamenti nel giardino della Sinagoga di Firenze anticipano la Giornata Europea della Cultura Ebraica di domenica 10 settembre, con Firenze città capofila. La speciale kermesse estiva – quest’anno dedicata alla bellezza - organizzata dalla Comunità Ebraica di Firenze e dal Comitato Rete Toscana ebraica in collaborazione con il Museo ebraico di Firenze, oltre che con il sostegno della Regione Toscana e il contributo di Fondazione CR Firenze. Si conclude con due ospiti di primo piano come la scrittrice e poetessa israeliana Sarai Shavit e la storica e saggista italiana Liliana Picciotto oltre che la musica travolgente dei solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo diretti magistralmente da Enrico Fink in duplice veste di presidente della Comunità Ebraica di Firenze e direttore artistico.

“Il tema della bellezza– spiega Enrico Fink – può essere declinato in tanti modi. È stato scelto quest'anno come filo rosso della Giornata Europea della Cultura Ebraica, e non è certo un caso che si sia pensato di mettere al centro, come capofila nazionale, Firenze, da secoli simbolo essa stessa di bellezza. Così noi, in questa undicesima edizione del Balagàn, racconteremo la bellezza durante tutta l'estate. Sarà la bellezza dell'arte, in collaborazione con il nostro museo ebraico, e la bellezza della musica ascoltata nel nostro giardino; ma anche la bellezza dell'etica, della solidarietà, del vivere insieme”.

La formula del “Balagan Cafè” è quella tradizionale con l’apertura alle ore 19 ad ingresso libero, visite guidate della Sinagoga e del Museo ebraico, degustazioni (su prenotazione e fino ad esaurimento) di prelibati piatti dal mondo ebraico; musica, incontri con autori e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, e a concludere la serata il concerto che vede ogni sera esibirsi nella affascinante cornice della scalinata del Tempio Maggiore esponenti nazionali e internazionali del mondo ebraico e non solo.

Le visite guidate alla Sinagoga e al Museo ebraico, al costo di 10 euro dalle ore 19,30 alle 21, saranno tenute da operatori dedicati; per partecipare è necessaria la prenotazione al numero 055 2989879.

In apertura di serata Sarai Shavit (Hod HaSharon, Israele, 1982) illustrerà il suo libro Lettera d’amore e d’assenza (Neri Pozza piccola biblioteca, 2023 pp. 192). Poetessa, scrittrice, editor e presentatrice televisiva, le sue poesie sono state tradotte in Germania, Inghilterra, Francia e India. Ha vinto numerosi premi, fra cui il Tel Aviv Municipality Poetry Prize, il Goldberg Prize for Literature e il Mifal Hapayis Poetry Prize. Attualmente, Shavit si occupa dell’organizzazione di festival letterari e dirige la rivista Moznayim. Insegna scrittura creativa alla Tel Aviv University e alla Bezalel Academy of Arts and Design.

 


 

 

Il volume vede protagonisti un autore affermato e una giovane aspirante scrittrice. Una storia d’amore che divampa immediatamente e brucia in un istante. Lui è sposato, e sua moglie aspetta un bambino. Lei lo ama: crede che lui l’aiuterà a crescere nella vita, come scrittrice. Parlano di letteratura, delle madri che non ci sono più, del vuoto che hanno lasciato, di ciò che manca alle loro esistenze. Anche se forse ciò che lei ama davvero è l’immagine di lui. E quando se ne accorge è troppo tardi: ora è lui a desiderarla davvero, a schiacciarla con il suo potere, con la forza delle sue parole. Con quell’arte oratoria che dà il titolo a uno dei suoi romanzi, che cominciano sempre con una tragedia e finiscono con la compassione. Vent’anni dopo, la scrittrice si imbatte di nuovo nello scrittore durante una conferenza. E non può fare altro che mettersi a scrivere, rievocando il loro amore in una lunga lettera: una lettera che lui non leggerà mai. Una lettera d’amore e d’assenza, di desiderio e di nostalgia, di tristezza e di riflessione, sul potere degli uomini e delle parole, e sull’infinita e spossante ricerca dell’identità.

Alle 20,30 avrà luogo l’incontro con Liliana Picciotto (Il Cairo, 1947) su la resistenza degli ebrei italiani. La storica italiana, laureata in Scienze Politiche, dal 1969 lavora presso il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano di cui è la direttrice dell'archivio storico, ed è specializzata nello studio della storia degli Ebrei in Italia nel periodo fascista e della repubblica di Salò. La sua opera più importante è la ricerca sulla deportazione degli ebrei dall'Italia sfociata, nel 1991, nella pubblicazione del volume Il libro della memoria. Gli ebrei deportati dall'Italia. 1943-1945, contenente l'elenco quasi esaustivo degli ebrei deportati dall'Italia ai campi di sterminio. Il libro ha ricevuto premi (Acqui Storia, menzione speciale Premio Viareggio) e riconoscimenti in numerosi Paesi, tra cui Israele. L’autrice ha pubblicato inoltre molti volumi dedicati alla storia contemporanea degli ebrei tra cui L'alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli. 1943-1944 (Mondadori 2010); dal 1969 lavora presso il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano, di cui dirige le ricerche storiche. È stata anche consulente storica per alcuni film sulla Shoah, tra i quali Jona che visse nella balena di Roberto Faenza del 1993, e il documentario di Rai 3 Per ignota destinazione del 1995. È inoltre autrice con Marcello Pezzetti del documentario Memoria, per la regia di Ruggero Gabbai, contenente le interviste ai superstiti italiani della Shoah (selezionato ai Festival del Cinema di Berlino, Norimberga e Gerusalemme del 1997). Sempre con Pezzetti e Gabbai ha realizzato i documentari Gli ebrei di Fossoli (2006) e Il viaggio più lungo. Rodi-Auschwitz (2013). Per Einaudi ha pubblicato Salvarsi. Gli ebrei d'Italia sfuggiti alla Shoah 1943-1945 (2017).

Alle 21,30 ritorna la grande musica dell’Orchestra Multietnica di Arezzo (OMA – #omarezzo), che festeggia quest’anno i suoi 16 anni di attività: un percorso di pace, di nomadismo e di amore per le proprie radici, che dal Nord Africa sale per il Medio Oriente, la Turchia, la Grecia, i Balcani, l’Est Europeo, e arriva fino al nostro Paese, alle coste bagnate da quello stesso Mediterraneo che unisce e allontana i popoli. Il concerto di oggi vede i solisti dell’Orchestra insieme al direttore Enrico Fink alle prese con il repertorio di composizioni originali di Fink, che da anni portano nei teatri di tutta Italia per accompagnare attrici come Ottavia Piccolo, Isabella Ragonese, Amanda Sandrelli; in particolare grazie al sodalizio artistico di lunga data fra Enrico Fink e Stefano Massini. Potremo ascoltare anche le musiche dell’ultima produzione del Teatro della Pergola, “L’Interpretazione dei Sogni”, che vede lo stesso Massini in scena; e del tributo a Giorgio Gaber, “Quando sarò capace di amare”.

L’apericena vedrà delizie culinarie dal mondo ebraico narrate e cucinate da Michele Hagen e Jean Michael Carasso. Si potranno degustare: Ads bi dersa, lenticchie in salsa piccante algerine. Si preparano lessando i legumi e conservandoli mentre in una ciotola uniremo aglio, peperoncino, sale, cannella e cumino che andranno aggiunti all’olio dove è stata rosolata la cipolla, uniremo le spezie e si cuocerà a fuoco basso. I beignets di sardine, palline di sardine tritate e mescolate con aglio, prezzemolo, uova sbattute e cumino e successivamente dorate nell’olio e servite con una spruzzata di limone. Il tutto accompagnato dall’Harissa, è una salsa piccante a base di peperoncino rosso, tipica del Nord Africa, in particolar modo della Tunisia, dove per tradizione viene preparata senza particolare difficoltà in ogni casa. L’Harissa, che in arabo significa “pestato”, ha un colore rosso vivo, e serve per condire numerosi piatti Africani. A completare il menù dell’apericena ci saranno i Kafteji un ottimo contorno a base di verdure di origine tunisina, ricco e colorato come del resto quasi tutti i piatti di questa popolazione. L’aperitivo sarà cura del Balagan Bistrot Cafè con bevande dalle mille tradizioni ebraiche.

Per l’apericena i posti sono limitati ed è obbligatoria la prenotazione al numero di telefono 0552989879 (offerta di partecipazione consigliata 15 euro) oppure via email giorgio.depolo@firenzebraica.it o in presenza presso la biglietteria della Sinagoga in via Farini, 6 e il punto vendita Opera Your Preview in via Por Santa Maria 13R a pochi passi da Ponte Vecchio. 

 

Info sui siti web: jewishflorence.it e balagancafe.com

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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