Fondazione Nicola Del Roscio
presenta
per il ciclo #ProjectRoom #2
Francesco
Arena
“Il fulmine governa ogni cosa”
Un’idea di Nicola Del Roscio
a cura di Davide Pellicciari e Carlotta Spinelli
22 settembre 2023 – 7 dicembre 2023
Vernice: 22 settembre 2023, ore 18.00 – 20.00
La Fondazione Nicola Del Roscio
presenta, da venerdì 22 settembre 2023 a giovedì 7 dicembre 2023,
una nuova mostra dal titolo “Il fulmine governa ogni cosa”,
personale di Francesco Arena e secondo appuntamento del ciclo
#Project Room degli spazi di via Crispi 18, ideata da Nicola Del
Roscio e curata da Davide Pellicciari e Carlotta Spinelli.
Il
ciclo di esposizioni pensato appositamente per la Project Room della
Fondazione Nicola Del Roscio si propone come un osservatorio sulla
produzione artistica italiana contemporanea, in cui alcuni tra i più
interessanti artisti italiani sono invitati a proporre interventi
sperimentali che riflettano su temi urgenti della contemporaneità.
“Il fulmine governa ogni cosa” è
un progetto espositivo in cui convergono e si sovrappongono alcuni
dei personaggi che nel corso del tempo Francesco Arena ha
intercettato o ritrovato in contesti molteplici: da Martin Heidegger
a Glenn Gould, da Jacques-Louis David a Cy Twombly, da Paul Engelmann
a Ludwig Wittgenstein. Spaziando dalla filosofia alla musica fino
all’arte nelle sue più diverse declinazioni, la galleria di
personaggi abbraccia tutto il mondo del sapere.
Il titolo fa
riferimento a una celebre citazione di Eraclito che si stagliava
sulla fronte dell’architrave della porta di ingresso della famosa
hütte di Heidegger a Todtnauberg, ricostruita a dimensioni reali
all’interno degli spazi della Fondazione. La capanna, idealmente
riconducibile alla memoria del filosofo, è un’opera che contiene
una serie di sculture realizzate dall’artista appositamente per
questa mostra. I lavori, man mano che il pubblico procede nel
percorso espositivo, vengono svelati, intessendo un gioco di continui
rimandi e scambi tra contenitore e contenuto, visibile e invisibile,
esperienza individuale ed esperienza collettiva.
Le opere
presentate fanno tutte riferimento all’idea di supporto, ausilio,
aiuto, sia fisico che emotivo, al quale tutta l’umanità ricorre. I
supporti su cui l’uomo agisce ogni giorno, nell’idea proposta dal
progetto espositivo, sono il palcoscenico dell’esistenza. Ogni
segno all’interno della composizione è riconducibile a un
significato simbolico e ha a che fare con la vicenda umana.
Il
pavimento su cui il visitatore incede è costituito da 210 assi in
cera di fusione rossa. La sedia sulla quale si accomoda un pianista
per esibirsi riporta incastrato nella spalliera un giornale che
quotidianamente sarà sostituito con quello della data corrente, a
indicare un mutamento continuo in qualcosa che è sempre
apparentemente uguale a sé stesso. Su di un plinto poggiano alcuni
fogli che sono idealmente in attesa di essere riempiti di idee.
Ogni
singola scultura è il ritratto trasfigurato di un oggetto con una
propria storia, salvo poi rivelarsi come altro da sé. Lo spettatore
è invitato a interagire con esse, ma allo stesso tempo
l’installazione appare compiuta anche nell’assenza della presenza
umana. In tal senso “Cintura”, opera in sospensione, può
accogliere ed ospitare due persone al suo interno, mentre invece
l’opera “Cartello” esaurisce la sua funzionalità comunicativa
nella candela accesa che si spande sulla superficie. Infine,
nell’opera “Maniglia” la partecipazione umana è simulata:
muovendosi automaticamente conduce verso un altrove anche se nessuno
può effettivamente azionarla per accedervi.
Attraverso la sua
pratica multidisciplinare Arena attua continui e sottili riferimenti
alla società contemporanea, evidenziando l’impossibilità di
essere totalmente sufficienti a sé stessi e di come sia fondamentale
avere un sostegno da parte dell’altro. L’arte, esattamente come
la religione, la magia, la filosofia e la politica, è un supporto
per la vita umana, ma anche un antidoto che l’uomo ha inventato per
dare senso alla propria esistenza e proteggersi dall’ignoto.
Il
nuovo corso del format #Project Room dà la possibilità di entrare
ancor più nel vivo del processo creativo dell’artista. All’interno
del percorso mostra, sarà infatti allestita anche una sezione
documentaria dedicata a tutte le suggestioni e le fonti raccolte
dall’artista, il suo studio e gli scambi con i curatori nella fase
di realizzazione del progetto.
L’esposizione sarà corredata da
un catalogo, edito da Lenz, con un’inedita conversazione tra i
curatori e l’artista, insieme alla documentazione fotografica dei
lavori esposti.
#ProjectRoom è un format di Fondazione Nicola
del Roscio, nato nel 2019 di pari passo con lo spazio, che si è
sviluppato fino a ora in concomitanza di altre mostre con una serie
di appuntamenti di durata variabile, dislocati nel tempo, che non
vogliono seguire il tradizionale assetto di una programmazione
specifica. In origine, l’attività allestitiva era circoscritta a
un unico ambiente della Fondazione, oggi si svincola dall’idea di
un luogo specifico, per configurarsi come possibilità per l’artista
di scegliere la sua area di intervento, creando rimandi e interazioni
del tutto inaspettate.
#ProjectRoom è un luogo a sé, distinto
dalle eventuali mostre in corso, autonomo per riflessioni
dell’autore, ma in simbiosi con lo spirito e gli obiettivi della
Fondazione stessa: la promozione dell’arte in tutte le sue forme
espressive. Il format si pone l’obiettivo di uscire dalla propria
sede per entrare direttamente in contatto con lo spettatore,
occupando luoghi fisici anche esterni alla Fondazione.
#ProjectRoom
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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