venerdì 22 dicembre 2023

"Salvador Torres ed Enzo Trepiccione: un dialogo artistico tra segno e narrazione"

Giovedì 28  dicembre, dalle ore 17:00, nello spazio dell’artista Ilia Tufano, Movimento Aperto, via Duomo 290/C a Napoli, si inaugura la mostra "Salvador Torres ed Enzo Trepiccione: un dialogo artistico tra segno e narrazione"

 

 

La mostra è introdotta dal testo dell’artista Mario Lanzione. Resterà aperta fino al 25 gennaio 2024 (il lunedì e il martedì ore 17-19, il giovedì ore 10.30-12.30 ed eventualmente su appuntamento chiamando il  numero 3332229274).

I due artisti, spagnolo Salvador Torres , italiano che in Spagna vive e lavora Enzo Trepiccione, sono intervenuti su vecchie carte geografiche, lavorando a quattro mani.

 


Rappresentare la superficie del pianeta sul quale viviamo nella maniera più oggettiva possibile, sembra questo il compito delle carte geografiche, il punto d’arrivo di un percorso durato millenni. Che poi la pretesa oggettività trovi un limite nella curvatura della terra, anche questa non è una novità.

La rappresentazione è convenzionale: monti, lagune, fiumi, città sono tutti al loro posto, tutti segnati come ci aspettiamo, nessuno presente nelle sue particolari forme. Il tempo è fermo. I confini tra uno stato e gli altri hanno un ruolo da protagonista: tagliano il mondo in tante parti, con la pretesa di  recinzioni invalicabili; anche la guerra si rappresenta su queste carte e sembra un gioco quasi innocente. Ebbene, gli interventi pittorici che interrompono questa scontata geometria vogliono mostrare una spazialità altra, quella del vivente e del suo vissuto. I due artisti operano ciascuno con il linguaggio che gli appartiene.” Quella di Salvador Torres è una pittura sorprendente poiché va oltre ogni certezza. I corpi, che sembrano svuotati come manichini senza anima, trasmettono una spiritualità che è al limite tra una realtà percepibile nella sua iconografia e una verità nascosta di personaggi che vivono il dramma dell’esistenza umana sempre in bilico tra l’egoismo e la necessità di proporre un mondo migliore. Sono opere atemporali: rappresentazioni fantastiche scaturite dall’immaginazione; un mondo surreale, non come sogno che rielabora il proprio inconscio ma come visione soggettiva per una narrazione che sfugge alla logica stereotipata, scontata e consuetudinaria di un “sistema” sociale che ignora i pericoli derivanti dal proprio egocentrismo e dall’arroganza nel trascurare le regole fondamentali, necessarie per mantenere inalterato l’equilibrio naturale. Scrive lucidamente Mario Lanzione e poi , ancora, a  proposito di Enzo Trepiccione: Se i sogni e i ricordi fanno parte del nostro subconscio e della nostra storia esistenziale, quello dei simboli è un sistema di comunicazione che agisce sulle nostre conoscenze. Un mezzo espressivo usato per riportarci all’origine dei contenuti che racchiudono una mole notevole d’idee e di valori che qualsiasi linguaggio umano non potrebbe apportare alla mente. Un solo simbolo nasconde una miriade di significati. Sono questi elementi che ritroviamo nella pittura di Enzo Trepiccione, in un costante equilibrio tra la realtà e l’immaginazione. La spontanea operatività pittorica di Enzo è proprio questa simmetria tra un pensiero oggettivamente esistente e una propria soggettività rappresentata attraverso raffigurazioni di figure stilizzate, riprodotte in “casellari della memoria”, di case, alberi e fiori, eseguite con una linea di contorno spessa, forte, immediata e veloce”. Infine, Mario Lanzione conclude osservando che:” …. insomma quello di Torres e Trepiccione, è un dialogo artistico tra segno e narrazione ma anche un “viaggio” dentro e fuori la storia, dentro e fuori un percorso geografico tra Cartagena, Alicante e Napoli. Un’intesa artistica che stabilisce una connessione, un rapporto reciproco nella piena capacità di interagire, come in un gioco, su supporti che indicano il tempo tra il passato e il presente. Un passato e un presente che fissa il concetto dell’uomo in continuo movimento, l’uomo che per necessità o per spirito di conoscenza s’incammina con ogni mezzo possibile per andare oltre i propri confini di appartenenza. Questo viaggio, forse, per Torres rappresenta il partire verso una terra amica portando in sé l’idea del “ritorno” mentre per Trepiccione è un rivenire nella sua “terra natìa” con l’imprescindibile esigenza di far “ritorno” ad una realtà acquisita, oltre i confini del territorio d’origine.  Sono opere che inducono a riflettere e che danno al fruitore la possibilità di sentirsi partecipe e coinvolto. Un progetto originale che avvalora, senza ombra di dubbi, la qualità e l’esperienza di Salvador Torres ed Enzo Trepiccione.”

 

 
Dal testo di Mario Lanzione   Benevento dicembre 23

Salvador Torres ed Enzo Trepiccione. Un dialogo artistico tra segno e narrazione
……Quella di Salvador Torres è una pittura sorprendente poiché va oltre ogni certezza. I corpi, che sembrano svuotati come manichini senza anima, trasmettono una spiritualità che è al limite tra una realtà percepibile nella sua iconografia e una verità nascosta di personaggi che vivono il dramma dell’esistenza umana sempre in bilico tra l’egoismo e la necessità di proporre un mondo migliore. Sono opere atemporali: rappresentazioni fantastiche scaturite dall’immaginazione; un mondo surreale, non come sogno che rielabora il proprio inconscio ma come visione soggettiva per una narrazione che sfugge alla logica stereotipata, scontata e consuetudinaria di un “sistema” sociale che ignora i pericoli derivanti dal proprio egocentrismo e dall’arroganza nel trascurare le regole fondamentali, necessarie per mantenere inalterato l’equilibrio naturale.  

 




Se i sogni e i ricordi fanno parte del nostro subconscio e della nostra storia esistenziale, quello dei simboli è un sistema di comunicazione che agisce sulle nostre conoscenze. Un mezzo espressivo usato per riportarci all’origine dei contenuti che racchiudono una mole notevole d’idee e di valori che qualsiasi linguaggio umano non potrebbe apportare alla mente. Un solo simbolo nasconde una miriade di significati. Sono questi elementi che ritroviamo nella pittura di Enzo Trepiccione, in un costante equilibrio tra la realtà e l’immaginazione. La spontanea operatività pittorica di Enzo è proprio questa simmetria tra un pensiero oggettivamente esistente e una propria soggettività rappresentata attraverso raffigurazioni di figure stilizzate, riprodotte in “casellari della memoria”, di case, alberi e fiori, eseguite con una linea di contorno spessa, forte, immediata e veloce.
Questo progetto a “quattro mani” concepito da Salvador Torres ed Enzo Trepiccione e realizzato per la storica galleria d’arte Contemporanea “Movimento Aperto” di Napoli, diretta con competenza e professionalità da Ilia Tufano, è uno scenario interattivo decifrabile come una conversazione tra due artisti che integrano i loro linguaggi artistici in opere congiunte. Lavori realizzati su carte geografiche del XX secolo: Del golfo di Policastro; di Punta Lividonia; di Capo Circeo; del Golfo di Napoli, del Touring club italiano; del servizio geografico della Marina sulla costa meridionale della Francia; una mappa alterata di una costa immaginaria che collega la Spagna con l’Italia, composta da un atlante del 1948 e tre mappe vitali e letterarie, estratte dal libro The Zoo We Live. Su queste nove mappe sono intervenuti in un dialogo tra il segno e la narrazione che, come dice lo stesso Salvador Torres, danno vita a percorsi e interpretazioni estetiche di diverso grado e complessità …. insomma quello di Torres e Trepiccione, è un dialogo artistico tra segno e narrazione ma anche un “viaggio” dentro e fuori la storia, dentro e fuori un percorso geografico tra Cartagena, Alicante e Napoli. Un’intesa artistica che stabilisce una connessione, un rapporto reciproco nella piena capacità di interagire, come in un gioco, su supporti che indicano il tempo tra il passato e il presente. Un passato e un presente che fissa il concetto dell’uomo in continuo movimento, l’uomo che per necessità o per spirito di conoscenza s’incammina con ogni mezzo possibile per andare oltre i propri confini di appartenenza. Questo viaggio, forse, per Torres rappresenta il partire verso una terra amica portando in sé l’idea del “ritorno” mentre per Trepiccione è un rivenire nella sua “terra natìa” con l’imprescindibile esigenza di far “ritorno” ad una realtà acquisita, oltre i confini del territorio d’origine.  Sono opere che inducono a riflettere e che danno al fruitore la possibilità di sentirsi partecipe e coinvolto. Un progetto originale che avvalora, senza ombra di dubbi, la qualità e l’esperienza di Salvador Torres ed Enzo Trepiccione.

Benevento, dicembre 2023

 

 



 

ENZO TREPICCIONE
Nato a Caserta nel 1969, ha conseguito il diploma di maturità artistica applicata presso l'Istituto Statale d'Arte di San Leucio (Caserta) dove ha avuto, tra gli altri, come insegnante il Maestro Bruno Donzelli. Si diploma in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Napoli, allievo del maestro Carmine Di Ruggiero. Dal settembre 1993 al dicembre 1997 lavora come restauratore presso la ditta Coppola Restauri a Roma, presso la Reggia di Caserta, nel dicembre 1997 si trasferisce a Parigi, visitando frequentemente il Centro Georges Pompidou e il Museo Picasso.
Nel giugno 1998 rientra in Italia dove continua a lavorare come restauratore e assistente del maestro Bruno Donzelli, esponendo in diverse mostre collettive e presentando due mostre personali.
 
Nel novembre 1999 torna a Parigi per trasferirsi, nel 2000, a Valencia dove viene incaricato di dirigere il restauro degli affreschi dell'abside della Basilica di San Nicolás, opera del maestro Dionisio Vidal. A Valencia entra in contatto con un gruppo di artisti e inizia una serie di mostre collettive e personali in tutto il territorio spagnolo. Al suo lavoro si interessano i critici: Aldo Elefante, Carlo Robero Sciascia, Fernando Caballero, Valeriano Venneri, Luigi Fusco, Maria Luisa Pérez Rodríguez.
Nel suo lavoro mostra risorse plastiche che decostruiscono gli oggetti rappresentati per diventare parte della realtà che l'artista persegue. Questo primitivismo, che sconfina nell'ingegno cosciente, ci introduce all'arte pura più autentica, nel primordiale della creazione. Formalmente la sua opera si articola in forme figurative schematiche disegnate con colori puri e complementari che, a loro volta, generano. Le sue composizioni sono strutturate in un linguaggio che è una sorta di calligrafia geroglifica che ci riporta a un simbolismo come sentimento arcaico di gioia utopica e nostalgia per l'innocenza culturale e creativa perduta.

SALVADOR TORRES,1971. Cartagena (Murcia, Spagna).





Artista multidisciplinare.
Dopo essersi laureato presso la Facoltà di Belle Arti di San Carlos a Valencia, ha studiato un Ciclo di Studi in Museologia, organizzato dal Dipartimento di Comunicazione Audiovisiva, Documentazione e Storia dell'Arte dell'Università Politecnica di Valencia in collaborazione con l'Istituto Valenciano di Arte Moderna Arte .
Fin dalla sua prima mostra personale nel 1996, le sue opere ci mostrano un mondo interiore pieno di enigmi, significati, spazi aperti che ci trasportano verso altri paesaggi dove diversi elementi costruiscono il loro mondo.
Riferimenti a elementi personali e onirici fanno da filo conduttore nei suoi dipinti e lavori grafici: in “Pinted Narrations”, tenutosi nel 2013 al Museo di Belle Arti di Murcia, dQueste opere sono concepite a partire da un certo immaginario basato su una serie di personaggi classici decostruiti come riconsiderazione degli archetipi fondamentali della pittura contemporanea; Per fare questo, infiltra nella sua opera diverse icone della tradizione accademica che si ritrovano nel rapporto tra l'immaginario e il reale, a cui abitudini di pensiero conferiscono una dimensione illusoria di prospettiva, profondità e credibilità; come in “Theatrvm”, al Museo Teatrale Romano di Cartagena nel 2015. Così, le sue opere artistiche emanano un alone senza tempo che circonda le situazioni, le architetture e i personaggi, che, trasmutati in simboli, sembrano restare fissati in un tempo indeterminato. Le sue opere parlano della presenza e assenza di questi simboli nella memoria familiare e personale, come nel suo “Paradossale e reale” nella galleria Spazio Vitale di Aversa, nel 2019; o sulla ricerca cartografica esistenziale in Maps and Territories, tenutasi nel 2023 presso la LaLuz Mediterranean Art Gallery di Murcia, Spagna.
Ha esposto in fiere d'arte e festival comeartexpo(Barcellona, Spagna), Wingfield Arts&Music (Regno Unito),Mac21(Málaga, Spagna),Linea artistica(Gand, Belgio), La Mar de Músicas (Cartagena, Spagna),Incontri fotografici(Murcia, Spagna),ArtMadrid (Madrid, Spagna),Arte Sud(Cordoba, Spagna),IV Biennale del Libro d'Artista(Napoli, Italia),Biennale Belvedere di San Leucio 2017, (Caserta, Italia);Fiera Internazionale CIFTIS 2018, (Pechino, Cina); e Giffoni Film Festival (Italia)


COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

 

 

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