giovedì 11 gennaio 2024

“RAPSODIA D'AMORE” di Lidia Loguercio - Edizioni IL SAGGIO

 

"In “RAPSODIA D'AMORE” affronto una tematica particolare, antica quanto il mondo, quella della diversità, vale a dire di ciò che consideriamo estraneo al nostro “entourage”. È una storia che esplora le profondità dell’animo umano. Arduo è stato il mio compito nello sfidare l’invisibile, nel racchiudere l’ignoto nelle parole. Sapendo che il lettore chiede ad uno scrittore/scrittrice di dargli l’illusione della realtà e di non fargli capire che la realtà è un’illusione, è stata mia premura, in questa opera, “vestire l’illusione” dal momento che mi è sembrato smarrito il sorriso tra la gente, e mi sono chiesta dove sia finito quel sorriso che non si vede più. Così ho cercato di trasformare i silenzi e le notti in parole. Quello che era indicibile, ho tentato di scriverlo, dal momento che ho visto intorno a me modificarsi il mondo in modo vorticoso, e dilagante mi è apparsa la cecità del vivere in un tempo dove la speranza sembra finita. Cosi - afferma Hermann Broch (1):<“Ogni opera deve scaturire dalla penombra e dalla cecità, deve restare dunque nella disarmonìa; questa è la decisione degli Dei.”> Sulla base di tale asserzione, sulla disarmonia, è scaturita la mia scelta del titolo “Rapsodia d’amore”.
Il mio lavoro si è concretizzato nel narrare, cogliendo gli aspetti più salienti, sia dei personaggi presentati (di Arwa e di Piero principalmente), sia dell’ambiente, del tempo, sottolineando le discrepanze, le contraddizioni, le remore mentali, i pregiudizi in uno con quello di indicare la via, a possibili soluzioni. In ogni opera, tuttavia, c’è sempre il riferimento a un vissuto: c’è una storia di vita; c’è l’amore, e la ricerca della felicità; c’è il dolore, la tristezza, la morte, vale a dire, i tre “Magnalia” (vita, amore e morte), di dantesca memoria. Va anche ribadito, che c’è sempre qualcosa della vita che risulta nell’ombra perché indicibile, impenetrabile. Ho avuto anche la velleità di spingere in avanti i limiti del pensiero, mirando ad esplorare qualcosa in quelle schegge dell’inconscio, del pensiero, sfiorando l’alone di piani agli umani sconosciuti (come il desiderio di comunicazione con entità soprannaturali). Connesso con tale tentativo si è collegato anche il linguaggio. Nelle pagine di questa opera si racchiude cosi una limitata scheggia di tempo e di spazio finalizzata a ricercare, con il fine di meglio comprendere, indebolire e, se possibile, rompere infine le sbarre al pregiudizio.
(1) HERMANN BROCH, “La morte di virgilio”, cit. pag. 486"

Lidia Loguercio 


                                 

 


 

1 commento:

  1. Ringrazio La dottoressa Rosaria Pannico, scrittrice e giornalista, nonché collaboratrice della casa Edidtice "Il SAGGIO", per l'intervista relativa alla mia opera "RAPSODIA D’AMORE" romanzo saggio sulla intolleranza. Lidia Loguercio,

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