Abbraccio tra le note tra
Jacopo Sipari e Abigeila Voshtina
La violinista giovedì 24 gennaio si esibirà a Varna, eseguendo il concerto di Max Bruch n. 1 in sol minore per violino e orchestra op. 26, per l’apertura della stagione dell’Opera di Stato con un concerto diretto da Arto Chifchyan, che dedicherà la seconda parte della serata al Ludwig Van Beethoven della VII sinfonia.
Il direttore abruzzese con la violinista albanese ha inaugurato tra gli applausi la stagione della Kosovo Philarmonic Orchestra. Appuntamento per la solista sul palcoscenico dell’opera di Stato di Varna per il concerto d’apertura del cartellone, diretto da Arto Chifchyan.
Successo annunciato quello del binomio composto dal direttore Jacopo Sipari di Pescasseroli, il quale ha iniziato il 2025 alla testa della Kosovo Philarmonic Orchestra, sul podio del Palazzo Atelier della Gioventù in Pristina e della violinista Abigeila Voshtina, special guest della serata inaugurale, su invito del direttore artistico dell’istituzione musicale di Stato, Dardan Noko. La solista ha posto in luce, con la sua scelta ed esecuzione, l'importanza e la bellezza del Concerto n. 1 di Max Bruch, in sol minore op. 26, un'opera che, sebbene meno eseguita rispetto ad altre, rappresenta un pilastro del repertorio violinistico romantico. Il confronto naturale con il Concerto per violino di Mendelssohn sottolinea le sfide tecniche ed espressive che il brano di Bruch pone al solista, richiedendo non solo abilità tecnica ma anche una profonda sensibilità interpretativa. La Voshtina, con il suo suono fascinoso e avvolgente, è riuscita a trasmettere il carattere lirico dell'opera con una interpretazione perfetta, grazie all’ uniformità e alla compattezza della cavata, nonchè alla sicurezza dell’intonazione. Elementi, questi, che nella percezione complessiva della performance, hanno catturato l'essenza "cantante" del concerto, ragioni estetiche seguite da una linea di efficienza e al contempo di morbidezza e raffinata eleganza che contraddistinguono, da sempre, la bacchetta di Jacopo Sipari di Pescasseroli, il quale ha esaltato ulteriormente la musica di Bruch, in particolare nell’ Adagio, che formalmente è un’aria per violino solista, la cui scrittura si fa sempre più intricata fino a quando non raggiunge una forma meno chiaramente definita, ma più focosa nel secondo tema che culmina praticamente con tre sospiri prima per l’orchestra, quindi per il solista, riuscendo a creare un'esperienza musicale apprezzabile, evidenziando la bellezza e la complessità del concerto. Jacopo Sipari per la serata con la formazione kosovana, si è riservato, poi, riservato due pagine ispirate in parte alla natura termine declinato in vario modo, dal paesaggio all’interiorità, Finlandia di Jean Sibelius e L’Isola dei Morti di Sergej Rachmaninov, in cui il direttore ha liberato per intero la sua abilità nel padroneggiare lo strumento orchestrale, non certo cedendo al semplice effetto coloristico, che certa musica pur concilia, ma ponendosi tra senso e suono, in quell’altrove mistico in cui si ritrovano i segni e le inquiete e nostalgiche coscienze dei due compositori.
Andranno infatti piuttosto apprezzati l’andamento da marcia funebre, intesa, come nell’Eroica, quale tributo sommesso alla memoria di un Grande del severo Allegretto processionale in La minore, capovolgimento del luminoso La maggiore d’impianto, nobilitato dall’inserzione d’una doppia fuga; la violenza espressiva dello Scherzo, completato da un doppio Trio dalla solennità degna del Campo di Marte, per chiudere, poi, con il carattere inequivocabilmente marziale del Finale.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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