venerdì 26 settembre 2025

ARCHEOLOGIA: 50 anni Ebla, al prof. Paolo Matthiae il Premio Sebastiano Tusa per le scoperte archeologiche e la divulgazione scientifica

La consegna sabato 27 settembre durante Catania Archeofilm. Modifiche alla location per previsioni pioggia: venerdì 26 confermato il Teatro Antico, sabato al chiuso nella Chiesa di San Francesco Borgia (via Crociferi). 

Ingresso ore 21:00, libero e gratuito

 



 

Catania, 26 settembre 2025 – Sarà assegnato al grande archeologo Paolo Matthiae -al quale si deve proprio nel settembre di cinquanta anni fa, la scoperta dell’archivio reale dell’antica città di Ebla in Siria (III millennio a.C.) - il Premio Sebastiano Tusa da parte dell’omonima fondazione intitolata alla memoria dell’insigne archeologo siciliano. La consegna avverrà a Catania, la sera di sabato 27 settembre, nell’ambito di Catania Archeofilm 2025, festival internazionale del Cinema di Archeologia, Arte e Ambiente che, organizzato dal Parco Archeologico di Catania e della Valle dell’Aci con Archeologia Viva/Firenze Archeofilm, ha preso il via con successo ieri nella cavea del Teatro Antico della città.

 

 

La cerimonia di sabato 27 settembre, inizialmente programmata proprio al Teatro Antico (che oggi, venerdì 26, ospiterà regolarmente la seconda serata di Catania Archeofilm), si svolgerà al chiuso, fra le navate della chiesa barocca di San Francesco Borgia (via Crociferi) a causa delle previsioni meteo che annunciano temporali per il pomeriggio di sabato. Si inizia sempre alle ore 21, ingresso libero e gratuito. Sul palco Giulia Pruneti di Archeologia Viva.

 

A consegnare il Premio Tusa al prof. Matthiae sarà Valeria Livigni, presidente della Fondazione e moglie dell’archeologo. A seguire, sempre sabato sera, sarà proclamato il film vincitore del Premio Catania Archeofilm 2025, pellicola scelta dal pubblico che in queste tre sere esprime il proprio voto su apposite schede di valutazione.

 
 



 

Ieri, serata inaugurale di ieri, giovedì 25 settembre, sono intervenuti il direttore del Parco archeologico di Catania e della Valle dell’Aci, Giuseppe D’Urso, dell’archeologa Giulia Falco e, in video da Siena, Daniele Malfitana, direttore della Scuola di Specializzazione nei Beni Archeologici dell’Università di Catania, intervistati da Piero Pruneti.

Oggi, 26 settembre, di scena la preistoria: ospite Massimo Cultraro, dirigente di ricerca CNR, docente di Preistoria e Archeologia Egea all’Università di Palermo e dal 2015 responsabile di un progetto di ricerca nel Caucaso. Sabato 27 la scena si sposta in Mesopotamia con la presenza del prof. Matthiae.

 


 


“Catania Archeofilm 2025” è organizzato dal Parco Archeologico di Catania e Valle dell’Aci della Regione Siciliana con Archeologia Viva/Firenze Archeofilm (Giunti editore), in collaborazione con Università di Catania - Scuola di specializzazione in Beni Archeologici, e Fondazione Sebastiano Tusa. Supporter dell’iniziativa Hi.Stories.

 

I FILM, notizie

Venerdì 26 si inizia con “I misteri della grotta Cosquer”, sito accessibile solo ai subacquei, con splendide pitture di 27mila anni; a seguire la Grotta di Cala dei Genovesi con le storiche riprese in 16 mm girate nel 1953 dall’antropologo Paolo Graziosi e che documentano gli scavi preistorici sull’isola di Levanzo (Egadi); quindi il film “Le ossa raccontano”, con il lavoro dei paleontologi nel Montana (USA), nella storica riserva statunitense di Big Horn. Chiude la serata il film “Stromboli: a provocative island”: l’isola delle Eolie è oggetto di una missione di scavi che documenta un’occupazione medievale finora sconosciuta.

 

 

Sabato 27 la macchina del tempo ci porta in Medioriente con “Il mondo perduto dei Giardini Pensili” e il racconto di Ninive, l’antica capitale degli Assiri, celebre nel mondo antico per i suoi giardini pensili indicati come “una delle sette meraviglie”. Chiudono il programma della prima edizione due film che fanno riflettere sul tema del cambiamento climatico: il turco “Water is life”, con la storia di un lago prosciugato in Turchia, e “Greenland response”, dove siti archeologici e insediamenti vichinghi in Groenlandia sono messi a repentaglio dall’inarrestabile aumento delle temperature.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA 

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