giovedì 11 aprile 2013

Padre Giuseppe Moscati

San Giuseppe Moscati (Benevento 25 luglio 1880 – Napoli, 12 aprile 1927), medico italiano, è stato beatificato da papa Paolo VI nel 1975 e canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987.
San Giuseppe Moscati è definito "il medico dei poveri". 

La famiglia di San Giuseppe Moscati proveniva da Santa Lucia di Serino, un paese in provincia di Avellino. Il padre Francesco che, laureato in giurisprudenza, nel corso della sua carriera fu giudice al tribunale di Cassino, Presidente del Tribunale di Benevento, Consigliere di Corte d'appello, prima ad Ancona e poi a Napoli. A Cassino, Francesco incontrò e sposò Rosa De Luca, dei Marchesi di Roseto ed ebbero nove figli, di cui Giuseppe fu il settimo.



Il 25 luglio del 1880, a palazzo Rotondi Andreotti Leo, nacque Giuseppe Maria Carlo Alfonso Moscati. L'atto di nascita di San Giuseppe Moscati è conservato presso l'archivio di Stato Civile del Comune di Benevento. L'8 dicembre del 1888, "Peppino" (così era chiamato e come amerà firmarsi nella corrispondenza privata) ricevette la prima comunione presso la Chiesa delle Ancelle del Sacro Cuore, nella quale la famiglia Moscati incontrava spesso Beato Bartolo Longo (fondatore del Santuario di Pompei). Nel 1889 il giovane Giuseppe si iscrisse al ginnasio presso l'Istituto Vittorio Emanuele a Piazza Dante, proseguì gli studi ed, il 4 agosto 1903, si laureò a pieni voti in medicina con una tesi sull'ureogenesi epatica considerata degna di stampa. Pochi mesi dopo si presentò ai concorsi per assistente ordinario e per coadiutore straordinario agli Ospedali Riuniti degli Incurabili, superando entrambe le prove. Nel 1908, dopo aver superato il concorso di assistente ordinario per la cattedra di Chimica Fisiologica, iniziò a svolgere attività di laboratorio e ricerca scientifica presso l'Istituto di Fisiologia dell'ospedale delle malattie infettive Domenico Cotugno.


Divenne socio aggregato alla Regia Accademia Medico-Chirurgica. Tre anni dopo, nel 1911, quando un'epidemia di colera colpì Napoli, Moscati fu chiamato dall'Ispettorato della Sanità Pubblica, presso il quale presentò una relazione sulle opere necessarie per il risanamento della città che venne in parte portata a compimento. Fu inoltre proposto per la libera docenza in chimica biologica. In quello stesso anno aveva vinto il concorso come aiuto ordinario negli Ospedali Riuniti. Gli fu, poco dopo, conferita la libera docenza in chimica fisiologica, su proposta di Antonio Cardarelli ed iniziò l'insegnamento delle indagini di laboratorio applicate alla clinica e di chimica applicata alla medicina secondo programmi del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione. Collaborò inoltre, per l'inglese e il tedesco, alla testata "La Riforma Medica", fondata da Rummo prima come quotidiano, poi come settimanale e poi come quindicinale. Fu anche direttore dell'Istituto di Anatomia Patologica.


Il consiglio d'amministrazione dell'Ospedale Incurabili nel 1919 lo nominò primario e il 2 maggio 1921 Moscati inviò al Ministero della Pubblica Istruzione la domanda per essere abilitato per titoli alla libera docenza in Clinica Medica Generale; il 6 giugno 1922 la Commissione nominata dal Ministero esaminò i titoli e lo ritenne idoneo a conseguire tale libera docenza esonerandolo all'unanimità, in virtù dei lavori proporsti, dalla discussione dei lavori presentati, dalla lezione e dalla prova pratica. All'inizio degli anni Venti, Moscati si dedicò anche ad alcuni importanti studi di storia della medicina. Quando, nel gennaio 1922, venne sperimentata l'insulina per la cura del diabete, Moscati fu tra i primi in Italia ad utilizzare quel procedimento terapeutico rivoluzionario.
Numerose sue ricerche furono pubblicate su riviste italiane ed internazionali, tra le quali le ricerche pionieristiche sulle reazioni chimiche del glicogeno.


Il 12 aprile del 1927, dopo aver ascoltato la Santa Messa nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli ed aver svolto il suo consueto lavoro tra l'ospedale e lo studio privato, verso le 15:00, si sentì male e spirò sulla sua poltrona. Aveva 46 anni. Ricordiamo che alle esequie vi fu una notevole partecipazione popolare. Il 16 novembre del 1930 i suoi resti furono trasportati dal Cimitero di Poggioreale, dove vi erano in origine alla Chiesa del Gesù Nuovo, dove si trovano attualmente. Essi sono conservati in un'urna bronzea eseguita dello scultore Amedeo Garufi. Il pontefice Paolo VI lo proclamò Beato il 16 novembre del 1975. Successivamente proclamato santo il 25 ottobre del 1987 da Giovanni Paolo II. La sua festa liturgica si celebrava il 16 novembre.

Nessun commento:

Posta un commento