giovedì 22 novembre 2018

L’antica "Terra Furoris"

I Romani fuggiaschi, inseguiti dai Barbari, si rifugiarono su queste montagne e vi fondarono i primi insediamenti: Scala, Ravello, Furore. Poi da quassù scesero verso il mare, fino a diventare navigatori abilissimi. Nacque così la gloriosa Repubblica Amalfitana.

Furore restò, per la sua particolare conformazione, una roccaforte inattaccabile anche al tempo delle incursioni saracene. I suoi abitanti si dedicarono in particolare alla pastorizia e all’artigianato.


Il Fiordo rappresentò un porto naturale, nel quale si svolsero fiorenti traffici e si svilupparono le antiche forme di industria: cartiere e mulini alimentate dalle acque del ruscello Schiato, che discendeva dai Monti Lattari. Il nome Furore derivò dalla particolare furia che il mare assume nei giorni e nelle notti di tempesta e dal fragore dei flutti sulla scogliera e nel Fiordo, con rumori spaventosi e assordanti. Il suo nome originario era “Terra Furoris” (terra del Furore). 

Esso comprendeva anche un sobborgo, denominato “Casanova”, poi assorbito nell’espansione del paese e la cui denominazione è scomparsa. (Tratto da “Il paese che non c’è” di Raffaele Ferraioli).



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