domenica 6 gennaio 2019

La storia della Befana

La Befana è un personaggio che ha colto suggestioni da diversissime leggende e trasposizioni culturali: inizialmente (nel periodo romano politeista) la popolazione venerava Diana, la dea della caccia e della fecondità che nelle notti che precedevano l’inizio della nuova semina si diceva passasse, con un gruppo nutrito di donne, sopra i campi, proprio per renderli fertili e fecondi al nuovo raccolto. 

Col passare dei secoli la deriva pagana diede spazio alle interpretazioni cristiane in un medioevo fatto di persecuzioni alle streghe e di forte fervore religioso: la bella Diana diviene una brutta donna. 
 
Le contaminazioni pagane e cristiane generano quindi una figura di donna che è un misto di entrambe le culture, da una parte vive la buona Diana e dall’altra la cattiva strega che deve essere bruciata. Si dice che i Re Magi in viaggio per Betlemme avessero chiesto informazioni sulla strada ad una vecchia, e che avessero insistito perché lei andasse con loro a portare i doni al salvatore. La vecchia rifiutò, ma poco dopo, pentita, preparò un cestino di dolci e si mise in cerca dei Magi e del bambino Gesù. Non trovandoli bussò ad ogni porta e consegnò dolci ai bambini sperando di potersi così far perdonare la mancanza. Con la mediazione del cristianesimo la Befana diviene quindi una specie di strega, vestita di stracci, brutta e che vola sopra i tetti con una scopa, ed ha quindi un lato perfido che la rende un personaggio estremamente affascinante. Se infatti molti altri benefattori come Babbo Natale o San Nicola portano doni a tutti, la Befana porta dei regali modesti e tanto carbone a chi non è stato buono. La Befana tradizionale porta arance, noci, piccoli dolci casalinghi e carbone e ricorda che dopo le feste si torna a lavorare a “sgobbare” per i frutti del terreno (non è un caso l’usanza di dire “l’epifania tutte le feste porta via”). E' infatti proprio dopo il sei Gennaio che il contadino ricominciava con la nuova semina, che si riprendevano i fervori casalinghi per dar vita ad un nuovo, e si sperava, prosperoso raccolto.

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