venerdì 20 settembre 2019

Tragodìa. Il gelo nel cuore

Autrice: Elisabetta Scaramelli
Romanzo psicologico
Formato 15x21
Pagine 314

Primo volume della trilogia Tragodìa. Il seguito sta per essere pubblicato col titolo “Il figlio dentro”. Il capitolo finale lo sto scrivendo (La morte delle sirene).
Si può acquistare nei vari store online in versione cartacea, mentre l’ebook solo su Amazon al momento.


PRESENTAZIONE

Scrivere ha sempre rappresentato per me un modo per esprimere tutto ciò che la società attuale, così caotica e rapida, mi impedisce di dire. Dopo aver saggiato, con sofferenza iniziale, il disinteresse della maggior parte delle persone verso i sentimenti e i pensieri profondi, ho iniziato a riversare sui fogli il malanimo, la delusione, ma anche i miei migliori sentimenti inespressi.
Scrivo da quando ho imparato a scrivere. Ho iniziato con raccontini e poesie, ma poi, sentendomi afferrare dagli impegni quotidiani, ho iniziato ad accantonare questa passione per dedicarmi ad altro. Da piccola sognavo di fare la scrittrice, il mio modello era Jo March, ma da adolescente sono stata catturata dai romanzi gotici, ragion per cui ho iniziato a scrivere poesie ermetiche e permeate di mistero.
Ciò che mi ha dato la spinta a mettere nero su bianco le mie storie è stata la lunga esperienza come role player e master. Il gioco di ruolo, così come le fan fiction, è un’ottima palestra dove allenare e nutrire le proprie capacità acerbe. In questo ambiente ho trovato il mio stile scrittorio, la strada da seguire, ho dato corpo a quello che prima era solo vapore, e alla fine ho deciso di riprendere una storia iniziata molti anni prima e viverla (e farla vivere) come un’avventura da gioco di ruolo. Tragodìa. Il gelo nel cuore è il mio primo romanzo edito. È nato inizialmente come diario, il diario del protagonista: Ludovico Visconti. Ma poi la necessità di rendere più visibile il contesto della narrazione e di raccontare ciò che stava intorno a questo personaggio mi ha spinta a farne una trilogia.
Siamo nella Torino del 1905, dove un vice commissario di Polizia (il protagonista) viene coinvolto intimamente in un caso che scuoterà le sue convinzioni. Ludovico non è un uomo che esprime se stesso, lascia che gli altri lo giudichino per quello che sembra: aspro, pungente, misantropo. Ha una marea di sentimenti contrastanti dentro di lui e attende la morte di sua madre per urlare al suo diario tutta l’amarezza, la rabbia e lo sdegno che prova per lei e per ciò che lo circonda.
Ludovico è anche fortemente razionale e irriverente verso le convinzioni, che lui ritiene sciocche, della maggior parte della gente. Detesta i bigotti, i mangiafandonie, i falsi credenti, i cimiteri caotici nel giorno dei morti e preferisce chiudersi nella sua gabbia per guardare da dietro le sbarre, e deridere, le persone diverse da lui. Ma la morte di una donna, una suicida trovata in riva al Po, lo metterà davanti a una realtà che aveva sempre evitato: l’anima sopravvive alla morte. Quella donna martoriata dal fiume gli entrerà nel cuore, si impossesserà di lui e lo costringerà a guardarsi intorno in modo diverso, sensibilizzandolo ai patimenti e facendogli provare la pena per aver abbandonato sua madre fino alla morte.
Ludovico è destabilizzato. Si chiede se queste sensazioni sono frutto della sua follia o della sua instabilità emotiva, se questo spirito è realmente accanto a lui o è solo un Golem costruito dal suo senso di solitudine. Questa sensibilità che riteneva di non possedere lo renderà fragile perché lo costringe a percepire maggiormente la sua sofferenza e quella degli altri. La sua maschera si sta sgretolando e lui ne è terrorizzato.
Ad aggravare la situazione interviene anche un segreto che conoscerà dopo la morte della madre e che lo costringerà a rifugiarsi nel sole della Grecia per ripulirsi di tutto il malanimo. Ma proprio in Grecia, esattamente a Tino, senza volerlo, ricostruirà il suo passato grazie a degli incontri straordinari e anche quello dell’annegata, che intanto lo imprigiona in un amore atipico che, malgrado l’apparente perversione, lo rende felice.

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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