martedì 11 maggio 2021

Innesti/Sinergie

Sabato 22 maggio 2021, alle ore 17,00 a Guarcino, nella Sala Polivalente del MAC. Museo d’Arte Contemporanea del Piccolo Formato, via San Michele Arcangelo s.n., si inaugura la mostra “Innesti/Sinergie” presentata da Marcello Carlino.


L’esposizione sarà visitabile fino al 10 luglio 2021 dal lunedì al venerdì, dalle ore 16,30 alle 19,00, con obbligo di prenotazione telefonando al seguente numero 3281353083.

ARTISTI:
Renzo Bellanca, Francesco Calia, Primarosa Cesarini Sforza, Lea Contestabile, Lucia Di Miceli, Patrizio Di Sciullo, Elisabetta Diamanti, Mavi Ferrando, Giovanni Fontana, Giancarla Frare, Salvatore Giunta, Rita Mele, Alessandro Monti, Antonio Picardi, Teresa Pollidori, Fernando Rea, Rosella Restante, Grazia Sernia, Elena Sevi, Stefano Soddu, Ilia Tufano, Piero Varroni, William Xerra, Gaetano Zampogna


Testo di Marcello Carlino


Sul filo del progetto di Innesti/Sinergie corrono significati plurimi, nella cui humus hanno radici e fondamento la teoria e la pratica dell’arte.

Intanto si rammenta, ed anzi si sottolinea, il valore della intertestualità. Non c’è opera che, anche quando ne sia poco avvertita, e quando denunci una radicalità iconoclasta, non supponga una sua esperienza intertestuale, ovvero, alla Borges, una biblioteca-catalogo di testi visivi consultati o frequentati o comunque tenuti presenti. Proporre una immagine per un innesto possibile, per una “talea” da realizzare, rinvia per certo alla ritualità del gioco, che solitamente accompagna, che deve accompagnare l’atto creativo e che concorre nel profondo a motivarlo, a farlo tale; epperò configura un modo e un’occasione per esplicitare (e per offrire consapevolezza di) ciò che talora è implicito, per mettere in esponente ciò che è tacito, nascosto: dipingere o coordinare elementi plastici in una struttura e in un insieme è frutto di un dialogo – talvolta discreto, talvolta serrato, talvolta spinto fino al conflitto, sempre imprescindibile – con la tradizione artistico-figurale, con l’universo dei segni socializzati e in particolare con alcune loro evenienze stilistiche o iconiche. E, come per le immagini suggerite agli artisti che partecipano a questa sessione di incontro che si tiene a cura dell’associazione Azioni d’arte, avviene che i prelievi o i lasciti siano evidenziati o visti da distante come in una mise en abîme, confusi e travestiti o profilati per abbozzi, interi o frammentati, lasciati inerti o portati a reazione.

Il dialogo richiede un incontro; e non è senza cooperazione. Cooperazione come intesa di linguaggio o come dialettica di stile, come attinenza all’impianto strutturale di provenienza dell’ipotesto o come capovolgimento e dissidenza, come continuità o scelta per una irruzione sorprendente. E questa è la sinergia: un programma di lavoro partecipato per il quale l’arte è sempre un processo che dura; lineare o a salti, è uno svolgimento nel quale le preesistenze (e con esse il valore della testimonianza pubblica e della memoria) sono interne al (funzioni del) nuovo che si fa e che nuovamente si definisce in contesto, inscritte o coinvolte nel ciclo del suo prodursi.

Infine, le contraintes: dal progetto con il lancio dei temi iconografici e con le condizioni stabilite, alle misure vincolanti del formato è indicato un altro principio fondamentale della teoria e della pratica dell’arte: anche nel suo campo e per la sua efficacia è obbligatorio preventivare e determinare le regole del gioco. Che qui si gioca, come in una speciale mail art, su filo di una corrispondenza: ti scrivo perché tu risponda a stretto giro.

E infatti l’arte è un finissimo gioco di comunicazione che si qualifica nel rifiuto della standardizzazione dei linguaggi, che responsabilizza e chiama alla partecipazione, che in una sorta di transizione ecologica promuove la pulizia dalle scorie invalidanti (da usi eterodiretti) che asfissiano lingue e codici, privandoli della capacità di schiudere pensiero e di stimolare forme mature di coscienza civile.   

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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