domenica 19 giugno 2022

Lo scugnizzo scrittore di Antonio Di Franco - Edizione "Il Saggio"


 

Antonio è un ragazzo che nasce con un destino che non ha avuto la possibilità di scegliere, in una famiglia senza mezzi di sussistenza e senza prospettive. Conosce sin dall’infanzia cosa sia realmente il significato di un’unica parola, quella della povertà, quella vera, cruda, che ti fa desiderare anche quel che normalmente si dà per scontato: un piatto caldo a tavola ogni giorno!

In questa continua “fame” di bisogni che si fa fatica a soddisfare, cosa si può pretendere da un ragazzo che si sta affacciando alla vita, alle sue prime esperienze che avrebbe il diritto di vivere nella piena spensieratezza dei suoi giovani anni? Frequenta la scuola ma con addosso le responsabilità di un “adulto” che cerca di aiutare a tutti i costi la sua famiglia; e con quali mezzi se non quelli che la strada gli offre, compiendo le sue prime “ruberie”… Antonio non lo sa ancora, è troppo giovane per capirlo, ma possiede una grande ricchezza interiore, quella che noi chiamiamo “valori” , che nessuno gli toglie nonostante tutto nel suo percorso di crescita così sbandato: la dedizione alla famiglia, l’amicizia, l’amore, il senso di rispetto e di fiducia in colui in cui  crede e che ti ascolta. Sono questi i valori che, al di là di ogni esteriorità ed apparenza, diventano il baluardo della sua esistenza, anche nei momenti più bui e tristi, come quello della carcerazione, dell’amico scomparso troppo giovane, e che lo sostengono quando arrivano le prove più difficili da superare come il rischio di perdere la sua prima figlia che la moglie porta in grembo.

Questo è l’Antonio che noi operatori penitenziari abbiamo conosciuto, la personalità non di un “delinquente” ma di un uomo semplice dai sentimenti sinceri e schietti, che con umiltà ha saputo riflettere sui propri errori, riscoprire le proprie potenzialità, dare valore alle proprie risorse personali, rimettersi in gioco per cercare di riconquistare la tanto agognata libertà!

Antonio è la storia dei tanti ragazzi che varcano le soglie del carcere, che meritano ascolto e non indifferenza, vicinanza e non lontananza, comprensione e non intransigenza. Una storia che merita di essere raccontata perché capire significa conoscere e non giudicare e con questo auspicio noi operatori penitenziari auguriamo ad Antonio ed a tutti i ragazzi svantaggiati come lui di vincere tutte le battaglie che la vita riserva.

D.ssa Concetta Felaco

 


 


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