L’esposizione, che porta il
visitatore "Nell’officina di Gunter Böhmer. L’illustrazione
del libro come avventura interiore", è promossa dal Comune di
Collina d’Oro e dalla Fondazione Ursula & Gunter Böhmer, in
collaborazione con il Complesso Monumentale della Pilotta, la
Biblioteca Palatina e la Fondazione Museo Bodoniano. La mostra sarà
inaugurata sabato 5 ottobre alle ore 11.00 nella Sala Petitot.
In esposizione, alcuni degli esiti più
significativi della ricchissima attività di illustratore di testi,
soprattutto letterari, svolta da Böhmer (alcuni libri d’artista a
tiratura limitata con litografie e incisioni originali; circa
centocinquanta volumi che recano la riproduzione di suoi disegni e di
tecniche miste su carta; oltre mille copertine disegnate). Numerosi
sono gli autori cui Böhmer ha rivolto la propria attenzione,
illustrandone alcune delle opere, a partire dal 1933, quando Hesse
gli commissiona l’illustrazione del suo "Hermann Lauscher".
Ricordiamo, tra i tanti: Hermann Hesse, Thomas Mann, Franz Kafka,
Robert Walser, Edward Mörike, Georg Büchner, Jeremias Gotthelf,
Nino Erné, Hans Walter, Ossip Kalenter, Edgar Allan Poe, William
Faulkner, John Keats, Liam O’Flaherty, Gabriele D’Annunzio, Luigi
Pirandello, Stendhal, Gustave Flaubert, Guy de Maupassant, Honoré de
Balzac, Hans Christian Andersen, i fratelli Grimm, Pedro Antonio de
Alarcón.
Lo stile di Böhmer si evolve nel
tempo: se all’inizio, nel segno sottile legato alla tradizione
pittorica e illustrativa francese - pensiamo, tra i tanti nomi che si
potrebbero citare, a André Dunoyer de Segonzac e poi a Bonnard, al
cui "Parallèlement" possiamo rimandare per "L’Oleandro"
di Böhmer, e successivamente a Raoul Dufy e a Henri Matisse -, si
può cogliere quasi l’eco di uno sguardo che va alla scoperta delle
bellezze del mondo e delle dolcezze della vita, presto i suoi disegni
si caricano degli umori e delle passioni dell’espressionismo
tedesco, con le sue durezze, le sue cupezze, le sue angosce, e del
tramando di esperienze quali quelle di Picasso, di Alberto Giacometti
e di Marino Marini, fino a qualche incursione nei grovigli e nei
meandri del segno informale. Böhmer è comunque un illustratore nel
quale sempre si può cogliere la tensione a un’immersione nella
verità del testo, nel costante tentativo, come lui stesso affermò,
di conseguire l’"unità tra testo e immagini" e di dare
vita a un "organismo in cui tutti gli elementi letterari
figurativi e tipografici compongono un’unità". Confessa
ancora Böhmer nel 1961 che a lui poco interessano strade che vengono
battute (la decorazione, l’"arricchimento di fregi",
oppure una grafica libera, "musica d’accompagnamento" del
testo), ma sperimentare un’"avventura psicologica", "ciò
che è proprio di una scelta interiore".
L’esposizione resterà aperta al
pubblico fino al 15 novembre 2019, da lunedì al giovedì ore
9.00-18.00, venerdì e sabato ore 9.00-13.00, sabato 2 e 9 novembre
chiuso. Ingresso libero.
In occasione della mostra viene
pubblicato un ricco catalogo, edito da Step di Parma, che reca, oltre
ai saluti istituzionali di Ignazio Cassis (Consigliere della
Confederazione Svizzera), di Sabrina Romelli (Presidente della
Fondazione Ursula & Gunter Böhmer e Sindaco del Comune di
Collina d’Oro) e di Simone Verde (Direttore del Complesso
Monumentale della Pilotta), i saggi introduttivi di Sandro
Parmiggiani e di Alessandro Soldini, curatori della mostra e membri
del Consiglio della Fondazione Böhmer; due testi di Böhmer
sull’illustrazione del libro; un’ampia documentazione fotografica
su alcuni dei più importanti volumi illustrati dall’artista; gli
apparati bio-bibliografici finali.
Gunter Böhmer, nato a Dresda nel 1911,
è allievo di Emil Orlik e di Hans Meid all’Accademia di Belle Arti
di Berlino, frequenta il pittore Max Slevogt, e nel 1933 su invito di
Hermann Hesse si reca a Montagnola, nel Canton Ticino,
trasferendovisi definitivamente l’anno seguente e fissando la
propria residenza in "Casa Camuzzi" - solo nel 1951 otterrà
cittadinanza svizzera. Con Hesse (Premio Nobel per la Letteratura nel
1946) la frequentazione è continua, così come intensi sono i
rapporti con una piccola colonia di intellettuali e artisti, di varie
nazionalità, che vivono o soggiornano nella zona (in primis, l’amico
pittore Hans Purmann, Giovanni Mardersteig, fondatore a Montagnola
dell’Officina Bodoni, Hugo Ball, tra i fondatori del Dadaismo, e la
moglie Emmy Ball-Hennings, Max Horkheimer, filosofo, Alexander
Ostrowski, matematico, Max Picard, medico e filosofo, Bruno Walter,
direttore d’orchestra, oltre a tanti altri che si potrebbero
menzionare). Dopo il primo incarico, ricevuto direttamente da Hesse
nel 1933, Böhmer collabora con Giovanni Mardersteig dell’Officina
Bodoni e con le Edizioni Albatros di Parigi, e intensifica la sua
attività di illustratore, alternata alla pittura vera e propria,
condotta fino alla fine dei suoi giorni. L’artista soggiorna in
varie città italiane; è a Parigi, dove frequenta Raoul Dufy. Dal
1960 al 1976 è docente di Grafica creativa all’Accademia statale
delle Arti Figurative a Stoccarda e ottiene numerosi riconoscimenti
dalle autorità della Repubblica Federale Tedesca, compreso l’invito,
nel 1980, all’Accademia tedesca di Villa Massimo a Roma. Muore nel
1986 a Montagnola; la vedova, Ursula Bächler, sposata da Böhmer nel
1945, promuove la costituzione della Fondazione Ursula & Gunter
Böhmer, attiva nel Comune di Collina d’Oro.
Per informazioni: Biblioteca Palatina –
www.bibliotecapalatina.beniculturali.it.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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