martedì 8 luglio 2025

Alla 19a edizione di ..incostieraamalfitana.it la Atrani di Annella Prisco, le gesta di Clistèros di Domenica Catania, i versi di Annachiara Di Salvio, il 9 luglio ad Atrani

 


Lo Scoglio a pizzo di Atrani ospita il 9 luglio alle ore 20.00 il nuovo appuntamento con i Salotti letterari della 19a edizione di  ..incostieraamalfitana .it Festa del Libro in Mediterraneo. Con il patrocinio del Comune costiero ed in sinergia con il Forum dei Giovani, protagonisti Annella Prisco con “Noi, il segreto” (Guida) e Domenico Catania con “Clistèros torna a Calcide e vince la Guerra Lelantina” (Amazon). Dalla narrativa alla poesia poi, nella sezione “Incontri d’Autore”, con Annachiara Di Salvio e “Sabbia, silenzio e sogni” (Robin). Ne parlerà con gli autori il direttore organizzativo di ..incostieraamalfitana .it Alfonso Bottone.

 


 

Proprio come l’incedere della vettura da cui scaturisce la vicenda, “Noi, il segreto”, nuovo romanzo di Annella Prisco, attraversa le tappe della vita dei suoi personaggi sostando nelle stazioni della problematicità dell’esistenza. Graziella e Francesco sembrano appartenere a mondi totalmente estranei, ma dal loro incontro casuale su di un treno si dipana una storia dall’intreccio inaspettato e avvincente. Originaria di Atrani, Graziella è una donna passionale e dinamica che non sente la vocazione per l’insegnamento. Sarà questa la ragione di quel senso di solitudine e inquietudine che l’accompagna anche quando decide di lasciare il piccolo borgo della Costiera per la cattedra in Brianza? Non solo dubbi e incertezze sullo sfondo del viaggio della protagonista del romanzo di Annella Prisco, ma anche la necessità di confrontarsi con nuove quotidianità: l’amore, o forse solo la presenza di un marito; il brivido di un incontro ad alta velocità; la malattia di un padre schivo con un passato non ancora sepolto; il dolore di un’amica ucraina travolta dall’orrore della guerra.

 


 

“Clistèros torna a Calcide e vince la Guerra Lelantina” di Domenico Catania, secondo romanzo della saga di Clìstèros, narra le vicende che conducono il protagonista, già fondatore della prima colonia calcidese in Sicilia nel 735 a.C., a combattere a fianco della sua città di origine, Calcide, contro un'altra poleis dell'Isola di Eubea: Eretria. La guerra tra le due poleis è veramente accaduta; alcune fonti la collocano proprio alla fine dell'ottavo secolo prima di Cristo mentre altre cinquanta o forse cento anni dopo. La Guerra per il possesso della Pianura alluvionale del fiume Lelanto fu combattuta per i soliti motivi di predominio, soprattutto economico. Le risorse che le due città, e le loro rispettive alleate, intendevano impossessarsi sarebbero servite, infatti, per alleviare la cronica indisponibilità di terre fertili e di pascoli che affliggeva la società della Grecia arcaica. Le due Alleanze che si fronteggiarono fecero uso, forse per la prima volta nella Storia dei conflitti armati, di formazioni di Fanteria che combatterono in modo coordinato e disciplinato. Ma non solo la Fanteria. Fecero comparsa anche le prime formazioni di Cavalleria pesante che, in ambedue i contendenti, erano composte da giovani delle classi nobiliari e mercantili. Ma anche sul mare avvennero scontri tra formazioni navali dotate di nuove armi e nuove tattiche di combattimento. Insomma, la Guerra Lelantina fu un conflitto spartiacque tra due concezioni di guerra: quella che si affidava al coraggio, all'intraprendenza e alle capacità dei singoli guerrieri e quella dell'uso scientifico, manovrato e pianificato di formazioni complesse di Fanti, Cavalieri e Navi da combattimento. E in questo nuovo mondo ecco che il nostro Clìstèros si trova coinvolto perché costretto da una serie di infausti motivi a prendere e sostenere le parti della sua città natale, la stessa da dove era fuggito ventitré anni prima. Continui tradimenti, perfidi comandanti e politici, uomini assettati di potere, voglia di predominare e sottomettere l'avversario a tutti i costi, intrighi, battaglie tra Cavalieri, tra Fanti e tra Marinai sono gli ingredienti principali che accompagneranno il lettore fin dalla prima pagina. E proprio quando la guerra sembra conclusa e la pace sembra nuovamente avvolgere le vite dei coloni e delle stesso Clìstèros... ecco che ritorna la violenza, la minaccia e le armi. Ieri come oggi. 

 

 

 
La memoria, il tempo, la morte e lo spazio di un universo simbolico, intimo e ricco di echi e suggestioni si mescolano tra i versi di “Sabbia, silenzio e sogni” di Annachiara Di Salvio. La parola diviene percezione, contatto, senso alterato di un mondo popolato da visioni, preghiere e silenzi mai raccontati. Si svela il solipsismo cupo di una solitudine inerme ed incerta, complice di un fraseggiare che scorre sincopato come singhiozzo di un pianto senza lacrime, fonte e deriva di ogni tentativo di espiazione. 

 

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COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA 

Il M° Jacopo Sipari di Pescasseroli dirige Morricone al teatro di Trieste il 9 luglio

 Teatro Giuseppe Verdi di Trieste
Stagione sinfonica

Presenta

Concerto for Morricone

Harmonica cromatica Gianluca Littera

Direttore Iacopo Sipari di Pescasseroli

Orchestra della Fondazione Teatro Lirico 

Giuseppe Verdi di Trieste

 




Trieste, CASTELLO DI SAN GIUSTO – CORTILE DELLE MILIZIE

Mercoledì 9 luglio 2025 ore 21.15, info.: 040 6722200 info@teatroverdi-trieste.com

 

Jacopo Sipari e Gianluca Littera:

No(t)te per Ennio Morricone


 

Il direttore abruzzese, alla testa dell’ Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, con ospite l’harmonicista Gianluca Littera, inaugurerà mercoledì 9 luglio, alle ore 21,15, nel cortile delle milizie del Castello di San Giusto, la stagione sinfonica estiva del massimo triestino

 

Con un omaggio ad Ennio Morricone, a cinque anni dalla scomparsa, il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, inaugurerà alla testa dell’ Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, mercoledì 9 luglio, alle ore 21,15, nel cortile delle milizie del Castello di San Giusto, la stagione sinfonica estiva. “Sono estremamente felice di debuttare con l’Orchestra del teatro Verdi di Trieste – ha dichiarato il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli – ringrazio in primis il direttore artistico del massimo triestino Paolo Rodda, per questo invito che mi permetterà di far musica con questo straordinario musicista che è l’harmonicista Gianluca Littera, uno dei massimi solisti ed esperti di questo particolare strumento, in una serata in cui attraverseremo le pagine più intense della musica applicata, con un finissimo portrait dedicato ad Ennio Morricone con l’Harmonica cromatica solista e gli straordinari arrangiamenti dello stesso Littera e di Stefano Nanni. Un ri-esordio il mio nella splendida Trieste, sicuramente emozionale e con maggiore esperienza,  consapevolezza e amore, poiché proprio nel suo conservatorio ho ottenuto il diploma di direzione d’orchestra, sotto la guida del Maestro Marco Angius. Un legame forte il mio con la città che verrà rinsaldato proprio tra le mura del castello che domina Trieste e ne è il simbolo visto che la sua storia è lunga quanto quella della città, fino ad oggi”. La serata verrà inaugurata dal tema di Nuovo Cinema Paradiso, di Ennio Morricone, per Harmonica cromatica e orchestra nell’arrangiamento dello stesso solista Gianluca Littera “Sono diversi anni – ha dichiarato il Maestro Littera – che svolgo la mia attività da solista con l’harmonica cromatica, precisamente dal duemila, poiché sono laureato in viola, strumento con il quale ho svolto la mia carriera in orchestra. L’harmonica è una realtà che si sta affermando sempre più e così ho aperto la prima cattedra nazionale, proprio all’Accademia di Santa Cecilia    , uno strumento che ha un repertorio importante che spazia da Darius Milhlaud a Villa Lobos, a volte può rappresentare una sorpresa, ma, ormai è protagonista, in festival, manifestazioni e istituzioni. Riguardo questo concerto dedicato ad Ennio Morricone, posso dire che la mia collaborazione con lui è stata sviluppata nell’arco di molti anni, e ho avuto anche il privilegio di essere dedicatario di una sua composizione, Immobile n°2, per Harmonica e 12 strumenti che ho eseguito in prima mondiale a Tokio, con i Cameristi italiani, e in seguito, con l’orchestra dell’Accademia sotto la sua direzione. Naturalmente ho inciso diverse sue colonne sonore e ho avuto il privilegio della sua introduzione ai miei libri didattici, così il magistero di questo strumento è nato sotto il suo aureo suggello”.


 


 


 Emozionante vena nostalgica per il Morricone di Nuovo cinema Paradiso, per poi passare all’esecuzione della musica per Jurassic Park una colonna sonora potente,

Molti includono John Williams nel filone del neoromanticismo ma, a prescindere dalle etichette, il compositore e pianista riesce sempre a costruire un microcosmo del tutto personale attorno a cui ruota la sua musica: bastano poche note di qualsiasi sua partitura per identificarlo immediatamente. Ascoltare la musica di Williams è un po' come ritrovare un vecchio amico con cui abbiamo passato tanti bei momenti insieme, ed è sempre difficile separarsene. Jurassic Park  resta uno dei più grandi dialoghi tra orchestra e pellicola filmica, senza catene né gabbie, nell’arrangiamento di Calvin Custer, quindi si passerà all’apparizione di Jack Sparrow, con la suite de’ “La Maledizione della prima luna”, con la colonna sonora firmata da Klaus Badelt, nell’arrangiamento di Ted Ricketts, motivo, molto orecchiabile, interamente costruito su brevi frasi melodiche, in pratica, una hornpipe eseguita da una banda che sa suonare solamente dei potenti inni rock, secondo certa critica. Si continuerà con i temi di The Fellowship of the Ring di Howard Shore, nell’arrangiamento di John Whitney, che ha in sé ha un impianto fonico così prepotentemente sinfonico e classico – con pochissime concessioni all’esotico e ancor meno all’elettronica, trame con sottili “fili sonori” per sottolineare i legami concettuali fra personaggi e situazioni diverse. Il violinista Constantin Beschieru proporrà, poi, tre pagine  da Schindler’s list, ovvero, Theme, Jewish Town e Remembrances di John Williams: in sintonia con le immagini di Spielberg, il compositore si avvicina lentamente agli orrori mostrati sul grande schermo con umiltà e con una bellezza dirompente che si manifesta a ogni raccordo armonico. Si tratta di una soundtrack unica nel suo genere, in quanto sfida le norme tipiche delle composizioni drammatiche, optando per brillanti riferimenti di genere folkloristico.  Jewish town è un lamento drammatico che fa da sfondo alla “processione” dei lavoratori della fabbrica di Schindler, mentre con Rememberances, il compositore preferisce commemorare l’Olocausto seguendo una prospettiva contemporanea. Gira il vento ed ecco comparire la Mary Poppins, con la overture di Richard M.Sherman, arrangiata da Federico Marchetti, che riesce a creare l'impressione di trovarsi nello stesso mondo conosciuto ormai da tante generazioni di spettatori, proponendo il giusto mix di ironia, stupore e poesia.Gianluca Littera sarà, quindi, protagonista di un Movie Medley, arrangiato da Stefano Nanni, con tutti i soli per harmonica cromatica, a cominciare proprio da l’uomo dell’harmonica di C’era una volta il west. Armonica, tromba e chitarra e voci femminili, sono il marchio di fabbrica del primo Morricone, esaltano brani leggendari, cesellati con meticolosa accuratezza ed effetti genialmente spiazzanti. Littera evocherà qui  "Armonica", dove le quattro note scritte da Morricone vennero eseguite da Franco De Gemini con un'armonica cromatica in Sib, con un piccolo riverbero per farlo sembrare vagamente spettrale. Quindi, "L’uomo dell’armonica", invece, agli interventi distorti e sgradevoli dello strumento a fiato, usato dal misterioso pistolero, si aggiungono i riff stranianti e minacciosi di una chitarra elettrica, oltre a un solenne coro in lontananza. Si passerà quindi all’amico magico, Nino Rota e al suo mix di classica lounge e musica da circo di Otto e mezzo, quindi il Padrino, dove l’orchestrina di archi di “Fortunella” di Eduardo de Filippo, un tema del quale  l’aspetto più epico risiede nella scelta delle note, della melodia, dell’arrangiamento e dei timbri utilizzati, con lo strumento solista a sottolineare la solitudine del padrino. Si proseguirà con The days of wine and roses di Henry Mancini, premio Oscar e il privilegio di essere inserita nel real book degli standard jazz, prima di passare ancora a Ennio Morricone con Mission, dove stavolta sarà l’Harmonica ad esprimere la resurrezione di speranza e gioia e l’inversione del tempo che è alla base di “Gabriel’s Oboe”, che grazie alla conversione di De Niro può finalmente scorrere senza paura, con gli archi a rivelare un incastro di ritmi, solo apparentemente semplici. Eternally chiuderà il medley, con la celebre melodia di 

Limelight di Charlie Chaplin, che gli fruttò l’Oscar. Gran finale con Toledo, Fantasia spagnola di James Moody per harmonica e orchestra che manifesta con colori smaglianti, il ritmo che li arroventa, la fisicità abbacinante dei modi iberici.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA 

NOW ONLINE – LEGACY RUSSELL. GAY POMPEII 79 A.D.

LA NUOVA DIGITAL FELLOWSHIP DI POMPEII COMMITMENT. MATERIE ARCHEOLOGICHE

 

Credits: Legacy Russell, GAY POMPEII 79 A.D., 2025. Courtesy the Artist and GenderFail


Il programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche – Digital Fellowship sostiene e incoraggia metodologie sperimentali e approcci aperti. Nasce con l’obiettivo di fornire uno spazio per ricerche estese – a distanza o in situ – durante un periodo di alcuni mesi, concentrandosi su aspetti connessi sia alla storia che alle simbologie, alle narrazioni e ai possibili significati del sito pompeiano. A testimonianza di questo spirito, Legacy Russell (1986, New York City, USA), Digital Fellow del 2023,  ha utilizzato tale contesto come un'opportunità per generare nuovi pensieri e testi che, a due anni di distanza, culminano in un libro di poesie pubblicato e distribuito in collaborazione con CURA. (Roma) e GenderFail (New York). In occasione della sua Digital Fellowship, una selezione di poesie è resa pubblica in anteprima esclusiva, insieme alla prefazione del libro a cura di Stella Bottai, con una traduzione italiana delle poesie selezionate realizzata appositamente per questa occasione.
 
Nel 2020 il primo libro di Legacy Russell, Glitch Feminism: A Manifesto, ha affrontato temi connessi a genere, razza e tecnologia, diventando rapidamente un testo di riferimento all’interno di considerazioni contemporanee. In particolare, il libro riflette su come i glitch, tipicamente considerati errori o malfunzionamenti, possano essere interpretati come opportunità di resistenza e sovversione. Russell collega questa nozione a discussioni più ampie sull’identità e sulle strutture di potere. L’autrice si avvale sia di scrittura accademica sia di aneddoti personali, impiegando uno stile esplorativo che si manifesta con un certo grado di frammentazione e descrive le opportunità che Internet ha fornito dai primi anni del Web 1.0 a oggi per coltivare le nostre personae pixelate. Possono l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. – e Pompei – essere lette attraverso la lente del glitch? Pompeii Commitment. Materie archeologiche ha d’altronde spesso ripercorso il paradosso dell’eruzione come momento di distruzione che catalizza nuove possibilità e prospettive, trasformando il paesaggio e sfidando narrazioni consolidate. L’unicità della collaborazione con la casa editrice indipendente, queer e “imperfetta” GenderFail rimanda ulteriormente alla proposta di comprendere il fallimento da una prospettiva intersezionale. Fondata nel 2015 da Be Oakley a Brooklyn, New York, GenderFail ha a oggi pubblicato volumi tra cui Radical Softness as a Boundless Form of Resistance (2019) e più recentemente Failure as Futuremaking (2023), in cui Oakley identifica varie forme di fallimento – personale, pubblico e politico – come fonte illimitata di potenziale creativo.
 
Dal 2022 il programma di Digital Fellowship consente artiste e artisti, curatrici e curatori, ricercatrici e ricercatori di svolgere per un periodo di alcuni mesi una ricerca estesa – sia a distanza che in situ – concentrandosi su aspetti connessi sia alla storia che alle simbologie, alle narrazioni e ai possibili significati del sito pompeiano. Le Digital Fellowship promuovono la ricerca artistica e curatoriale all'interno del contesto unico, stratificato, trans-temporale e multi-specie di Pompei e sono parte di Pompeii Commitment. Materie archeologiche, primo programma d'arte contemporanea a lungo termine istituito dal Parco Archeologico di Pompei.

 

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lunedì 7 luglio 2025

E' Alberto Mazzocco il nuovo Presidente dell'Istituzione Sinfonica Abruzzese

L’Istituzione Sinfonica Abruzzese

Nell’anno del cinquantenario

Nomina presidente

Alberto mazzocco

Il programma del nuovo quinquennio

“La metamorfosi necessaria: rigenerare, connettere, ispirare.”




            Il “new deal” di Alberto Mazzocco

Il neo-eletto Presidente dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, nell’anno del Cinquantenario di uno dei simboli della cultura aquilana e alla vigilia di L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2026, ha espresso la sua visione, sintetizzata in “La metamorfosi necessaria: rigenerare, connettere, ispirare.” 

Alberto Mazzocco è il nuovo presidente dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese per il quinquennio 2025-2030. L’elezione si è svolta oggi pomeriggio presso il Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila “V. Antonellini” nel corso dell’Assemblea dei Soci ISA. Mazzocco, 77 anni, architetto e già consigliere di Amministrazione dell’Isa, nonché ex assessore nella Giunta di centrodestra del sindaco Biagio Tempesta, è stato eletto al termine delle votazioni che si sono tenute oggi, battendo il presidente uscente Bruno Carioti, 74 anni, compositore, direttore d’orchestra ed ex direttore del Conservatorio Alfredo Casella dell’Aquila, in carica dal 2020.

“Sono sinceramente emozionato ed esprimo la mia gratitudine all’Assemblea dei Soci per la fiducia accordatami. Ringrazio il maestro Carioti che mi ha preceduto e con responsabilità lavorerò per far sì che l’ISA diventi in questo quinquennio un organismo pensante, capace di abitare spazi fisici e mentali inediti. Di rigenerare territori attraverso le vibrazioni sonore e di tessere una rete viva nell’intero Abruzzo. Un’Istituzione Concertistico-Orchestrale che generi pensiero contemporaneo musicale”, queste le prime parole del Presidente Mazzocco.

  




A comunicare la notizia è stato nell’immediato, il sindaco Biondi, che ha scritto: “Esprimo, a nome dell’intera Municipalità aquilana e a titolo personale, le più vive congratulazioni ad Alberto Mazzocco. Una circostanza che rappresenta il giusto riconoscimento a una figura di alto profilo, che ha sempre dimostrato passione, competenza e dedizione tanto nell’attività professionale quanto nell’impegno civico e politico. Sono certo che guiderà con visione e rigore una delle realtà culturali più rappresentative della nostra regione, di cui il Comune dell’Aquila, oltre a essere socio fondatore, è da sempre sostenitore e primo partner istituzionale. Voglio inoltre ringraziare il presidente uscente, Bruno Carioti, per il lavoro svolto in questi anni con serietà e spirito di servizio, anche in passaggi particolarmente complessi”. Le intenzioni del Presidente Mazzocco, sono state espresse nel discorso programmatico, in cui ha sintetizzato, con estrema chiarezza, i suoi piani “quinquennali” attraverso la formula “La metamorfosi necessaria: rigenerare, connettere, ispirare.”. Ha grandissima fiducia il presidente nella musica, con essa vuol rigenerare, ovvero abitare acusticamente luoghi abbandonati o feriti, trasformandoli in casse di risonanza del territorio. Ove il terremoto ha creato ferite, la musica ricucirà tessuti sociali. Intende connettere, creare ponti sonori tra discipline, istituzioni e comunità, rendendo l'ISA un nodo nevralgico di scambi creativi, ben oltre la semplice programmazione concertistica. Vuol ispirare, ovvero coltivare l'immaginazione sonora collettiva, educando all'ascolto profondo non solo musicale ma sociale, per ritrovare quell'armonia civica di cui la musica è da sempre metafora vivente. “Per realizzare questa trasformazione, abbiamo bisogno di un nuovo patto di comunità che coinvolga non solo soci e istituzioni pubbliche, ma l'intero tessuto civile, educativo e imprenditoriale del territorio. La musica, arte dell'invisibile, può rendere visibile il futuro che ancora non vediamo”.  Per affermare con maggiore pregnanza ciò, il presidente ha citato Platone “La musica è una legge morale: essa dà anima all'universo, ali al pensiero, slancio all'immaginazione, fascino alla tristezza, impulso alla gaiezza, e vita a tutte le cose”. “In un territorio come il nostro, che ha conosciuto fratture e rinascite, la musica rappresenta non un lusso ornamentale ma una necessità strutturale dell'anima collettiva”. Un discorso ed una nomina che vengono nel bel mezzo del Cinquantenario dell’istituzione sinfonica ed alla vigilia di L’Aquila capitale della cultura, una visione quella del Presidente Mazzocco che guarda ad un’idea di musica che proviene dalla filosofia classica, nonché all’intenzione di tentare l’impossibile attraverso la musica, che ci ricorda il John Cage di “Lettera ad uno sconosciuto” ove scriveva: “La cosa decisiva che penso influenzi il mio modo di agire più di ogni altra è l’interesse sociale, e così cerco di non scrivere un pezzo a meno che non abbia una sua utilità in quanto esempio di una società”. Per il Presidente è necessario tornare a fare rete con le realtà culturali che percorrono le sue stesse strade, quali I Solisti Aquilani; la Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”; il Conservatorio “Alfredo Casella”, oltre che avvicinare i giovani alla musica, con la creazione di una sinfonica abruzzese young, e gli allievi di tutte le scuole allo scopo di creare nuovo pubblico consapevole. Esiste un legame stretto tra il pensiero filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine ereditiamo il concetto di spazio come extensio, con esso Cartesio pensava lo spazio quale pienezza e continuità della materia e, quindi, quale medium del movimento, del tendere avanti a sé, quale sinonimo dell’amplificazione. Ogni teatro, ogni sala, ogni luogo da far rivivere, l’intera città, determina una cosa come cosa-per-l’uomo, che diventa condizione dell’esistenza, punto di riferimento dell’esperienza, l’esistenza razionale, e, quindi assumendo la caratteristica comunicativa o sociale di “luogo familiare”. Uno spazio che può considerarsi il segno, nel suo divenir parola, suono, immagine, che diventa di-segno, archè, principio in quanto da-dove della progettualità, essenziale punto di dipartimento di ogni pensiero che, per essere se stesso deve discernere, giudicare, orientarsi, criticare e che, da oggi, riprenderà a restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, che porterà tutti a “fare parte della scena”, al fianco dell’ Istituzione Sinfonica Abruzzese.

 

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Il Parco Archeologico di Ercolano lancia il nuovo Portale Open Data: un tesoro digitale per studiosi e cittadini

Scoperta e conoscenza per tutti

Visita 

https://opendata-ercolano.cultura.gov.it 

e scopri il patrimonio digitale senza limiti

 


Il Parco Archeologico di Ercolano compie un ulteriore passo verso la trasparenza e la valorizzazione del patrimonio culturale con il lancio del suo Portale Open Data, un'infrastruttura digitale all’avanguardia che rende liberamente accessibili migliaia di dati, immagini e modelli 3D provenienti dalle attività di scavo, ricerca e conservazione del sito archeologico.
 

Il portale, sviluppato con la tecnologia open-source CKAN (https://ckan.org/), rappresenta uno dei più avanzati sistemi di gestione open data nel panorama culturale italiano. Tra i materiali pubblicati figurano:

    Oltre 2.100 modelli 3D in alta risoluzione delle strutture e dei reperti;
    Più di 2.400 reperti archeologici geolocalizzati, con informazioni dettagliate sui contesti di ritrovamento;
    Oltre 1.500 immagini ad alta definizione degli apparati decorativi, tra pavimenti, affreschi e stucchi;
    Circa 5.000 schede di dettaglio, corredate da documentazione fotografica;
    Quasi 1.000 pagine digitalizzate dei Giornali di Scavo storici di Ercolano;
    9 nuvole di punti relative ad ambienti iconici come la Casa del Bel Cortile, la Casa del Gran Portale e la Casa del Sacello di Legno;
    Documentazione tecnica come la pianta dettagliata aggiornata e la guida al Catasto Urbano dell’Antica Ercolano.

Il portale è progettato per supportare l’interoperabilità, l’analisi geospaziale, la metadatazione e il riuso creativo e scientifico dei dati, garantendo allo stesso tempo l’attribuzione delle fonti e il rispetto delle condizioni d’uso.
 

“Prodotti digitali della vastità e della qualità che caratterizza l’Open Data di Ercolano, non si ottengono in tempi rapidi ma sono il risultato maturo di una visione che abbiamo coltivato per anni e che viene da molto lontano,” dichiara Francesco Sirano, funzionario delegato alla direzione del Parco Archeologico di Ercolano, “Infatti si tratta di un lavoro iniziato nel 2006 in sinergia con il partner privato Packard Humanities Institute . Il progetto ha avuto negli ultimi sei anni una grande accelerazione con la creazione del parco autonomo di Ercolano anche grazie ad un finanziamento PON  “Cultura e Sviluppo” FESR 2014-2020 per il ‘Sostegno alla diffusione della conoscenza e alla fruizione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, attraverso la creazione di servizi e/o sistemi innovativi e l’utilizzo di tecnologie avanzate’. E così oggi rendiamo accessibile un patrimonio di dati e conoscenze che fino a poco tempo fa era disseminato in decine di archivi cartacei riservato solo a pochi studiosi che dovevano affrontare estenuanti ricerche sui documenti fisici. È, sotto questo aspetto, uno strumento rivoluzionario pensato per studiosi, appassionati, professionisti e cittadini: chiunque potrà esplorare, studiare e persino riutilizzare i materiali secondo i principi dell’open access.”
 

Il progetto si inserisce nel quadro delle politiche del Ministero della Cultura in materia di open data e linked open data, e pone Ercolano tra i pionieri della digitalizzazione trasparente del patrimonio archeologico in Italia. La piattaforma consente inoltre il coinvolgimento di organizzazioni autonome, ciascuna responsabile dei propri dataset, secondo un modello federato che valorizza la collaborazione e semplifica la gestione delle risorse informative.
 

“Creare piattaforme digitali per i Beni Culturali è prima di tutto una responsabilità.” commenta Ascanio D’Andrea, data manager del Packard Humanities Institute. “Vuol dire garantire la conoscenza alle generazioni future con strumenti tecnologici al passo con i tempi. Il portale open-data di Ercolano è uno strumento “vivo”, un hub digitale in grado di dialogare in maniera autonoma, attraverso protocolli in interoperabilità, con altre “macchine” in tutto il mondo. La volontà non è solo fornire un punto di accesso ai dati ma anche accettare la sfida dei nostri tempi fornendo alle intelligenze artificiali, sempre più utilizzate anche nel nostro settore, un repository unico dove “imparare” a conoscere la vita quotidiana dei romani di duemila anni fa, e non solo, e fornire risposte sempre più vicine alla realtà dei dati che siamo stati in grado di raccogliere in decine di anni di attività.”
 

Le funzionalità del portale includono filtri dinamici, strumenti di ricerca avanzata, visualizzazioni interattive, integrazione con ambienti GIS e possibilità di accedere alle risorse anche tramite API e servizi OGC, in linea con gli standard internazionali.
 

“La conoscenza cresce se viene condivisa,” prosegue Sirano. “L’infrastruttura che abbiamo costruito è aperta, scalabile e sostenibile nel tempo. Continueremo ad arricchirla nei prossimi mesi con nuovi contenuti, perché la documentazione del patrimonio culturale non è mai un processo statico, ma un cantiere aperto, proprio come gli scavi di Ercolano.”
 

Il portale è consultabile online e permette il riuso dei contenuti per finalità educative, di ricerca, artistiche ed editoriali, e previa autorizzazione per usi commerciali.


Con questo strumento, il Parco Archeologico di Ercolano dimostra come la digitalizzazione e l’accessibilità possano diventare veri motori di valorizzazione e partecipazione culturale, rendendo la storia non solo più visibile, ma anche più condivisa.

 

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La premiazione del concorso per i bambini “...raccontami di Atrani” e i libri di Lucia Ferrigno e Margherita Bonfilio l’8 luglio ad Atrani per ..incostieraamalfitana .it 2025


La premiazione del concorso "...raccontami di Atrani" per alunni delle Primarie e delle Secondarie inferiori apre martedì 8 luglio, alle ore 20.00 a Scoglio a pizzo, le cinque serate della 19a edizione di ..incostieraamalfitana .it ad Atrani. I bambini premiati, Erica Ferrigno, Raffaele Francese, Angelo Siravo, Andrea Villani, hanno descritto attraverso racconti, poesie o disegni, Atrani come appare ai loro occhi, con i suoi monumenti, le sue attività, il suo paesaggio. In sinergia con il Comune ed il Forum dei Giovani, la Festa del Libro in Mediterraneo proseguirà il suo viaggio nelle novità letterarie con gli "Incontri d’Autore", protagonista Lucia Ferrigno e “L'enigma Boccaccio” (CTL), e i "Salotti letterari", per l’assegnazione del Premio costadamalfilibri 2025, con Margherita Bonfilio e “Zia Margherita racconta” (SBS).

 


 
Un’antica pergamena, contenente la profezia di un ignoto frate del movimento dei francescani spirituali offerta in dono da Fiammetta all’amante Giovanni Boccaccio e da questi successivamente rielaborata in termini essenziali, costituisce la chiave di volta de “L’enigma Boccaccio” di Lucia Ferrigno. Vari protagonisti s’interpongono nella spasmodica ricerca del documento, ciascuno spinto da motivazioni differenti, fino alla comparsa di una fantomatica setta che intende cambiare l’ordine del mondo e sottoporlo al potere di una nuova élite violenta e autocratica avente per fine la totale distruzione della democrazia e delle libertà. In un susseguirsi di vicende che hanno per sfondo Napoli, Firenze e Certaldo, personaggi immaginari e reali, si muovono sulla scena di fatti storici realmente accaduti e con riferimento a dottrine filosofico - teologiche (in particolare eretiche) che incisero profondamente sull’ultima fase dell’epoca medievale, dimostrando come sentimenti, passioni, emozioni, aspirazioni, contrasti logoranti del tempo che fu, non sono stati offuscati dalla polvere dei secoli, ma sono ancor oggi vivi e palpitanti. 

 



In un mondo dove la tecnologia e l'informazione rapida dominano, "Zia Margherita racconta"  di Margherita Bonfilio ci riporta alla magia delle favole, indispensabili per tutte le età. Questo libro raccoglie racconti incantevoli che, attraverso maghi, fate, principesse e animali parlanti, offrono non solo momenti di pura evasione ma anche profonde riflessioni sulla vita, l'ambiente e i valori umani. Ogni storia è un viaggio nella fantasia, capace di ispirare grandi e piccoli a guardare il mondo con occhi nuovi e a riscoprire il potere della gentilezza, dell'amicizia e della solidarietà. Un invito a non perdere mai la capacità di sognare e a custodire i valori che ci rendono umani. 


Per saperne di più consultare la pagina facebook @incostieraamalfitana.it o su Instagram incostieraamalfitana.it

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STORIA&STORIE

Programma radiofonico di Antonella Giordano 

 


Tutti siamo convinti che alle figure culturalmente significative non si affida mai il potere. Metterebbe in pericolo l’ordine costituito, notoriamente basato su ben altri parametri.
In tanti pensiamo che nel Meridione (terra per secoli martoriata dal potere di turno) sono nati grandi scienziati, che hanno dato, attraverso la loro opera, un importante contributo al progresso delle loro terre e di tutta l'Italia.
E la Storia cosa ci insegna? 
“L'arte salutare deve esercitarsi a sollievo della misera umanità e non come strumento per procacciarsi ricchezze” quali meriti ha riservato a chi pronunciando queste parole ha fatto della sua vita un impegno autentico per il Bene dell’Umanità. 
Il protagonista della storia di questa settimana è Domenico Maria Leone Cirillo, medico e scienziato, martire del potere antidemocratico. 


La puntata andrà in onda in diretta martedì p.v. alle 12.15 e, in replica, giovedì p.v. alle ore 17.30 su  RadioRegional (AM – Onde Medie sulla frequenza 1440 kHz o al link: https://www.radio-italiane.it/regional-radio
In podcast al link: https://www.regionalradio.eu/onair/podcast/storiaestorie/


(i link non hanno accesso diretto ma sono da copiare e incollare sul web)

Vi aspetto Antonella Giordano

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NASCE «RACCONTI AL BORGO», LA PRIMA ANTOLOGIA DI RACCONTI DI UN BORGO DI LIBRI

Aperitivo letterario venerdì 11 a Caserta agli Scacchi di Via Maielli, dalle 18:30




CASERTA – Nasce «Racconti al Borgo», la prima antologia di racconti di «Un Borgo di Libri», il festival letterario del Borgo medievale di Casertavecchia, che ormai lavora tutto l’anno, edita da «Icaria», uno dei marchi di «Terre Blu», dell’architetto Giuseppe Coppola. E nasce venerdì prossimo, 11 novembre, alle 18.30 al «saporito» ristorante «Gli Scacchi» di via Maielli, a Caserta (nella versione da città, perché è nato nel Borgo medievale), in cui l’antologia verrà anticipata con un aperibook, un aperitivo letterario aperto a tutti, in cui ci si potrà confrontare con gli autori, sulle storie e sul festival. «L’antologia, un vero e proprio dono alla manifestazione dell’editore Coppola, è il tentativo concreto di Un Borgo di Libri – spiega Luigi Ferraiuolo, direttore del festival letterario e incubatore creativo di Casertavecchia - di creare un hub culturale e innovativo a Caserta e nel Sud capace di incidere nella società e nella cultura meridionale in primis e poi italiana, partendo dagli ospiti del festival e dando se possibile spazio agli esordienti. Crediamo che i racconti siano tutti molto belli e che il libro possa diventare il libro dell’estate di Terra di Lavoro se non di tutta la Campania». L’antologia raccoglie racconti di Francesco de Core, caporedattore centrale di La Repubblica già direttore de Il Mattino; l’artista Attilio Del Giudice; la professoressa e scrittrice Marilena Lucente; il giornalista e redattore del Corriere del Mezzogiorno Piero Rossano; il giornalista ed esordiente Gianrolando Scaringi; lo scrittore Pietro Spirito, già finalista allo Strega e l’omonimo Pietro Spirito, economista, in un gioco virtuale di specchi letterari e firme; il docente dell’Università Luigi Vanvitelli e scrittore Eugenio Tescione e lo stesso Luigi Ferraiuolo, direttore del festival, al suo primo racconto. «Un Borgo di Libri è il festival letterario di Casertavecchia – spiega l’editore Giuseppe Coppola – propone oggi una raccolta di racconti nata da una idea condivisa: quella di invitare alcuni degli autori che hanno partecipato in questi anni alla kermesse a scrivere un testo che avesse attinenza con il progetto letterario. E crediamo che sia nato il libro dell’estate dei casertani». Il volume è disponibile in tutte le librerie e nei maggiori negozi di libri on line.

 

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