venerdì 18 aprile 2025

Al via le visite guidate al cantiere dell'Insula Meridionalis a Pompei

 Al via le visite guidate al cantiere dell'Insula Meridionalis
A partire dal 22 aprile 2025


Partono le visite guidate al cantiere dell’Insula Meridionalis, visibile dalla strada principale della città moderna lungo il viale delle ginestre e tra i piu’ articolati fronti di scavo del sito archeologico, un tempo affacciato scenograficamente sul golfo di Napoli e sulla vallata del Sarno.
Il Parco consolida così una forma di fruizione, avviata da anni con il “racconto dei cantieri” in corso, che sta registrando un sempre piu’ forte interesse da parte del pubblico partecipante.
E dunque a partire dal 22 aprile 2025 tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 12.00 sarà possibile – previa prenotazione al numero 327 2716666 - accedere in gruppi di 15 persone all’area, accompagnati dal personale di cantiere che illustrerà i principali rinvenimenti e ambienti emersi e la metodologia di scavo. (Il servizio di prenotazione è attivo dalle 9.30 alle 13.30 dal lunedì al venerdì). Visite in lingua italiana. 

 



Il fronte dell’Insula Meridionalis c. si sviluppa su un dislivello di oltre 30 m per oltre 450 metri lungo un’area che si estende dalla terrazza di Villa Imperiale alle Terme del Sarno e dalla Casa di Aelio Magno alla Casa di Giuseppe II, al Foro Triangolare compreso. La complessità morfologica e storica degli insediamenti, delle strutture e degli ambienti si riverbera nella multiforme varietà di materiali e di tecniche costruttive sia messe in campo in antico sia negli interventi moderni di scavo e restauro. I segni dei terremoti che si susseguirono nel corso del I sec. d. C. e quelli dello sciame sismico che dovette precedere l’eruzione sono presenti e ben visibili nel corpo vivo delle architetture.
L'intervento di messa in sicurezza, consolidamento e restauro dell'Insula Meridionalis, costituisce un caso estremamente complesso a causa delle condizioni conservative in cui versa a causa della morfologia dell'area di sedime e dell'articolazione tipologica degli edifici. Gli interventi stanno interessando in particolare la messa in sicurezza e  il  consolidamento degli edifici, il  recupero strutturale ed architettonico che si  estenderanno anche al costone roccioso; il restauro architettonico e degli apparati decorativi pavimentali e parietali.   L'intervento, inoltre, dovrà considerare un complessivo ripensamento del sistema di accessibilità attuale e in particolare in relazione all'uscita che taglia il prospetto sud del poderoso edificio a valle della terrazza del Tempio di Venere, e dell'ingresso diretto al quartiere dei Teatri che interrompe forzosamente il circuito esterno.
Anche questa iniziativa, come Raccontare i Cantieri e le visite al Cantiere della Regio IX, sarà un’occasione per conoscere la delicata e al tempo stesso complessa attività di scavo, di messa in sicurezza, restauro e manutenzione, attraverso il racconto e la visione in diretta degli esperti sul campo – archeologi, architetti, restauratori e ingegneri.

 



 
PER ACCEDERE ALLE VISITE OCCORRE MUNIRSI DEL REGOLARE BIGLIETTO DI INGRESSO AL PARCO ARCHEOLOGICO
 

INFO
Visite dal lunedì al venerdì 

alle ore 11:00 - 

In italiano
Gruppi di 15 persone
Durata visita 45 minuti
Prenotazioni al 327 2716666  
(Il servizio di prenotazione è attivo dalle 9.30 alle 13.30 dal lunedì al venerdì)
Punto di incontro: ingresso cantiere Insula Meridionalis, lato piazza Esedra.
In caso di forte pioggia la visita sarà annullata e saranno contattati telefonicamente i partecipanti.

 

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Jacopo Veneziani al Francigena Fidenza Festival: un viaggio nel Grand Tour europeo

 Jacopo Veneziani

al Francigena Fidenza Festival:

un viaggio nel Grand Tour europeo

Lo storico dell'arte terrà una conferenza

venerdì 9 maggio 2025 alle ore 18 nel Teatro Magnani di Fidenza, esplorando gli sguardi d'artista sul viaggio


che ha costruito l'identità culturale europea. 

 




Il Francigena Fidenza Festival, giunto alla sua quinta edizione, si arricchisce quest'anno della prestigiosa presenza dello storico dell'arte Jacopo Veneziani.

L'appuntamento è fissato per venerdì 9 maggio 2025 alle ore 18, nel Teatro Magnani di Fidenza, dove Veneziani terrà una conferenza dal titolo "Sulle tracce del Grand Tour: sguardi d'artista sul viaggio che ha costruito l'Europa". 

Il tema si inserisce perfettamente nel contesto del Festival, che quest'anno esplora il concetto "L'Orizzonte è Roma. Dal finito all'infinito", invitando a riflettere sul significato profondo del pellegrinaggio sia come esperienza interiore che collettiva.

Durante la conferenza, Veneziani guiderà il pubblico in un affascinante percorso attraverso i secoli, analizzando come gli artisti abbiano interpretato e rappresentato il viaggio lungo le antiche vie che hanno costruito l'identità culturale europea. Un'occasione unica per esplorare il legame indissolubile tra arte, viaggio e crescita culturale, elementi fondamentali che hanno plasmato la storia del nostro continente.

 

Prenotazioni su: 

https://www.vivaticket.com/it/ticket/sulle-tracce-del-grand-tour-sguardi-d-artista-su-viaggio-che-ha-costruito-l-europa-jacopo-veneziani/264677


 

L'intervento di Veneziani rappresenta uno dei momenti più attesi della manifestazione, in programma dall'8 all'11 maggio 2025, che proporrà un calendario variegato per coinvolgere appassionati di cammini, cultura e spiritualità.



Il Francigena Fidenza Festival è un evento promosso dal Comune di Fidenza che coinvolge diverse realtà del territorio: Diocesi, Caritas, Scuole del territorio, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e di Visit Emilia. 

Per info:

 https://www.francigenafidenzafestival.it/

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giovedì 17 aprile 2025

Successo per il tenore Raffaele Abete nel concerto del Giubileo in Ara Coeli in Roma

Fondazione Domenico Bartolucci

Istituzione Sinfonica Abruzzese

Giubileo della Speranza

Domenico Bartolucci

MISERERE

Per Baritono, coro e Orchestra

Gioachino Rossini

STABAT MATER

Per soli, coro e orchestra

Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese

International Opera Choir

Giovanni Mirabile Maestro del Coro

Solisti: Federica Guida, Irene Molinari, Raffaele Abete, Armando Likaj

Direttore: Jacopo Sipari di Pescasseroli

 



SUCCESSO per il TENORE NAPOLETANO RAFFAELE ABETE

La padronanza retorica di Jacopo Sipari


Rivive l’AraCoeli nella Domenica delle Palme con un pubblico internazionale, che ha affollato la simbolica basilica, dedicata alla Madonna. Confronto tra il Miserere del Cardinale Domenico Bartolucci e lo Stabat Mater di Gioachino Rossini, affidati alle voci di Federica Guida, Irene Molinari, Raffaele Abete e Armando Likaj,  sostenuti dallo splendido amalgama donato dall’Istituzione Sinfonica Abruzzese, docile all’eclettica bacchetta del suo direttore musicale.

 
 



 

Una domenica delle Palme di grande musica, quella offerta dalla Fondazione Domenico Bartolucci, in sinergia col Sacrum Festival e l’ Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, nella cornice solenne della Basilica di Santa Maria in AraCoeli, in occasione del Giubileo della Speranza. Giubileo ha l’essenza della gioia nell’etimo, oltre, naturalmente il corno ebraico lo jobel Il termine “giubilo”, a cui molti darebbero la stessa origine di giubileo, in realtà deriva dal latino tardo iubĭlum, ed indica il sentimento d’intima e intensa gioia, manifestato nelle parole e negli atti. Parole e musica domenica sera, con un consapevole demiurgo, quale è stato il M° Jacopo Sipari di Pescasseroli, che si è posto alla testa dell’Orchestra della Istituzione Sinfonica Abruzzese, del quale è direttore musicale principale, dell’International Opera Choir, preparato da Giovanni Mirabile e di un quartetto di voci, composto dal soprano Federica Guida, dal mezzosoprano Irene Molinari, dal tenore Raffaele Abete e dal baritono Armando Likaj. Concerto istituzionale affidato alla presentatrice Elena Parmegiani e aperto dai saluti e dalle riflessioni dell’Onorevole Dario Nanni Presidente della Commissione Giubileo, di Alessandro Biciocchi, segretario della Fondazione Cardinale Domenico Bartolucci, che ad ogni evento propone un’opera del Maestro della Cappella Sistina, omaggio e divulgazione di un segno compositivo alto, espressione di un intero secolo di musica, unitamente a Bruno Carioti Presidente dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, che accetta sfida e impegno per restituire al grande pubblico le partiture, il quale con questo concerto, che ha avuto il suo preludio nella cattedrale di San Bernardino da Siena in L’Aquila, ha sigillato aureamente il cinquantesimo cartellone dell’Isa. Posto d’onore per la madrina dell’iniziativa, la Principessa Maria Pia Ruspoli, e con lei i nomi più carismatici dell’aristocrazia capitolina, dai principi Flavio, Daria e Isabella Borghese, delegati dell’Ordine Costantiniano, i Gargallo, i Muzj di Fontecchio, i Carrassi del Villar, i Giovanelli, i Ruffo di Calabria, e ancora i Von Rex, i De Lorenzo, quindi, Sua eccellenza Reverendissima Cardinale Dominique Mamberti, Presidente onorario della Fondazione Bartolucci, con il Presidente Franco Biciocchi, Padre Luciano De Giusti Padre Provinciale Ofm, l’Architetto Ludovico Vernazza, Direttore generale della San Colombano, sponsor dell’evento, il Senatore Michele Fina, Tesoriere Nazionale del Pd, e una miriade di ambasciatori presso la Santa Sede e in Italia, Everton Vieira Vargas per il Brasile, Ilgar Muxtarov e Rashad Aslanov, l’Azerbaijan,  Elta Gavele, Lettonia, Matiaz Longar, Slovenia, Bassam Essam Radys Egitto, Philippe Orengo, Principato di Monaco, Mirjana Jeremic, Serbia, Mirta Granda Averhoff, Cuba, Ettore Sequi, già segretario Generale della Farnesina e diverse personalità del mondo della Cultura, tra cui la voce di Roma, Elena Bonelli, Daniela Traldi Presidente della Conferderazione Lirica, con Stefano e Manuela Traldi Presidente della Camera di Commercio Italo-Azera, il Sindaco della città di Tagliacozzo, nonché Presidente del F.I.M.E. Vincenzo Giovagnorio. Il concerto è stato inaugurato dal Miserere per baritono, coro e orchestra del Cardinale Bartolucci, con Armando Likaj, voce solista. Momento d’intensissima preghiera questa, per un lavoro che si presentò sin da subito come qualcosa d’importante e complesso, tanto da indurre il Cardinale, nel momento dell’esecuzione, a convocare i cantori molto prima della funzione per “leggere” i passi più difficili, poiché il salmodiare su di una melodia antica non di matrice gregoriana, si alterna a sua volta, sviluppando un proprio dialogo interno tra baritono e coro, elevando una preghiera accorata e suggestiva. L’invito all’ascolto di questo Miserere da parte del compositore e dello stesso Jacopo Sipari di Pescasseroli, il quale ha saputo far sua certa retorica musicale, resta un appello all’ascolto di se stessi, sulle tracce dell’estetica di Ernst Bloch, nonché uno scontro col e per la salvezza del mondo terreno. E’ questa l’esigenza, di ciò che nella Musica e, nel “farla”, vi sia di artistico. Che la musica alluda all’essenza dell’ oltre e dell’altro e la esprima, non è né un regalo, né una concessione: la musica vuol svegliare il mondo, mai come in questo buio momento, e ce ne siamo accorti, nel “dire” con semplicità del coro, nelle note e nei silenzi coronati, volutamente infiniti dal direttore, nel porgere la parola con naturalezza del solista, nel poderoso finale, che ha chiuso la composizione, quale percezione della grazia divina. La seconda parte della serata è stata dedicata interamente all’esecuzione dello Stabat Mater per soli, coro e orchestra di Gioachino Rossini. Orchestra Sinfonica Abruzzese in grande spolvero e, in particolare, nell’amalgama tra prime parti dei fagotti e violoncelli, i quali hanno “respirato” insieme, quasi scambiandosi, al nostro sentire, il ruolo di arco e legno, caratteristica attribuibile unicamente alle eccellenze strumentali. Tutte debuttanti le voci in questa partitura, ad esclusione del mezzosoprano, a cominciare dal soprano Federica Guida, voce giovane e in assoluta crescita, che ha conquistato l’attento uditorio con la sua interpretazione dell’ “Inflammatus et accensus”, dimostrando una notevole capacità di espressione e attenzione al testo. Intenso anche il duetto “Quis est homo”, perfetto nella differenziazione timbrica tra lei e il mezzosoprano Irene Molinari, che è riuscita a creare un contrasto efficace, grazie al suo strumento granitico e di degna ampiezza. All’altezza del contesto anche il tenore Raffaele Abete, dalla voce limpida e dalla buona padronanza tecnica, che gli hanno permesso di ben arrampicarsi sino al re bemolle, nella sua Aria, il “Cuius animam”, risultato facile e squillante, oltre ad essere apprezzato per il suo centrato fraseggio. Lodi per il baritono Armando Likaj, chiamato al doppio impegno, il quale è stato interprete corretto, capace di mescolare enfasi e patetismo nella sua aria “Pro peccatis suae gentis”, senza però cadere nell'eccesso di ieraticità. Con tecnica solida, oltre a un timbro piacevolmente scuro e a un volume soddisfacente, si è destreggiato efficacemente tra i brani di insieme cogliendo un bel risultato insieme al coro, nell’ “Eia Mater, fons amoris”, così come il quartetto di voci, nei momenti corali a cappella, come nel “Sancta Mater, istud agas”, celebrati come un omaggio a Palestrina, letti con un forte impatto emotivo da parte del direttore. Menzione all’ orchestra e alle sue prime parti, in particolare all’oboe e ai timpani, per gli stupendi colori e al coro per la sua omogeneità, latori entrambi di quelle ondate di suono, in particolare nell’Amen, con cui il direttore ha saputo rendere onore alla drammatica musicalità rossiniana. 

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Pasqua e Pasquetta al Parco Archeologico di Ercolano: un viaggio tra antichi sapori e legni millenari




In occasione delle festività di Pasqua e Pasquetta, il Parco Archeologico di Ercolano è lieto di annunciare l'apertura del sito, invitando il pubblico a vivere un'esperienza unica tra storia, cultura e suggestioni senza tempo.
 

I visitatori avranno l'opportunità di immergersi nelle ultimissime mostre allestite dal Parco, che arricchiscono il percorso di visita con due affascinanti viaggi tematici:
 

Presso Villa Campolieto, l'esposizione dedicata agli usi alimentari degli antichi ercolanesi accompagnerà i visitatori alla scoperta delle abitudini quotidiane, dei rituali conviviali e delle testimonianze materiali che raccontano la cultura del cibo nel mondo romano.
    

All’Antiquarium del Parco, prende vita un racconto coinvolgente sul vivo mondo dei legni mai distrutti dall’eruzione del 79 d.C., una straordinaria occasione per ammirare da vicino reperti lignei perfettamente conservati, simbolo dell'eccezionale stato di conservazione del sito di Ercolano. 

 

Nella città antica si potranno visitare le Case del Colonnato tuscanico e del Sacello di legno riaperte dal 19 marzo dopo più di vent’anni di chiusura e il riallestimento della stanza del custode nel Sacello degli Augustali.

 


Tutto si potrà visitare con l’aiuto della nuova App: Ercolano digitale scaricabile gratuitamente dai maggiori stores con itinerari tematici offerti in 9 lingue.

Un invito speciale a trascorrere le festività all’insegna della scoperta, tra le meraviglie di uno dei siti archeologici più straordinari al mondo, patrimonio UNESCO.

 
Il Parco sarà regolarmente aperto sia domenica 20 che lunedì 21 aprile, con i consueti orari di visita. 

 

Per informazioni su biglietti e orari, è possibile consultare sito ufficiale: www.ercolano.cultura.gov.it.

 

Vi aspettiamo per un’indimenticabile Pasqua alla scoperta di una vita quotidiana antica che parla ancora oggi alla nostra mente e al nostro cuore!

 

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COLDIRETTI CAMPANIA, VERSO PASQUA CON PESCE E COZZE ITALIANE IN TAVOLA: ATTENZIONE ALLE ETICHETTE



 

 
La zuppa di cozze è la regina di giorni che precedono la Pasqua della regione Campania. Una tradizione che vede fare la parte del leone il giovedì sera prosegue fino al sabato sera quando cominciano a ricomparire tortani e casatielli.
 
Tra quanti portano in tavola il pesce, il 65% sceglierà prodotto rigorosamente Made in Italy anche per sostenere le 12mila imprese della pesca e dell’acquacoltura nazionale. Soprattutto in questi giorni occorre fare massima attenzione alle etichette. Coldiretti Campania consiglia di fare attenzione al modo nelle quali le notizie relative alla tracciabilità di pesce e frutti mare vengono esposte insieme alla merce.
 
L’etichetta deve indicare chiaramente il metodo di produzione (“pescato”, “pescato in acque dolci”, “allevato”), il tipo di attrezzo utilizzato per la cattura e la zona di provenienza, come il Mar Tirreno, l’Adriatico, il Mar Ionio o la Sardegna, anche attraverso mappe o disegni. Per quanto riguarda il pesce congelato, è obbligatoria la data di congelamento. Inoltre, se il prodotto è stato congelato e poi decongelato prima della vendita, deve essere specificato chiaramente con la dicitura “decongelato”.
 
Per chi mangia di magro a Pasqua a essere preferito – precisa la Coldiretti – è soprattutto il pesce azzurro, sulla scorta della tradizione dei vari piatti regionali, molti dei quali nati dall’incrocio tra cucina di mare e cucina contadina. Al Nord, in Liguria si porta in tavola il baccalà in umido con patate e olive, mentre in Veneto si preparano i bigoli in salsa, con acciughe e cipolle. In Lombardia, è il risotto con la tinca o con il pesce persico a ricordare i sapori dei laghi. Scendendo al Centro, troviamo il baccalà alla livornese in Toscana, il brodetto di pesce nelle Marche, e nel Lazio gli spaghetti con alici e pangrattato, detti anche “del Venerdì Santo”.
 
Al Sud detto della zuppa di cozze ecco cosa accade nelle altre regioni: la Puglia la tiella di riso, patate e cozze, e la Calabria le alici ripiene. Sulle isole, la Sicilia celebra con le sarde a beccafico e la Sardegna con la burrida, a base di gattuccio, aceto e noci. Un viaggio tra le regioni che, attraverso il pesce, racconta la fede e la cultura di un’intera nazione.
 
Anche il resto degli italiani non abbandona la tradizione del Venerdì Santo “di magro” con il pesce che sarà presente su due tavole su tre, con una netta preferenza per quello Made in Italy e il recupero di antiche ricette della tradizione regionale.


Il tutto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè sulla Pasqua degli italiani secondo la quale non mancherà anche una ristretta minoranza che osserverà il digiuno per rispettare fino in fondo il precetto culturale e religioso dell’astinenza dal consumo di carne.

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mercoledì 16 aprile 2025

“ESSERE DONNA NELL’ANTICA POMPEI”

La Mostra alla Palestra grande di Pompei
Dal 16 aprile 2025 al 31 gennaio 2026

 

 

Essere donna: un’affermazione, ma anche un interrogativo che trova risposte diverse a seconda del momento e del contesto, non da meno nell’antica Pompei.
La scoperta delle condizioni di vita delle donne e bambine, dei numerosi aspetti della vita quotidiana e della posizione che esse occupavano nella casa e nella società romana e ancor più in una città campana quale Pompei, è il filo conduttore della mostra “Essere donna nell’antica Pompei” - dal 16 aprile 2025 al 31 gennaio 2026 presso la Palestra grande degli scavi - a cura di Francesca Ghedini e Monica Salvadori e in collaborazione con le Università di Padova, Salerno e Verona.
Con il suo straordinario stato di conservazione Pompei si pone come osservatorio privilegiato. La documentazione emersa nel corso dei quasi tre secoli di scavi è preziosa per analizzare il ruolo della donna nella società romana, argomento che in altri contesti sfugge a causa della esiguità delle testimonianze. Ma soprattutto a Pompei si può cogliere la presenza non solo di coloro che appartenevano ai vertici della società, ma anche di quella folla indistinta di persone “comuni” a cui è stata dedicata la precedente mostra “L’altra Pompei”, con la quale l’attuale esposizione si pone in continuità.
Un percorso di 8  sezioni  nel quale attraverso affreschi, ritratti privati e funerari, graffiti, iscrizioni ed oggetti d’uso sono documentate le diverse categorie femminili: matrone, liberte, schiave; nelle varie fasi della vita: nascita, infanzia, matrimonio, maternità, morte; e nei diversi ruoli che svolgevano nella società: dalle attività di grande rilievo sociale, economico, religioso, in cui erano impegnate le matrone di alto lignaggio e le liberte arricchite, ai mestieri di ogni genere esercitati da libere e schiave (filatrici e tessitrici, ostesse, venditrici, panificatrici, mediche, fattucchiere, prostitute ecc.).
Nella prima sala il pubblico è accolto da nomi e volti di donne, come per dare voce alla loro individualità.
Inizia, poi, il racconto che illustra, grazie al supporto di eccezionali testimonianze materiali – statue, affreschi, iscrizioni, graffiti e manufatti d’ogni genere – le donne di Pompei.
Nelle prime sale sono illustrati gli aspetti principali della vita privata, che per una matrona comprendeva la gestione delle attività domestiche e il rapporto con la servitù, ma anche l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo e le attività svolte nel tempo libero.
Ampio spazio è poi riservato alla vita pubblica e lavorativa delle donne. Si stima cha a Pompei lavoravano fino a 100 donne nella prostituzione, molte costrette perché in schiavitù, ma non tutte. Le donne di si occupavano anche di attività di grande prestigio, con importanti ricadute sociali, come emerge nella sala dedicata alle imprenditrici ed evergeti dove sono raccontati ritratti di donne che hanno segnato il loro tempo, inaugurato nuove attività, cambiato il volto della città.  Le ultime tracce del loro passaggio nella vita terrena si colgono invece nelle necropoli, dove monumenti funerari, iscrizioni e corredi restituiscono il ricordo di alcune di loro.
Il percorso si chiude con un salto nella contemporaneità che da un lato presenta i profili di alcune figure di donne che hanno dato il loro contributo alla scoperta e alla conoscenza di Pompei (Carolina Bonaparte, Wilhelmina Jashemski, Tatiana Warsher, Olga Elia), dall’altro offre ai visitatori una selezione di spezzoni cinematografici dedicati all’immagine femminile, tratti dal grande cinema d'ambientazione ispirato all'antichità romana e in particolare a Pompei.
Il contesto del Parco Archeologico di Pompei permette poi di ampliare l’esperienza della mostra, trasformandola in una vera e propria visita tematica. Il percorso espositivo, infatti, non si esaurisce all’interno della Palestra Grande, ma propone collegamenti con una serie di edifici significativi per comprendere la condizione femminile all’interno del sito archeologico. Questi edifici segnalati lungo il percorso espositivo, permettono di creare un’esperienza immersiva e interattiva per i visitatori.
Ulteriore elemento immersivo è dato dall’integrazione di podcast tematici disponibili sull’ app MyPompeii, che raccontano storie di diverse donne realmente vissute nella città di Pompei
È possibile approfondire la storia di 8 donne e dunque incontrare Flavia Agatea ed Eumachia presso le tombe a Porta Nocera; di nuovo Eumachia presso l’omonimo edificio nel Foro; Mamia e Nevoleia Tyche presso le tombe a Porta Ercolano; Asellina al Termopolio di Asellina; Giulia Felice nei Praedia di Giulia Felice; Eutychis nel quartiere servile della Casa dei Vettii; Amaryllis presso la Casa di Marco Terenzio Eudosso. È inoltre visibile la ricostruzione di un telaio verticale, legato ad una delle attività femminili per eccellenza, nella Casa della Venere in Conchiglia.
L’obiettivo finale è quello di creare un’esperienza culturale completa, che unisca il passato e il presente in una riflessione critica sul ruolo delle donne, offrendo strumenti di comprensione non solo storica, ma anche attuale.

Maggiori info su:

 https://pompeiisites.org/mostre/essere-donna-nellantica-pompei/
 

A partire dal mese di settembre inoltre, durante le aperture serali straordinarie - nell'ambito del progetto di valorizzazione ESOPOP - si terranno una serie di letture e performance artistiche dedicate alle Donne protagoniste della mostra. La rassegna è prodotta da Casa del Contemporaneo, testi e regia a cura di Fabio Cocifoglia e Rosario Sparno

AUDACI. Dalle avanguardie storiche agli artisti mascherati, l'arte del libero pensiero

a cura di Cesare Biasini Selvaggi

21Gallery, Padova

17 aprile - 30 agosto 2025 



 

A Padova apre una nuova galleria d'arte con una mostra dedicata ai protagonisti dell'arte italiana e internazionale del XX e del XXI secolo, da Cindy Sherman a Jan Vercruysse e Takashi Murakami, da Yayoi Kusama a Marina Abramović e Francesco Clemente.


Curata da Cesare Biasini Selvaggi, l'esposizione AUDACI. Dalle avanguardie storiche agli artisti mascherati, l'arte del libero pensiero è visitabile dal 17 aprile al 30 agosto 2025 negli spazi storici di Palazzo Colonne, sede di 21Gallery.


Con l'apertura di Padova, cresce il progetto di 21Gallery, nato nel 2021 a Treviso dalla scelta di Alessandro Benetton di investire sulle idee del giovane imprenditore Davide Vanin con l'obiettivo di diffondere la cultura con particolare riferimento alle arti visive, ottenere un impatto positivo sul territorio, stimolare il rapporto arte e impresa, promuovere la trasparenza nel sistema dell'arte per coinvolgere nuovi potenziali collezionisti e sostenere concretamente gli artisti rappresentati. Valori condivisi da Ernesto Fürstenberg Fassio che, attraverso Banca Ifis, nel 2024 entra nel capitale sociale del gruppo.

 

La nuova sede, oggetto di un importante intervento di riallestimento del collettivo Fosbury Architecture, è diretta da Elena Comin, manager proveniente dal mondo del marketing e della comunicazione, collezionista e appassionata d'arte.

 

"Sono grato ad Alessandro Benetton che, credendo per primo in questo progetto, ci ha permesso di intraprenderlo e di coinvolgere oggi importanti collezionisti e imprenditori. Elena Comin nasce come amica collezionista e vedere oggi la sua apertura a Padova, primo passo del nostro piano di espansione, mi riempie di gioia", dichiara Davide Vanin.

 

Curata da Cesare Biasini Selvaggi, la mostra inaugurale - AUDACI. Dalle avanguardie storiche agli artisti mascherati, l'arte del libero pensiero - rende omaggio a Padova, città che ha sempre accolto e promosso il libero pensiero, alimentandolo e trasformandolo in sapere, arte e innovazione.

 

"Padova è una città che non ha mai temuto il pensiero libero", scrive Elena Comin. "È la città in cui insegnò e passò i suoi anni più proficui Galileo Galilei, che qui rivoluzionò la scienza sfidando dogmi secolari. È la città che accolse l'innovativa visione di Giotto, che ruppe con la rigidità medievale per dare vita a una pittura più umana, più vera, più emozionante (non è forse suo il primo bacio della storia dell'arte?). Il suo spirito è sempre stato quello di chi osa, di chi sfida il già detto, di chi cerca oltre. Questo stesso spirito attraversa dalle sue origini l'Università di Padova, il cui motto Universa Universis Patavina Libertas celebra un principio fondante: la libertà, incondizionata e per tutti. Non a caso proprio presso l'Università di Padova nel 1678 si laureò, prima donna al mondo, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, aprendo una breccia nell'accesso al sapere fino a quel momento impensabile".

 

La mostra

"La mostra intende ricostruire, dagli inizi del novecento fino a toccare il nostro tempo, un percorso nell'arte del libero pensiero, nella ricerca audace, nella guerriglia eversiva, non scevra di aloni di follia e visionarietà, in espressioni disallineate, scomode, quindi spesso isolate, emarginate, impopolari, derise, ostacolate, ostracizzate, o addirittura censurate, di artisti che hanno operato e operano al di là del mainstream, che hanno indicato e indicano un'altra via possibile al nostro stare al mondo, che praticano una ricerca attivista, o meglio artivista, di frequente silenziosa, ma quantomai indispensabile strumento di resistenza con uno specifico potenziale di agire nel mondo. Parte tutto dal loro moto ribelle, della mente e dell'anima, che si fonde con la loro coscienza sociale e politica. D'altronde l'arte, per sua natura, è politica in quanto spazio relazionale", scrive Cesare Biasini Selvaggi.


Il percorso espositivo, comprensivo di circa trenta opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie, parte dalle avanguardie storiche, con una selezione di dipinti dal futurismo di Giacomo Balla (Forze di paesaggio + polvere, 1918), passando per il mondo immaginario di Yayoi Kusama (Polka Dots, 1990) e la pittura di Carla Accardi (Orli neri, 2000) tra le figure più rappresentative dell'astrattismo nel secondo dopoguerra. Dall'universo essenziale della modernità di Alex Katz (Turban, 1971) fino alla ricerca di protagonisti della creatività contemporanea, come l'artista concettuale Jan Vercruysse (Les Paroles XXII, 1998), Cindy Sherman con i suoi personaggi immaginari (Untitled #166, 1987) e Catherine Opie (Miggi & Ilene, Los Angeles, California, 1995), una delle figure più importanti della fotografia contemporanea. La mostra si conclude con alcuni autori emergenti provenienti dal contesto dell'arte urbana, da Gonzalo Borondo (Cristo gif, 2021) a Laika (Self Portrait against war, 2024), artista mascherata, la cui identità rimane ignota.


Siamo ancora capaci di essere audaci? A questa domanda alcuni artisti contemporanei, come nel caso di Laika, Manu Invisible o di Andrea Villa (anch'esso nome d'arte), oggetto di un'approfondita ricerca condotta da Cesare Biasini Selvaggi, rispondono indossando una maschera. Nemici del politicamente corretto, senza paura di provocare il pubblico, per la loro pratica artistica antagonista al sistema dominante continuano a ricevere intimidazioni e ingiurie. La maschera conferisce loro la spinta necessaria a continuare una ricerca libera, a esprimermi senza paura delle conseguenze, e a vivere un'esistenza normale quando non la indossano.


L'esposizione è accompagnata da un catalogo Silvana editoriale (italiano/inglese, 96 pagine) con la prefazione di Elena Comin, il saggio storico-critico di Cesare Biasini Selvaggi, le schede delle opere, un'intervista inedita a Laika e un ricco apparato iconografico.


La mostra sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 10.30-12.30 e 16.00-18.00 oppure su appuntamento. Per informazioni: elena@21gallery.it, https://21gallery.it/.


Artisti in mostra: Marina Abramović (Belgrado, 1946), Carla Accardi (Trapani, 1924-Roma, 2014), Valerio Adami (Bologna, 1935), Giacomo Balla (Torino, 1871-Roma, 1958), David Batchelor (Dundee, Scozia, 1955), Gonzalo Borondo (Valladolid, Spagna, 1989), Francesco Clemente (Napoli, 1952), Giorgio de Chirico (Volo, Grecia, 1888-Roma, 1978), Jan Fabre (Anversa, Belgio, 1958), Lucio Fontana ((Rosario di Santa Fe, Argentina, 1899-Varese, 1968), Damien Hirst (Bristol, UK, 1965), Alex Katz (New York, USA, 1927), Jannis Kounellis (Pireo, Grecia, 1936-Roma, 2017), Yayoi Kusama (Matsumoto, Giappone, 1929), Laika, Christoph Meier (Vienna, 1980), Joan Miró (Barcellona, 1893-Palma di Maiorca, 1983), Henry Moore (Castleford, UK, 1898-Much Hadham, UK, 1986), Takashi Murakami (Tokyo, 1962), Catherine Opie (Sandusky, USA, 1961), Sergio Padovani (Modena, 1972), Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933), Piero Pizzi Cannella (Rocca di Papa, 1955), Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967), Conrad Shawcross (Londra, 1977), Cindy Sherman (Glen Ridge, USA, 1954), Emilio Vedova (Venezia, 1919-Venezia 2006), Jan Vercruysse (Waregem, Belgio, 1948-Bruges, Belgio, 2018).


Palazzo Colonne è un edificio di pregio architettonico e interesse storico-artistico, sito nel centro storico di Padova. Edificato nel secondo quarto dell'Ottocento e affacciato su via San Francesco, sorge a fianco della tomba di Antenore, leggendario fondatore della città.


21Gallery ha sede al piano terra. I suoi interni sono caratterizzati dalla presenza di due colonne in marmo nero d'Africa di epoca romana. Il riallestimento degli spazi è stato affidato al collettivo Fosbury Architecture, curatore del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2023.


Fosbury Architecture (FA) nasce nel 2013 come collettivo fondato da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino e Claudia Mainardi. FA considera l'architettura come uno strumento di mediazione tra esigenze collettive e individuali, aspettative e risorse, sostenibilità e pragmatismo. FA si occupa di progetti culturali e curatoriali, allestitivi, e di riuso adattivo.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

Intervista a Pietro Mingione

 


Cari amici di rosarydelsudArt news oggi vi propongo questa breve video-intervista realizzata all'artista Pietro Mingione realizzata in occasione dell'inaugurazione di ieri, 10 aprile della mostra, dal titolo “Perdita del senso dell’umano e resistenza”  presso il MAV (Museo Archeologico Virtuale) di Ercolano:

  




Vi ricordo che la mostra è parte di un più ampio progetto artistico che ha visto, lo scorso 10 aprile, una performance dallo stesso titolo della mostra.




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