rosarydelsudArt News
Arte e cultura italiana
lunedì 16 settembre 2024
Convegno dibattito su Umberto Nobile tramite alcuni libri pubblicati dalle - Edizoni "Il Saggio"
Gabrile Landi - Alle montagne
Cari amici di rosarydelsudArt news oggi vi propongo questa bella intervista all'artista Gabriele Landi effettuata al MUDAC di Carrarra in Toscana per la sua opera dal titolo ALLE MONTAGNE che sarà visitabile ancora fino al 29 settembre negli orari di apertura del Mudac - Museo dalle arti di Carrarra in Via Canal del Rio n. 1 Carrara.
"Alle montagne è un'installazione inedita e site-specific per il mudaC, un omaggio a Carrara che si ispira al Testamento del capitano, drammatica canzone degli alpini. In questo lavoro Landi sperimenta nuovi volumi, che invadono lo spazio e trasmettono l'imponenza delle montagne. Ci troviamo di fronte a una sorta di mappa cartografica, epidermica, sviluppata nelle tre dimensioni, dal colore vibrante che ricorda il bagliore del marmo sotto al sole, realizzata con la pazienza di un ricamo che ricava nuovi spazi dagli intagli dell'artista.
Il percorso artistico di Gabriele Landi muove da una dimensione pittorica fatta di sottili vibrazioni tonali ottenute per sovrapposizione e velatura verso una progressiva articolazione spaziale dove il colore regna incontrastato. In tempi recenti si è concentrato sull'impiego della carta d'acquerello che dipinge, taglia, piega e perfora in vari modi dando così vita a una pittura geometrica flat che prende corpo tridimensionale."
(COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA)
Nell'ambito di White Carrara. Design is back
la mostra è promossa dal
Comune di Carrara
Sindaco Serena Arrighi
Assessore alla cultura Gea Dazzi
La breve video-intervista:
Si propone inoltre una breve photogallery di alcuni scatti realizzati dal fotografo
Riccardo Podestà :
ALLE MONTAGNE di Gabriele Landi - foto di Riccardo Podestà |
ALLE MONTAGNE di Gabriele Landi - foto di Riccardo Podestà |
ALLE MONTAGNE di Gabriele Landi - foto di Riccardo Podestà |
ALLE MONTAGNE di Gabriele Landi - foto di Riccardo Podestà |
ALLE MONTAGNE di Gabriele Landi - foto di Riccardo Podestà |
ALLE MONTAGNE di Gabriele Landi - foto di Riccardo Podestà |
ALLE MONTAGNE di Gabriele Landi - foto di Riccardo Podestà |
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https://www.rosarydelsudartnews.com/2024/06/mudac-museo-delle-arti-carrara-carrara.html
venerdì 13 settembre 2024
Il Binario Rosa si arricchisce delle "POCHE STORIE" di Gea Martire
Binario Rosa, al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, per domenica 15 settembre 2024 alle ore 20.30, vede come protagonista Gea Martire con lo spettacolo "POCHE STORIE (ma buone" con Lello Ferraro (Voce e Chitarra).
L’evento è stato realizzato grazie al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa che contribuisce, insieme con la Fondazione FS Italiane, alla valorizzazione delle realtà locali e alla promozione della cultura a livello nazionale,
"Poche Storie" di Gea Martire è uno spettacolo che invita il pubblico a riflettere sulla complessità delle relazioni umane attraverso una narrazione intima e coinvolgente. Attraverso un mix sapiente di monologhi e dialoghi, l'opera esplora temi di amore, perdita e identità, creando un'atmosfera di profonda empatia e connessione. La regia e la performance incisiva trasportano gli spettatori in un viaggio emotivo che rimane impresso nella mente e nel cuore, dimostrando che anche le piccole storie possono avere un grande impatto. Un'opera da non perdere per chi ama il teatro che parla direttamente all'anima.
I prossimi appuntamenti
28 Settembre 2024
Medea
con Gina Perna
(con musiche dal vivo di Matteo Canonico)
La kermesse organizzata dall'associazione culturale M&N's, con la direzione artistica di Nicola Le Donne, sarà un viaggio unico e personale, un'occasione per riflettere su tematiche attuali e universali attraverso la lente dell'esperienza e della sensibilità femminile. "Binario Rosa" non è solo teatro, ma anche un'occasione per valorizzare il talento e la creatività delle donne. Un modo per dare risalto alle loro voci e alle loro storie, spesso relegate ai margini. Un'iniziativa che si inserisce in un contesto sociale e culturale in cui la lotta per l'uguaglianza di genere è ancora più che mai attuale.
Gli spettacoli si terranno nell'Anfiteatro del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa.
Biglietti disponibili su prenotazione via WhatsApp al numero 3792377322
e via mail all'indirizzo
info@mens-lab.it
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
giovedì 12 settembre 2024
SERGIO FERMARIELLO. Meridiano
A cura di Demetrio Paparoni
KROMYA Art Gallery Lugano
17 settembre - 16 novembre 2024
Inaugurazione: martedì 17 settembre ore 18.00
KROMYA Art Gallery Verona
20 settembre - 16 novembre 2024
Inaugurazione: venerdì 20 settembre ore 18.00
Per la prima volta KROMYA Art Gallery presenta una mostra personale distribuita nelle due sedi di Lugano e Verona. Protagonista è l'artista Sergio Fermariello (Napoli, 1961), noto per aver fatto del guerriero armato di lancia il proprio segno di riconoscimento.
Curata da Demetrio Paparoni, l'esposizione sarà inaugurata martedì 17 settembre nella sede di Lugano e venerdì 20 settembre nella sede di Verona. L'artista e il curatore saranno presenti ad entrambi gli opening, in programma alle ore 18.00.
Il titolo della mostra - Meridiano - fa riferimento ad un luogo mentale, ad un orizzonte di intenti, all'attitudine di un emisfero che detta tempi lenti. Attraverso la reiterazione del segno, l'artista infatti scolpisce il tempo, una delle più grandi ricchezze del presente.
«Sin dai suoi esordi, il lavoro di Sergio Fermariello è caratterizzato da una malinconia che fa da propellente alla ricerca di una memoria perduta, necessaria alla ridefinizione dell'identità personale e collettiva», ha scritto di lui Demetrio Paparoni. «A partire da questa condizione d'animo, Fermariello ha avviato, ancora studente, un processo di sintesi della figura umana che lo ha portato a stilizzarla in pochi tratti essenziali e a trovare nell'immagine del guerriero l'espressione dell'essenza dell'uomo. Il guerriero è l'espressione di un segno controllato, ossessivo, ripetuto come un mantra all'infinito nella speranza che alla fine accada qualcosa di talmente estremo da rappresentare un punto di morte necessario perché ci sia una rinascita. L'omino stilizzato è l'artista con il pennello in mano che, diventato guerriero, ripete ossessivamente il proprio consenso a quello che sta facendo. È lì a difendere l'idea che l'artista è sempre impegnato a combattere la propria battaglia. In quest'ottica il suo significato sta nel segno stesso che lo compone».
«Nella mia pratica - dichiara Sergio Fermariello - coltivo il segno sino al parossismo, secondo una coazione a ripetere che va oltre il principio del piacere. Non mi interessa il significato, anche se nella figura del guerriero sono presenti numerose simbologie. Il mio intento è recuperare questo archetipo, che in passato si sarebbe trasformato in una divinità, per restituire il senso di appartenenza ad un destino maggiore, che non ci tradisce e che ci sintonizza con il sé di gruppo in un unico atto creativo».
Il percorso espositivo, articolato nelle due sedi di Lugano e Verona, comprende una trentina di opere di recente produzione, molte delle quali inedite. Oltre alle tele su acciaio, che a volte si presentano come bassorilievi, e agli acrilici su carta, la mostra comprende anche una Tela scrittura, ovvero un'opera disegnata nel tempo in cui il segno visto a distanza diviene astrazione, e una scultura totemica virata nell'arancio. A tracciare un'ideale ponte tra le due sedi è la scultura denominata Knot, composta da due tubi di ferro zincato che presentano al centro una strozzatura, un nodo che rallenta la discesa dell'acqua, alludendo ad altre possibili strade e vie d'uscita.
Nel corso della mostra sarà pubblicato un catalogo disponibile in Galleria con un testo critico inedito di Demetrio Paparoni e la documentazione delle opere esposte.
La sede di Lugano è aperta al pubblico da martedì a venerdì con orario 13.00-18.00, sabato su appuntamento, chiuso dal 9 al 12 ottobre. La sede di Verona è aperta al pubblico da martedì a sabato con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.30, in occasione di Art Verona aperto solo su appuntamento.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
SALVIFICA
73^ Rassegna Internazionale d’Arte | Premio G. B. Salvi
SALVIFICA
Il Sassoferrato e Giovanni Manfredini
tra pelle e profondo
Palazzo degli Scalzi e Chiesa San Michele Arcangelo
Sassoferrato (AN)
11 ottobre 2024 – 24 gennaio 2025
Venerdì 11 ottobre alle ore 17.00 presso il Palazzo degli Scalzi di Sassoferrato (AN) inaugura la settantatreesima edizione della Rassegna Internazionale d’Arte | Premio G. B. Salvi con la mostra SALVIFICA. Il Sassoferrato e Giovanni Manfredini, tra pelle e profondo, a cura di Federica Facchini e Massimo Pulini, una monografica dell’artista contemporaneo Giovanni Manfredini (Pavullo nel Frignano, Modena, 1963) in dialogo con otto dipinti inediti del pittore seicentesco Giovanni Battista Salvi detto il “Sassoferrato” e due di Alessandro Mattia da Farnese, provenienti dal mondo collezionistico e antiquario.
I due dipinti del raffinato pittore viterbese (Madonna col Bambino in braccio e san Giovannino e Battesimo di Cristo, entrambi provenienti da collezioni private) confermano una stretta parentela con lo stile del Sassoferrato e aprono a nuovi sviluppi di studio, delineando con grande probabilità che la bottega del Salvi non fu così monolitica come si riteneva, proseguendo solo con i suoi figli, ma ha avuto altri contatti e collaborazioni di alto livello.
Questa edizione conclude un triennio concepito come un doppio progetto di ricerca, sull’antico e sul contemporaneo attraverso un confronto stimolante, serrato e visionario tra le opere di due artisti.
Dalla 71^ edizione (2022) la storia della Rassegna e il suo patrimonio di opere sono stati riconsiderati con un rinnovato impulso e un rilancio che pongono “storia” e “memoria” al centro dell’indagine espositiva. Partendo dalla profonda comprensione di quale fosse, in piena epoca barocca, la posizione estetica del Sassoferrato - che si distinse per una ostinata ricerca pittorica orientata al recupero di valori rinascimentali, ponendosi in direzione contraria rispetto alle tendenze del suo tempo - i curatori hanno ribadito l’ideale parallelo creativo innestato in questi ultimi due anni, con le opere e la ricerca di Nicola Samorì e di Ettore Frani.
Il Sassoferrato, solo in apparenza sempre uguale a se stesso, è invece un artista che proprio in questi ultimi decenni di studio ha offerto continue e importanti sorprese, oltre a raggiungere sempre più alti risultati nelle aste internazionali.
Questi appuntamenti annuali diventano anche un’occasione straordinaria per condividere un laboratorio di idee e riflessioni su uno dei pittori più affascinanti del XVII secolo. Versioni inedite di fortunate iconografie, ma anche novità assolute che aprono nuovi percorsi di ricerca, verranno esposte nelle sezioni della mostra.
Le singolari caratteristiche iconiche, concettuali e mistiche del Salvi hanno tracciato la rotta per individuare, nel panorama artistico attuale, le figure che costituiscono un ideale parallelo nel presente.
Quest’anno la scelta della direzione artistica è caduta su Giovanni Manfredini che vive e lavora tra Modena e Milano. Quest’anno le opere dell’artista saranno allestite nei consueti spazi di Palazzo degli Scalzi a cui si aggiungono straordinariamente quelli della Chiesa di San Michele Arcangelo nel Centro Storico del Castello di Sassoferrato, riconosciuto ne “I Borghi più Belli d’Italia”.
L’arte di Giovanni Manfredini concentra la propria ricerca sul corpo, sulla sua sacralità e sulla luce salvifica e pacificante che ne riscatta la materialità. Unendo performance ed esistenzialismo a espliciti rimandi all’arte sacra, le sue opere nascono dal contatto del suo stesso corpo su una superficie trattata con velature di nerofumo capaci di registrarne il segno. Le parti del corpo si materializzano in modo spettrale dalle tenebre: sono mani, spalle e braccia, gambe, frammenti del torace ad infrangere uno scuro strato del quadro e a rivelarsi in modo luminoso. Il lento lavoro a pittura successivo aumenta ulteriormente la dimensione scultorea delle figure, allontanandole dall’originale espressività performativa. Manfredini lavora da anni sul corpo con una ricerca lenta che ha portato il suo lavoro dai “tentativi di esistenza” del primo periodo ad una affermazione pittorica sempre più consapevole, in cui la luce, pura e assoluta, definisce immagini estatiche e spirituali, che rievocano la pittura del Seicento.
Non c’è nulla di narrativo nelle opere di Giovanni Manfredini, tutto è vissuto nel presente. Ciò che viene svelato richiama alla mente forme espressive vicine a un’iconografia di matrice sacra, immagini di martirio, di dolore. Anche se paradossalmente su tutto regna un silenzio “assordante”, per utilizzare con l’ossimoro la metafora di una lotta continua ed eterna tra concetti opposti che appartiene molto all’assidua ricerca dell’Artista.
La Rassegna Internazionale d’Arte | Premio G. B. Salvi è la più longeva rassegna artistica italiano dopo la Biennale di Venezia e il Premio Michetti di Francavilla al Mare. Dedicata al pittore Giovanni Battista Salvi, uno dei più illustri cittadini sentinati insieme al grande giurista Bartolo da Sassoferrato, ha rappresentato per anni un punto di riferimento, non solo regionale, nella ricerca artistica contemporanea, permettendo alla città marchigiana di costituire una ricca collezione che riesce a documentare le linee espressive più interessanti del Novecento italiano.
INFO
Evento: 73^ Rassegna Internazionale d’Arte | Premio G. B. Salvi
Mostra: SALVIFICA. Il Sassoferrato e Giovanni Manfredini. Tra pelle e profondo
Mostra e catalogo a cura di: Federica Facchini e Massimo Pulini
Date esposizione: 11 ottobre 2024 – 26 gennaio 2025
Inaugurazione: venerdì 11 ottobre, ore 17.00
Sedi espositive: Palazzo degli Scalzi, piazza Antonio Gramsci 1 | Chiesa San Michele Arcangelo, Vicolo Perotti, Sassoferrato (AN)
Orari sede espositiva Palazzo degli Scalzi: venerdì 15.30 - 18.30, sabato e domenica 10.00 – 13.00 | 15.30 - 18.30. Mostra chiusa il 25 dicembre 2024 e 1° gennaio 2025
Tariffe visita libera: Intero € 4,00 (per i residenti del Comune di Sassoferrato il biglietto è valido per tutta la durata della mostra) | Ridotto € 3,00 (ragazzi 7-14 anni; studenti di ogni ordine e grado; over 65; soci del Touring Club Italiano su presentazione della tessera associativa; comitive di 15 o più persone, possessori Card Musei Sassoferrato)
Omaggio: bambini 0-6 anni, disabile + accompagnatore, guide e accompagnatori turistici
Sarà disponibile il catalogo dedicato presso la sede espositiva di Palazzo degli Scalzi e il Punto I.A.T. di Sassoferrato.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
Ventisettesima edizione di Luci d'Artista
Siamo a settembre e si avvicina la ventisettesima edizione di Luci d'Artista.
Venerdì 25 ottobre dalle ore 18:30, con la prima accensione, Torino torna a illuminarsi e trasforma ancora una volta il suo cielo con installazioni luminose di grandi artisti pensate per lo spazio pubblico.
Anche per questa edizione la Fondazione Torino Musei è stata incaricata dalla Città di Torino, nell'ambito della sua missione istituzionale, a operare per la valorizzazione e realizzazione di quello che è il suo progetto più longevo e rappresentativo del ruolo dell'arte contemporanea per l'identità e la vita culturale della città.
Luci d'Artista è, nell’ambito del nuovo Piano strategico della Fondazione Torino Musei, la quinta linea culturale (insieme a GAM, MAO, Palazzo Madama e Artissima) e ha l’obiettivo di trasformare la manifestazione in una vera istituzione di ricerca artistica permanente.
In questa nuova edizione, vista anche la grande accoglienza del pubblico, saranno confermate e ulteriormente implementate le linee guida di indirizzo stabilite già nella 26° edizione: insieme al curatore Antonio Grulli, saranno ancor più rafforzate tutte le iniziative di superamento dei confini invernali della manifestazione, la creazione di una programmazione attiva tutto l’anno e la ridefinizione delle varie sezioni di Luci d'Artista. Il tutto per valorizzare una collezione unica e straordinaria e raggiungere una visibilità nazionale e internazionale stabile, rendendo la manifestazione ancora più inclusiva ed ecologicamente sostenibile.
La sezione Costellazione tornerà ancora più ricca e si avvarrà di nuove collaborazioni istituzionali come quelle con Consulta per la Valorizzazione Beni Artistici e Culturali di Torino e Unione Industriali Torino insieme ad Artissima, con il MAUTO Museo Nazionale dell'Automobile, con la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, e con il MAO - Museo d'Arte Orientale, confermandosi come la principale leva di espansione e arricchimento di Luci d’Artista, non solo in chiave cittadina.
Accademia della Luce, il Public Program, è forse la sezione che maggiormente ha beneficiato della nuova linea curatoriale, permettendo a Luci d'Artista di collaborare attivamente con i Dipartimenti Educazione dei musei e delle fondazioni per l’arte contemporanea della città e di vivere tutto l'anno, raggiungendo un grande successo nei suoi due importanti appuntamenti rivolti al pubblico: la conferenza dedicata a Giovanni Anselmo e la giornata realizzata per il Solstizio d'Estate, entrambe negli spazi della GAM. I due momenti saranno riconfermati anche in questa edizione, rinnovati nei contenuti e nelle tematiche.
Continua anche il processo di aggiornamento tecnologico delle Luci, che saranno ancora più sostenibili e a basso impatto ecologico. Questo obiettivo di cruciale importanza, realizzato grazie all’impegno del Gruppo Iren che da oltre vent’anni è al fianco di Luci d'Artista, si sviluppa di pari passo con il delicatissimo processo di restauro, recupero e rifacimento delle Luci della collezione, per le quali anche quest'anno sarà fondamentale il contributo della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, e di Unione Industriali Torino.
La presenza delle due istituzioni torinesi, da anni a sostegno di Luci d'Artista, permetterà di restaurare quella che probabilmente nell’immaginario collettivo è divenuta uno dei simboli di Torino, ovvero Il volo dei numeri di Mario Merz posizionata sulla Mole Antonelliana. Una collaborazione che si basa sulla continuità di dialogo, che negli anni ha permesso di portare importanti benefici per il recupero del patrimonio della Città e della digitalizzazione dei suoi spazi pubblici.
Tutto questo sarà accompagnato da una nuova comunicazione, attiva tutto l’anno, rafforzata nel suo indirizzo nazionale e internazionale, sempre più vivace e fresca nell’utilizzo dei social network.
Dopo il successo della 26° edizione, è sempre il torinese Studio Fludd a creare non solo l’identità visiva di questa edizione, ma anche la grafica di quelle che sono le due grandi novità di Luci d’Artista: il nuovo sito internet (sviluppato da un’altra realtà torinese, Wedoo) e soprattutto il primo logo di Luci d’Artista: un nuovo segno grafico che negli anni accompagnerà la manifestazione.
Luci d'Artista nasce nel 1998 per volontà della Città di Torino con la convinzione che l'arte dovesse contribuire al bene comune e abitare le vie, le piazze e i palazzi. Un percorso espositivo d’arte contemporanea inedito e a quel tempo innovativo, imitato in seguito da altre città italiane e straniere. Negli anni hanno contribuito alcuni dei più grandi artisti italiani e internazionali capaci di realizzare interventi entrati nell’immaginario collettivo, integrati alla perfezione nel tessuto urbano della città, della quale sono ormai un simbolo. Installazioni luminose capaci di arrivare a un grande pubblico di non addetti ai lavori. Ma non solo: nel momento in cui - verso la fine degli anni Novanta - Torino ha avuto la necessità di ripensare la propria identità, proponendosi come la Città del Contemporaneo, le Luci d’Artista ne sono diventate naturalmente l’immagine in grado di veicolare con immediatezza il messaggio.
Luci d'Artista è progetto e patrimonio della Città di Torino, realizzato da Fondazione Torino Musei con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, Unione Industriali Torino e Torino 2025 FISU Games Winter. Main sponsor: Gruppo Iren.
Le installazioni luminose saranno visibili dal 25 ottobre 2024 al 12 gennaio 2025.
Rebecca Horn, Piccoli spiriti blu, opera permanente, Monte dei Cappuccini. Foto Gianluca Minuto |
LE DUE NUOVE INSTALLAZIONI LUMINOSE
Scia’Mano di Luigi Ontani
VR Man di Andreas Angelidakis
Per la 27° edizione, Luci d'Artista si arricchisce di due nuove installazioni luminose firmate da grandi artisti selezionati dal Comitato Scientifico di Luci d'Artista, che in quest'ultimo anno si è completamente rinnovato ed è oggi composto da Chiara Bertola e Francesco Manacorda, rispettivamente direttori della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e del Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, ai quali si aggiunge Antonio Grulli, curatore di Luci d'Artista.
La selezione dei due nuovi artisti di Luci d'Artista 27 si è raggiunta in seguito a una serie di incontri tra i membri del Comitato scientifico, durante i quali si è deciso di affiancare un grande maestro indiscusso con una stella dell'arte globale. I nomi sono quelli di Luigi Ontani e di Andreas Angelidakis con le rispettive luci Scia’Mano e VR Man.
L'opera Scia’Mano del Maestro Luigi Ontani è, come dichiarato dal titolo, legata alla figura dello Sciamano ed è connesso al lavoro su figure, immagini e concetti universali su cui Ontani ha sempre lavorato. Ma il soggetto è anche un tributo alla dimensione magica e letteraria a cui la città di Torino è sempre stata accostata.
Luigi Ontani, (1943), vive a Roma e Riola di Vergato. Figura iconica, è uno dei più influenti e riconosciuti artisti italiani nel mondo, con una carriera eclettica che spazia dalla pittura alla performance, dalla fotografia alla scultura. Negli anni Sessanta inizia a dedicarsi alla fotografia e al video rivoluzionandone i linguaggi, e nel 1969 realizza il suo primo Tableau Vivant, Ange Infidèle, con cui apporta innovazioni radicali all’arte della performance. I Tableaux Vivants di Luigi Ontani sono dei veri e propri “dipinti” viventi, delle performance firmate o fotografate in cui l’artista è il protagonista della scena, travestito da personaggio storico, letterario o mitologico – da Pinocchio a Dante, da San Sebastiano a Bacco – personificando temi storici, mitologici, letterari e popolari. Le sue radici affondano nelle tradizioni culturali italiane, ma la sua opera si apre a una visione globale, abbracciando l’Oriente e l’esotico. Alla fine del 1974 affronta il primo viaggio in India per arrivare, in seguito, anche in Indonesia dove rimane affascinato dall’arte e dalla cultura dell’isola di Bali. Tra le numerose mostre, ha esposto alla Biennale di Venezia nel 1972, 1978, 1984, 1986, 1995, 2003; Identité Italienne: Art en Italie depuis 1959, Centre Pompidou Paris 1981; Italian Art Now: An American Perspective, Guggenheim Museum New York, 1982; Manifesta 2008; A bigger Splash: Painting after Performance, TATE Modern London, 2012. Tra le mostre personali, si segnala Ganesham USA 1965-2001, MoMA PS1 Contemporary Art Centre, New York; Auroboruserpentine Map Marathon, The Serpentine Gallery, Londra; Rivoltartealtrove, Castello di Rivoli, Torino, 2012.
L'opera VR Man di Andreas Angelidakis, realizzata in occasione e con il supporto di Torino 2025 FISU Games Winter è ripresa dall’iconografia classica della scultura greca e romana, immaginario su cui l’artista lavora da molti anni. La nuova opera si riferisce alla pratica atletica come fondamento dei giochi olimpici ma anche come disciplina indissolubile dall’attività intellettuale e spirituale, così come era vista durante il periodo classico greco.
Andreas Angelidakis (Atene, 1968), vive e lavora ad Atene. Si definisce un architetto che non costruisce, ma che contempla l’architettura come una pratica per indagare la psicologia di un luogo e degli elementi che lo costituiscono e lo abitano, esaminando l'idea di rovina, sia delle società antiche che di quelle contemporanee. Le sue opere indagano lo spazio dove arte e architettura si sovrappongono e in cui le nuove tecnologie influenzano l’architettura e il modo di vivere, creando opere che riflettono sulla sociologia e la storia del modernismo nell'architettura, nella cultura urbana e nei media digitali. Nel suo lavoro presenta riconsiderazioni delle rovine greche sotto forma di video digitale, sculture morbide, e mobili, dando vita a una interpretazione giocosa che offre un'esperienza fisica diretta al visitatore. Ha partecipato come artista a diverse mostre internazionali, tra cui: The State of the Art of Architecture alla prima Biennale di Architettura di Chicago, la 12° Triennale del Baltico al Centro d'Arte Contemporanea di Vilnius e Super Superstudio al PAC Milano nel 2015, oltre a documenta14 ad Atene e a Kassel nel 2017. Nel 2019 ha partecipato a Bergen Assembly, contribuendo con un sistema di sedute sociali multifunzionali al Parlamento dei corpi di Paul B. Preciado per documenta14, nonché alla Biennale dell'Immagine in Movimento alle OGR di Torino. Nel 2022 ha realizzato la grande mostra POST-RUIN Bentivoglio a Palazzo Bentivoglio a cura di Antonio Grulli e nello stesso anno Center for the Critical Appreciation of Antiquity l'opera d'arte più ambiziosa mai realizzata, commissionata da Audemars Piguet Contemporary a Parigi. Tra le mostre che l'artista ha curato ricordiamo The System of Objects alla Deste Foundation di Atene, Super Superstudio al PAC di Milano, Fin de Siècle allo Swiss Institute di New York, Period Rooms al Het Nieuwe Instituut di Rotterdam e OOO Object Oriented Ontology alla Kunsthalle di Basilea.
Giovanni Anselmo, Orizzonti. Foto Andrea Rossetti |
IL NUOVO LOGO DI LUCI D’ARTISTA
Per la prima volta Luci d’Artista adotta un logo, un segno identitario della manifestazione, che la richiami al di là delle singole declinazioni grafiche annuali, nell’ottica di renderla sempre più riconoscibile quale istituzione culturale di livello non solo nazionale, ma anche internazionale. Si è quindi deciso di coinvolgere lo Studio Fludd, gruppo di giovani grafici torinesi che ha realizzato l’identità visiva dello scorso anno e che ha rappresentato al meglio il connubio tra contemporaneità e immagine della luce che trascende il solo evento tradizionale invernale. Un logo quindi che rappresenta il rapporto tra le arti e la luce, un nuovo segno che vuole essere trasversale alle tante attività annuali comprese oggi in Luci d’Artista.
Il nuovo logo è stato sviluppato in continuità con l'identità visiva della 26ª edizione, con l'intento di richiamare il tema della materialità della luce attraverso un bagliore che ne anima la superficie. È stato elaborato un carattere tipografico chiaro e moderno, capace di conferire al logotipo un'identità unica ed evocativa, caratterizzata da un impatto visivo forte e una spiccata riconoscibilità. Per ampliare la versatilità e l’immediatezza dell’immagine coordinata, l’identità di Luci d’Artista è arricchita da un monogramma coerente con il design complessivo.
Daniel Buren, Tappeto Volante. Foto Paola Zuliani. Courtesy FIAF |
TORINO 2025 FISU GAMES WINTER
Luci d'Artista è in grado di instaurare importanti rapporti con le principali realtà di Torino, soprattutto in occasione dei grandi eventi culturali e sportivi che la città, per sua vocazione, ospita ogni anno. In quest'ottica, prende vita una importante sinergia con il Comitato Organizzatore dei Giochi Mondiali Universitari invernali di Torino 2025, manifestazione sportiva multidisciplinare un tempo conosciuta come Universiade. Mancano solo 125 giorni all’inizio dei Giochi – che si terranno a Torino e in altri 5 comuni delle Valli Olimpiche dal 13 al 23 gennaio 2025 - e nel Road TO2025 si inserisce la 27° edizione di Luci d'Artista, in aggiunta alle numerose attività organizzate dal Comitato organizzatore di Torino 2025 insieme alle scuole della Regione Piemonte e della Città di Torino: un percorso che porterà nell'ottobre 2024 a una partecipazione dei Giochi Mondiali Universitari alla realizzazione di una Luce d'Artista fortemente simbolica, evocativa dell’unione indissolubile tra Sport e Sapere, della pratica atletica che è contemporaneamente fondamento dei Giochi ed elemento fondante dell’elevazione intellettuale e spirituale umana. Questa nuova installazione entrerà a far parte negli anni successivi della collezione delle Luci della Città, come ulteriore eredità lasciata dai Torino 2025 FISU Games Winter al territorio.
Michelangelo Pistoletto, Amare le differenze, opera permanente, Piazza della Repubblica, facciata Tettoia Orologio Foto Marco Briola. Courtesy FIAF |
OMAGGIO A REBECCA HORN
In questa occasione così importante per Luci d'Artista ricordiamo con grande commozione Rebecca Horn, da poco scomparsa, con l’accensione straordinaria della Luce da lei ideata per il Monte dei Cappuccini nel 1999, da lunedì 9 fino a domenica 15 settembre.
Rebecca Horn (Michelstadt, 24 marzo 1944 – Bad König, 6 settembre 2024) è stata un grande Maestro dell'arte il cui lavoro, fondato sulla tematica del corpo e sulle possibilità di ampliamento e superamento dello stesso, ha anticipato molte questioni oggi cruciali. La sua opera Piccoli Spiriti Blu (1999), restaurata nel 2022 grazie al contributo della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, è una delle Luci più amate, incantevoli e spettacolari. Da anni domina la città di Torino, e ne è diventata uno dei simboli, dall'alto del Monte dei Cappuccini. Dobbiamo essere grati per questo capolavoro a Ida Gianelli, Pier Giovanni Castagnoli e Riccardo Passoni che ebbero l'intuizione, circa 25 anni fa, di coinvolgere questa grande artista nella nostra manifestazione, donando alla città un monumento in grado di illuminarla per sempre. (Antonio Grulli).
Nicola De Maria, Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime, opera permanente, Piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina) Foto Loris Olivieri. Courtesy FIAF |
ANTONIO GRULLI
Antonio Grulli (La Spezia, 1979), è critico d’arte, curatore, e collabora regolarmente con il quotidiano La Stampa per cui tiene la rubrica "Lampi Critici". È il curatore del Padiglione Albanese alla 60 Biennale di Venezia in corso al momento. Negli anni si è occupato della collezione e delle attività legate all’arte contemporanea di Palazzo Bentivoglio (Bologna, palazzobentivoglio.org), ha fatto parte del board di Viafarini (Milano, viafarini.org), e ha dato vita a una serie di progetti espositivi, progettuali ed editoriali in collaborazione con colleghi curatori, artisti e collezionisti. Per il Museo MAMbo di Bologna ha ideato (con il curatore Davide Ferri) Sentimiento Nuevo, una ricerca sullo stato della critica d’arte fatta di incontri, conferenze, lecture e performance. Cura due spazi espositivi senza fine di lucro: Lucerna, a Milano, assieme a Federico Pepe, e lo spazio FBI nello studio dell’artista Jacopo Benassi a La Spezia. Negli anni ha curato mostre per spazi pubblici e istituzionali quali: Ala Scaligera della Rocca di Angera (Varese), Fondazione Carispezia (La Spezia), Fondazione del Monte (Bologna), Le Dictateur (Milano), Match Gallery (Lubliana), MAMbo (Bologna), Museo di Castelvecchio (Verona); i no profit C21 (Reggio Emilia), Codalunga (Vittorio Veneto), Hamlet (Zurigo), Neon Campobase (Bologna), Viafarini (Milano). Ha collaborato, tra le altre, con le testate Arte e Critica, Arte Mondadori, Artribune, ATP Diary, Boite, Cura Magazine, Exibart, Flash Art, Le Dictateur, Mousse Magazine, Studio Magazine.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
INCONTRI di FOTOGRAFIA in Museo Villa Pignatelli
PRE FESTIVAL | incontri in CASA della FOTOGRAFIA | sabato 14 settembre
ore 10:00 | Monica BIANCARDI, conversazione "la Fotografia: un'arte in dialogo"
ore 11:30 | Cristina CUSANI + Dafne SALIS, presentazione progetto "Stitching memories"
ingresso libero | info festival@flegreaphoto.it | www.napoliphotofestival.it
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COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
Simona Cocozza, ex studentessa dello Sbordone, regista del film “SottoCoperta”, incontra gli studenti del liceo
Venerdì 13 settembre alle 11:30, nella sala audiovisivi del Liceo classico e scientifico F. Sbordone, a Napoli in Via Vecchia San Rocco 16, si terrà un incontro tra gli studenti e la regista Simona Cocozza, ex studentessa del Liceo, oggi attivista e realizzatrice di documentari, per presentare il suo primo film intitolato “SottoCoperta”, attualmente nelle sale, una favola contemporanea sull’accettazione di sé, commedia romantica che affronta con toni agrodolci i problemi della società contemporanea.
Parteciperanno all’incontro la dirigente scolastica Laura Colantonio, il presidente della III Municipalità Fabio Greco, la consigliera della III Municipalità Giuliana De Lorenzo, la regista e sceneggiatrice del film Simona Cocozza, la cosceneggiatrice e produttrice Samantha Cito e, in qualità di relatore, Marco Cocozza.
Al riguardo, Laura Colantonio: “Gli studenti del Liceo Sbordone girano il mondo, con successo, e tornano per condividere la loro esperienza con la nostra comunità scolastica, questo ha un grande valore per noi, non solo simbolico”.
L’incontro è stato organizzato dalla consigliera della III Municipalità Giuliana De Lorenzo, che afferma: “Portare Simona Cocozza nel liceo dove ha studiato è un messaggio forte per i giovani. Vogliamo far capire loro che, come lei, possono costruirsi un futuro seguendo attitudini e passioni, nonostante le sfide che incontreranno lungo il percorso”.
Entusiasta
anche la regista Simona Cocozza: “Quando andavo allo Sbordone il liceo
non aveva ancora un nome, si chiamava semplicemente “XI”, questo vi farà
capire la mia età! Le scuole sono i luoghi dove si creano i rapporti,
le amicizie e le passioni che ci accompagnano per il resto della vita,
poterci tornare mi fa sentire a casa. Ci vediamo quindi venerdì per
parlare, divertirci e scambiarci vita”.
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