Uno speciale appuntamento con
il talk degli artisti Victoria Lomasko e Badiucao
Victoria Lomasko, Butterflies Aflutter, blue version, 2021, 415 x
590 mm, Paper, watercolor, black and color ink, watercolor pencils
Interventi di:
Emilio Del Bono, Sindaco di Brescia
Laura Castelletti, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura Comune di Brescia
Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei
Roberto Cammarata, Presidente del Consiglio Comunale di Brescia e del Festival della Pace
Elettra Stamboulis, Curatrice della mostra Victoria Lomasko. The Last Soviet Artist
Introduce e modera Stefano Karadjov, direttore Fondazione Brescia Musei
Alla presenza degli artisti Victoria Lomasko e Badiucao
Il Comune di Brescia, la Fondazione Brescia Musei e il Festival della Pace di Brescia da venerdì 11 novembre 2022 sino a domenica 8 gennaio 2023 presentano per la prima volta in Italia la personale dell’artista dissidente russa Victoria Lomasko. La mostra Victoria Lomasko. The Last Soviet Artist, a cura di Elettra Stamboulis, si terrà negli spazi espositivi del Museo di Santa Giulia a Brescia. Presentata nell'ambito del Festival della Pace di Brescia, l’esposizione è il terzo atto della ricerca, curata da Elettra Stamboulis, intrapresa da Fondazione Brescia Musei nel 2019 con la mostra di Zehra Doğan, Avremo anche giorni migliori. Opere dalle carceri turche, e proseguita nel 2021 con la personale di Badiucao, La Cina non è vicina. Opere di un artista dissidente.
In attesa dell’inaugurazione, il prossimo mercoledì 12 ottobre 2022 alle ore 18.00, si terrà presso Palazzo Loggia un talk aperto al pubblico di presentazione della mostra Victoria Lomasko. The Last Soviet Artist: un appuntamento speciale alla presenza fisica dei due artisti, Victoria Lomasko e Badiucao, in un simbolico passaggio di consegne all’insegna dei diritti umani.
L’incontro, moderato da Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei, vedrà la partecipazione di: Emilio Del Bono, Sindaco di Brescia, che con convinzione da tre anni sostiene il format Arte e diritti; Laura Castelletti, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Brescia; Francesca Bazoli, Presidente della Fondazione Brescia Musei; Roberto Cammarata, Presidente del Consiglio Comunale di Brescia e del Festival della Pace; Elettra Stamboulis, curatrice del ciclo espositivo, oltre naturalmente agli artisti Victoria Lomasko e Badiucao, arrivato per l’occasione dall’Australia.
L’incontro sarà anche l’occasione per approfondire come la recente mostra di Badiucao sia stata letta dalla stampa internazionale come un episodio culturale unico a livello globale e per presentare una selezione di opere di Victoria Lomasko oltre a un breve estratto del documentario The Last Soviet Artist, che la vede protagonista: tutte opere che saranno poi in mostra, dove Lomasko realizzerà dei lavori site-specific, un aspetto che caratterizzerà fortemente l’esposizione, che sarà una vera e propria creazione d’arte essa stessa e a cui l’artista, presente in città già dalla scorsa settimana, ha iniziato a lavorare negli atelier del Museo di Santa Giulia.
Il talk del 12 ottobre vuole dare voce a due artisti nella cui creazione si ravvisa l’urgenza di rappresentare la parte oscura della nostra epoca, presentando situazioni in cui i diritti umani non vengono rispettati. Badiucao e Lomasko, che provengono entrambi da paesi in cui il problema dei diritti umani è assai vivo, vengono chiamati, in questo 2022 in cui ricorre il centenario della nascita dell'URSS, a confrontarsi con l’eredità del secolo scorso.
L’esposizione rappresenta l’appuntamento principale del Festival della Pace, tanto che l'immagine rappresentativa del Festival è legata a un'opera presente in mostra. Mercoledì 12 ottobre sarà l’occasione per svelare, nell’ufficio di Roberto Cammarata, Presidente del Consiglio Comunale di Brescia e del Festival della Pace, l’opera che Badiucao ha donato a Brescia Musei, così come Zehra Doğan fece lo scorso anno con l’opera in cui viene ritratta l’attivista siriana Hevrin Khalaf, realizzata durante una performance al Museo di Santa Giulia nel 2019.
In attesa dell’apertura dell’esposizione, Lomasko sarà protagonista di una serie di incontri di approfondimento intitolati “L'arte come mezzo per dar voce al bisogno di riconoscimento dei diritti umani”.
L’arte rappresenta uno strumento straordinario per riflettere sulla condizione umana e per tracciare una rotta verso una società migliore, ha detto il Sindaco di Brescia Emilio Del Bono. L’amministrazione comunale dal 2019 sostiene con grande convinzione questo felice connubio tra cultura e impegno per i diritti civili, dando spazio e voce ad artisti come Zehra Dogan, Badiucao e adesso Victoria Lomasko. Un cammino che, alla luce della recente situazione internazionale, diviene ancor più urgente intraprendere nella certezza che soltanto ribadendo nostri valori di giustizia, libertà e uguaglianza potremo davvero sperare nella pacifica convivenza tra i popoli.
La Fondazione Brescia Musei sposa nuovamente l’arte impegnata portando a Brescia per la terza stagione consecutiva, dopo Zehra Doğan e Badiucao, una grande artista che attraverso il proprio lavoro e mettendo personalmente in gioco la propria vita e i propri affetti persegue l’obiettivo di dare un senso alla sofferenza e alla lotta di chi non conosce la libertà e la tutela dei diritti umani, commenta Francesca Bazoli, Presidente di Fondazione Brescia Musei. Parte di un progetto strategico fortemente identitario, questo ciclo di mostre di arte contemporanea manifesta compiutamente la storia di una comunità, quella bresciana, da sempre ospitale nei confronti del libero pensiero e vicina, nelle Istituzioni e nell’associazionismo, a chi soffre e vive sulla propria cruda carne le privazioni e le difficoltà. Victoria Lomasko per un mese e mezzo sarà una cittadina speciale di Brescia e grazie alla Fondazione Brescia Musei la comunità si approprierà simbolicamente della forza interiore di questa donna straordinaria che abbiamo la fortuna di ospitare e a cui dedicheremo la prima mostra monografica in Italia.
Oggi l’artista cinese Badiucao passa l’ideale testimone a Victoria Lomasko nel progetto Arte contemporanea e diritti umani della Fondazione Brescia Musei, afferma Stefano Karadjov, Direttore di Fondazione Brescia Musei. Un terzo episodio straordinario, soprattutto vista la storia personale e la provenienza geografica dell’artista, la russa Lomasko, con cui già dal 2021, prima della recrudescenza del conflitto in Ucraina, i Musei di Brescia stavano lavorando per portare in Italia la sua prima mostra monografica assoluta. Stesso modello degli episodi di successo degli anni scorsi: un artista che combatte per i diritti umani, inedito in Italia, mai esposto, mai commercializzato. Così abbiamo scoperto e lanciato a livello internazionale Zehra Doğan e Badiucao e allo stesso modo, grazie al contributo coraggioso dell’editore Skira che ci accompagna in questa avventura dal punto di vista editoriale e grazie al supporto di questa amministrazione e dell’intera comunità che si è letteralmente presa cura dei nostri artisti, contiamo di fare anche con questa splendida donna, sballonzolata dalle vicende dell’attualità e dalla violenza che la caratterizza ma che per un mese e mezzo troverà da noi residenza e amicizia, all’insegna del grande rispetto per i suoi valori artistici, tutti da scoprire, nella potenza grafica che l’ha fatta definire l’erede dela grande tradizione grafica del realismo russo.
The Last Soviet Artist è una mostra che permette di entrare in una geografia nascosta del paese più esteso del mondo, la Russia, dice Elettra Stamboulis, curatrice. Victoria Lomasko è una artista che nel periodo putiniano ha sfidato innanzitutto l'estetica imperante dell'arte contemporanea, ponendosi nel pieno della tradizione realista, anche se con un tratto personalissimo e sintetico, mentre la reazione al passato concluso vedeva la scena rivolgersi esclusivamente a un’arte rarefatta e concettuale.
A ormai pochissimi mesi dall’atteso 2023, quando Brescia – assieme a Bergamo – avrà l’onore e l’onere di mostrarsi a tutto il Paese e oltre come Capitale Italiana della Cultura, appare non solo giusto ma direi doveroso che la nostra città prosegua quel percorso iniziato con la mostra di Zehra Doğan e teso a sottolineare l’indissolubile legame tra arte e libertà, afferma Laura Castelletti, Vicesindaco e Assessore alla Cultura. Essere Capitale Cultura assume con questa mostra un significato ancora più importante perché ci offre l’opportunità di affermare Brescia come città capitale dei diritti, luogo di accoglienza dove la diversità trova spazio ed è tutelata come risorsa per la democrazia e la crescita della comunità.
Ancor più che con le precedenti mostre di questo ciclo, la mostra di Lomasko rende evidente la stretta relazione tra libertà di espressione artistica e pace. È la prima artista dissidente che ospitiamo da un paese in guerra. La sua voce, attraverso le opere esposte, sarà quella dei tanti che stanno lasciando la Russia non per paura, ma per rivendicare quella libertà di dire “no alla guerra” che viene negata nel loro paese. Come ha detto nei giorni scorsi il Presidente Mattarella: “Pace, libertà, giustizia, democrazia si difendono con strumenti di pace, di libertà, di giustizia, di democrazia. I mezzi sono parte dei fini; e devono essere con essi coerenti”. In questo senso questa mostra vuole essere uno strumento di pace, commenta Roberto Cammarata, Presidente del Consiglio Comunale di Brescia e del Festival della Pace.
Con questo nuovo progetto Fondazione Brescia Musei prosegue il format espositivo dedicato alla narrazione del contemporaneo attraverso l’arte, in un dialogo col quale vengono interpretati i più significativi fenomeni storici attuali. Le mostre di Zehra Doğan e di Badiucao hanno riscontrato un grande successo di pubblico con oltre 50.000 accessi, confermando il Museo di Santa Giulia come sede di scoperta di grandi artisti internazionali inediti nel nostro Paese. L’arte contemporanea e diritti umani trovano in questa articolata iniziativa un punto di sintesi nella rivelazione di artisti dissidenti e attivisti.
Questa linea di azione dedicata all’arte come ambasciatrice del tema dei diritti umani porta a Brescia artisti al centro di problematiche complesse: interessanti voci della creatività internazionale hanno poi trovato una loro collocazione e legittimazione nel panorama internazionale delle arti visive contemporanee grazie al cono di luce acceso dalla Fondazione su di loro, anche grazie ai cataloghi editi da Skira. Con queste mostre Brescia ha lanciato personalità ora divenute celebri nel mondo dell’arte nazionale e internazionale. Basti pensare a Zehra Doğan che oggi espone a Londra e a Badiucao che subito dopo la mostra al Museo di Santa Giulia è stato chiamato negli Stati Uniti in Florida con un progetto di street art durante Art Basel Miami e a Praga al Dox Center.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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