Don Fernando Sparano: l’uomo di Dio, l’uomo del popolo, un piccolo libro tra le mani per accarezzare ancora una volta il volto e la storia di un uomo di Dio e del popolo che ha dedicato la sua vita giocandola tutta su questi due elementi forti della sua esistenza: Dio e il popolo.
Un libro per ricordare
e rendere presente nell’oggi dei nostri passi, la passione,
l’attenzione, l’abnegazione, di un uomo, di un sacerdote che nel
nostro centro antico, ha lottato, ha condiviso, ha “predicato” la
Speranza, l’Amore ma soprattutto ha vissuto con l’attenzione
verso i piccoli. Un libro per rendere ancora vivo il ricordo e il
lavoro pastorale di un uomo e prete che ha coniugato annuncio del
vangelo e promozione umana, due elementi che non vanno mai scissi,
non c’è annuncio del Vangelo vero autentico se non c’è
attenzione al vissuto delle persone, non c’è vera promozione umana
se non c’è annuncio e condivisione di dolori, sofferenze e di
gridi.
Ho avuto la fortuna di leggere le bozze, mi sono
appassionato nella lettura, c’è vita, ricordi, racconti,
testimonianze, riflessioni, denunce, c’è Vita, soprattutto c’è
vita che ha segnato un periodo particolare del nostro centro antico,
il periodo post bellico, periodo di miseria, di smarrimento del senso
di comunità, in questo contesto si inserisce la persona, la storia,
la figura di don Fernando, uomo-sacerdote che nella fatica, nella
disperazione, nella delusione, si dà da fare per ricostruire il
senso di essere Chiesa, casa tra le case, condividendo tutto ciò che
le famiglie vivevano, farsi prossimo e soprattutto dare formazione,
fare aggregazione per ricostruire la comunità fatta da volti e
storie segnate dalla povertà, dalla miseria e dalla sfiducia.
Uomo
di cultura che usa i suoi studi, teologici e di psicologia, per stare
accanto in maniera profonda alle situazioni delle persone che si
affacciano sulla sua strada, cultura vissuta negli incontri personali
ma anche nelle aule dove la vita si formava per essere cittadini
liberi e pensanti, futura classe dirigente e professionale
della nostra amata Eboli, non senza scontri dialettici essenza
perdere la dolcezza del suo essere pastore, “colui che dà il
pasto” colui che nutre, la vera cultura è nutrimento, la vera
pastorale è nutrire.
Tra le mani un piccolo libero per non
dimenticare e per ringraziare il suo essere uomo e prete, guida,
soprattutto, nella comunità del nostro centro antico. Un libro per
ringraziare il suo essere uomo di Dio e uomo del popolo della
comunità del centro antico, una comunità di oggi, santa Maria del
Carmine, san Francesco, che legge il suo passato non con nostalgia ma
con senso di gratitudine, l’oggi è anche frutto del passato, dei
cammini iniziati che continuano a raccontare nelle strade, nei
vicoletti, del nostro centro antico, con modalità diverse, con
attenzioni diverse, la vicinanza, la condivisione di un Vangelo
ricevuto e restituito alla comunità tutta per continuare a essere
punto di riferimento, di crescita e di nutrimento.
Un libro per
dire grazie da parte di una comunità a un uomo di Dio e a un uomo
del popolo.
fra Salvatore Mancino ofmcap
Nessun commento:
Posta un commento