Casalnuovo di Napoli, giovedì 19 ottobre 2023, ore 19:00
Piccola Biblioteca Protestante
presso
Chiesa libera di Casalnuovo, Via Giovanni Verga, 8
I° Incontro di ArtEvangelo
tra arte e cristianesimo
Franco Cipriano
Rose Selavy
A quasi sette anni di distanza dalla nascita del progetto ArtEvangelo, per iniziativa di Salvatore Manzi e Stefano Taccone, alla rivista trimestrale di quattro pagine si affianca un nuovo appuntamento periodico che vedrà coinvolti di volta in volta artisti già comparsi sulle pagine della rivista – oppure non ancora comparsi -, ma anche storici dell’arte e studiosi di varia formazione, chiamati ad un libero confronto intorno alla questione del rapporto tra arte – specie visiva, ma non solo; specie contemporanea ma non solo – e cristianesimo.
Il primo appuntamento sarà dedicato a due artisti presenti nei numeri iniziali.
La pittura di Franco Cipriano apre il nostro sguardo ad un universo che esiste parallelamente al nostro, e di esso porta inscritti alcuni riflessi, eppure è altro. Altro dal nostro visibile quotidiano, benché non completamente avulso da esso. È un mondo ove tenebre e luce si affrontano potenzialmente all’infinito. Prima vi sono le prepotenti tenebre che tendono a colmare tutta la superficie possibile, a saturare lo spazio con la loro austerità senza fine. Poi però piano piano si fa strada la luce, attraverso il lavoro di scavo nella materia al negativo che Cipriano compie costantemente. Dal buio fanno così capolino franti bagliori, che danno vita a tutta una scala innumerabile di grigi, fino a far emergere quelle che sono vere e proprie apparizioni. Epifanie di corpi di luce, silhouette angeliche che vincono la tracotanza dell’oscurità ed affermano la necessità della loro presenza. Sono forse solo vaghe impronte di un mondo in cui non siamo mai stati eppure conosciamo bene ed al quale un giorno forse giungeremo, impronte di «luce (che) splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta» (Gv 1,5).
Come un giorno Simone e Andrea, mentre gettavano le reti in mare, furono chiamati da Gesù, il quale li invitò a seguirli affinché li facesse «pescatori di uomini» (Mc 1,16-18), così Rose Sélavy, allorché cadde su di lei la scelta del numero di “ArtEvangelo” - primavera del 2019 – aveva l’impressione, pur tra mille dubbi, di essere stata chiamata affinché potesse portare «molto frutto» (Gv 15, 5). Come, dunque, i due apostoli dovettero compiere un lungo e a volte accidentato cammino prima che i frutti cominciassero a vedersi, prima che capissero davvero chi era Colui che li aveva scelti, così Rose si mise in cammino a sua volta. La sua stessa pratica artistica di allora non si identificava infine che in un cammino, perché è camminando che «chi cerca trova» (Lc, 11, 10). Esso appariva condotto lungo due direttrici: una grande apertura di mente e di cuore ed un altrettanto grande disposizione al bene, bello, al vero. Senz’altro in una visione cristiana questi tre aggettivi sostantivati non sempre coincidono, ma l’atteggiamento di Rose non era tanto quello di negare i rispettivi contrari – il male, il brutto, il falso. Ella intendeva piuttosto ricercare ed esperire – nella città come nella natura – il bene, il bello ed il vero, che è testimonianza – tra l’altro – dell’amore di Dio, ma senza nessun preconcetto. Come scoperta in fieri più che come ratifica di un canone aprioristico.
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