martedì 2 aprile 2024

"Demetra e Persefone. La ciclicità della vita." - SATURA Palazzo Stella - Inaugurazione mostra Franco Dallegri

Sabato 6 aprile 2024 dalle ore 17:00
Inaugurazione SATURA Palazzo Stella
"Demetra e Persefone. La ciclicità della vita."
mostra personale di Franco Dallegri
a cura di Flavia Motolese

 


Si segnala l'inaugurazione della retrospettiva di Franco Dallegri “Demetra e Persefone. La ciclicità della vita” a cura di Flavia Motolese, che si svolgerà a SATURA Palazzo Stella sabato 6 aprile 2024.

Tematica della mostra è la metamorfosi, resa in scultura attraverso il mito di Demetra e Persefone. Esso accende l’attenzione su uno dei principali misteri della vita: la ciclicità cosmica, concetto anche filosofico di grande rilevanza nell’antica Grecia, con i suoi vari aspetti dai più semplici ai più complessi. mostra dove la protagonista, oltre alla scultura, diventa la pittura.

 

 FRANCO DALLEGRI
Demetra e Persefone. La ciclicità della vita


Da sempre centrale nella ricerca artistica, pittorica e scultorea, di Franco Dallegri è l’interpretazione del mondo percettibile. Come può l’uomo porsi in relazione con la realtà che lo circonda, esplorarne il mistero e tradurlo, ipostaticamente, in arte visiva?
Il lavoro di Dallegri è caratterizzato da una plastica sicura e immediata, di un’estrema felicità d’invenzione e di sintesi, che da uno stilizzato primitivismo passa a una semplificazione dei volumi che si articolano in strutture di grande intensità espressiva.
Tematica della presente produzione è la metamorfosi, resa in scultura attraverso il mito di Demetra e Persefone. Esso accende l’attenzione su uno dei principali misteri della vita: la ciclicità cosmica, concetto anche filosofico di grande rilevanza nell’antica Grecia, con i suoi vari aspetti dai più semplici ai più complessi. La dinamica della ciclicità permea ogni aspetto dell’esistenza, diventando essenza di tutto: le stagioni della natura e anche quelle dell’uomo che si alternano, quell’eterno e immutabile ripetersi delle cose in un’ottica evolutiva.
Dallegri parte dalla metafora dell’essenza stessa della vita, il racconto si fa materia e forma, chiave di lettura dell’universo, ma anche dei suoi stessi comportamenti e stati d’animo. Il mito offre un quadro simbolico per esplorare la complessità della natura umana, la contrapposizione tra immortalità e mortalità, ma anche un pretesto per misurarsi con il concetto di trasformazione e con esso per indagare i punti di convergenza tra linguaggi artistici, delle loro tensioni e zone di rottura.
Ogni opera presenta una relazione significante tra forma ed espressività, e una spiccata sintesi psicologica, talvolta quasi una poetica degli affetti, racchiudendo in sé il racconto autonomo di ogni episodio del mito.
Come dichiarava Arturo Martini “l’arte non è interpretazione, ma trasformazione”: la scelta del mito di Demetra e Persefone appare significativo della volontà di Dallegri, instancabile sperimentatore alla ricerca del “vero”, di indagare in profondità le possibilità offerte dal mezzo plastico. La sua arte è caratterizzata da un espressionismo accentuato, in quanto, superato il livello figurale di superficie, affida alla terracotta la libertà espressiva della materia, consentendole di dispiegare ritmi a un tempo organici ed inorganici che celebrano un motivo primario di vitalismo materico, denso e corposo nel risultato. Le sue elaborazioni tendono a ritmi spezzati che creano uno spazio e nel contempo lo rompono, a figure scabre, che si avviluppano in strutture piramidali o spiraliformi, dando vita ad opere di intensa e solenne bellezza.
La tecnica della terracotta patinata a freddo, elemento chiave della sua produzione, in cui il rapporto tra materia e colore gioca un ruolo fondamentale, consente di mettere in risalto modulati effetti chiaroscurali e la lavorazione articolata delle superfici, dinamizzata e vivace, con continue alternanze di pieni e di vuoti in tutta l’estensione, coerentemente con l’aspirazione che le sculture interagiscano con l’ambiente spaziale.
Il suo stile, di una colta originalità, si ispira alle forme arcaiche e primigenie, alla sintesi espressiva dell’arte romanica, all’estro della forma della stagione barocca e alle avanguardie del Novecento, con nuove concezioni plastiche. L’astrazione predominante, più che uno stile, è l’identificazione con la materia stessa, con i processi di formazione più nascosti, vitali e naturali di essa. Inoltre il simbolismo del soggetto mitologico trattato, il concetto di divino, introduce una connotazione metafisica che sarebbe difficile raffigurare, se non in termini astratti.
Dallegri riconferma una propensione verso una ricerca ascensionale che rivela l’anelito, tipico dell’artista, di servire da ponte tra l’uomo e il divino, tra la materia e lo spirito, tra la terra e il cielo.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA


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