lunedì 23 giugno 2025

Presentazione del modello dell’opera di Edoardo Tresoldi: il 3 luglio grande festa in piazza San Pietro a Bari vecchia

Saranno l’arch. Maria Piccarreta, Segretario regionale del MiC Puglia, e l’artista internazionale Edoardo Tresoldi a presentare alla città, giovedì 3 luglio, il modello dell’opera monumentale che si sta realizzando nell’area archeologica di San Pietro, a Bari vecchia.



Alle ore 20:00 il modello sarà visibile a cittadini e turisti nella chiesa di San Francesco della Scarpa, sempre a Bari vecchia.

 Alle ore 21:00 una festa di buon auspicio è stata organizzata dal MiC Puglia in piazza San Pietro con musica dal vivo, la comunità di Bari vecchia, rappresentanti del mondo istituzionale e ovviamente Maria Piccarreta ed Edoardo Tresoldi.

 

 Cenni storici sul sito archeologico e
il percorso seguito da Tresoldi per ideare l’opera


L’intervento dell’artista lombardo si esprime in un’opera intesa come il culmine di un percorso di studi e ricerche archeologiche condotte, sin dagli inizi del secolo scorso, dal Ministero della Cultura, committente del progetto di valorizzazione. Grazie alle campagne di scavo succedutesi a più riprese (l’ultima delle quali conclusa a maggio 2024), oggi sappiamo che il sottosuolo del sito racchiude una stratificazione ininterrotta di quasi quattromila anni di storia che, a partire dall’Età del Bronzo (II millennio a.C.) raggiunge, pressoché senza soluzione di continuità, gli anni ‘60 del Novecento.

Per restituire alla comunità un’area che costituisce la radice più antica intorno a cui Bari si è nei millenni accresciuta ed estesa, il Segretariato regionale del Mic ha messo a punto un progetto di valorizzazione che, sulla base dei risultati delle ricerche archeologiche, prevede la ricostruzione in chiave artistica dei volumi degli edifici esistiti nel sito a partire dal Medioevo.

A Bari, Edoardo Tresoldi è stato chiamato a confrontarsi con un contesto archeologico pluristratificato molto più complesso da restituire, rispetto a Siponto, in quanto l’area di San Pietro, nel corso dei millenni, ha attraversato diverse fasi di vita, di destinazione d’uso, di strutture ed edifici. Nelle fasi più recenti, e pertanto meno compromesse da interventi successivi, l’area ha accolto un luogo di culto cristiano risalente all’Alto Medioevo, rimasto per secoli in uso con successive modifiche e ampliamenti: tra XI e XII secolo fu ricostruito in forme romaniche assumendo una pianta triabsidata, ridisegnata nel ‘400 all’atto della costruzione dell’attiguo convento francescano, cui apparteneva il chiostro rimasto sino a oggi l’unica testimonianza dell’antico monumentale complesso. Agli inizi del ‘600 la chiesa è stata notevolmente ampliata, assumendo impianto ad aula unica, e poi nell’’800 l’intero complesso è stato trasformato in edificio civile e adibito a varie funzioni, culminate con la destinazione a Ospedale Consorziale, un luogo di cura demolito nel 1969 a seguito degli ingenti danni riportati durante la II Guerra Mondiale.

Il bombardamento tedesco del porto nel 1943, e poi, nel 1945, e l’esplosione del piroscafo americano Charles Henderson carico di esplosivo, ormeggiato lungo il molo che fronteggiava San Pietro, hanno gravemente compromesso l'edificio rendendone necessario l’abbandono e segnandone la fine. Il complesso è stato demolito nel 1969 ma, a partire dagli anni '80 del secolo scorso, l’area è rinata come sito archeologico e ha fornito agli studiosi una messe di dati che hanno consentito di ricostruire le origini e la lunga sequenza di fasi di vita della città che in quel luogo è sorta e si è stratificata. Nell’immaginario degli abitanti di Bari vecchia, la memoria legata all’ospedale e alle antiche strutture sacre una volta esistenti, è rimasta viva nei ricordi, negli aneddoti, nelle leggende urbane, testimoni di un legame profondo e sentimentale tra la comunità e i resti di San Pietro.

Il progetto di Edoardo Tresoldi, prendendo le mosse dai dati archeologici forniti dalla Direzione Lavori per orientare la ricostruzione, si è nutrito anche delle narrazioni fornite dall’immaginario di comunità che ha portato l’artista a chiedersi cosa abbia significato davvero quel luogo per Bari e per la sua gente nel corso dei secoli. Analizzando planimetrie, rilievi, mappe, relazioni di scavo, documenti d’archivio, storie e racconti, l’artista ha avvertito che al centro di tutto sopravvive, nel terreno, nel toponimo e nell’immaginario comune, la memoria della Chiesa e del culto dedicato a San Pietro. Il sentire dell’artista ha così interpretato poeticamente le direttive della direzione lavori, ideando una installazione che restituirà al luogo forma e anima.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA 

 

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