PAT STEIR
Paintings, Part II
Pat Steir, Winter Daylight, 2021–22,
olio su tela, 274.3 × 274.3 cm © Pat Steir. Photo: Elisabeth
Bernstein Courtesy dell'artista e di Gagosian |
Per tutta l'estate, Gagosian Roma presenta un nuovo allestimento dell'opera di Pat Steir, concepito in collaborazione con l'artista, con una suite di maestosi dipinti verticali in dialogo con lavori recenti appartenenti ad altre serie pittoriche.
21 giugno - 31 agosto 2022
Via Francesco Crispi 16, Roma
Per inaugurare la stagione estiva in
galleria, Gagosian Roma è lieta di annunciare Pat Steir: Paintings,
Part II. Con un focus su una suite di maestosi dipinti verticali, gli
spazi sono stati interamente riallestiti in collaborazione con
l’artista creando nuovi dialoghi tra opere recenti di diverse
serie.
Nel 1969, mentre completava la sua ultima storica serie
di dipinti, Barnett Newman scriveva: “Perché cedere a questi
puristi e formalisti che hanno messo un’ipoteca sul rosso, sul
giallo e sul blu, trasformando questi colori in un’idea che li
distrugge come colori? Avevo, quindi, il doppio stimolo di usare
questi colori per esprimere ciò che volevo fare, di rendere questi
colori espressivi piuttosto che didattici e di liberarli
dall’ipoteca. Perché qualcuno dovrebbe avere paura del rosso, del
giallo e del blu?”
La provocazione di Newman – un
riferimento alla controversa opera teatrale di Edward Albee Chi ha
paura di Virginia Woolf?, in cui si criticavano il falso ottimismo e
la fiducia miope della società moderna – ha sollevato
interrogativi profondi sul passato e sul futuro della pittura; una
risposta ai gesti iconoclasti di Aleksandr Rodchenko e Piet Mondrian
e al clima di sobrio minimalismo instauratosi in America, che include
le ultime opere funeree di Mark Rothko e Ad Reinhardt e i dipinti
neri di Frank Stella. Successivamente, nel corso del tempo, pittori
come Brice Marden, Philip Taaffe, Kerry James Marshall e altri, sono
stati spinti a rispondere a Newman in modi fortemente personali con
opere che riaffermano la vitalità del loro linguaggio. Steir
aggiunge il proprio audace contributo a questo discorso sulla pittura
con la suite di tre dipinti dalle stesse dimensioni esposta a Roma
Red Pour, Yellow Pour e Blue Pour (tutti del 2022). Liberando un
flusso di vividi colori primari in un unico gesto dal bordo
superiore verso il centro della tela scura, l’artista esegue
un’operazione compositiva casuale che unisce moderazione ascetica
ed espressività spudorata. Questa tensione produttiva crea una
risposta pittorica che, sebbene elegiaca, è carica di vita e delle
sue contingenze. Pat Steir non ha paura
Pat Steir è nata nel
1940 a Newark, nel New Jersey e vive e lavora a New York. Le sue
opere sono incluse, tra le altre, nelle seguenti collezioni:
Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi; Museé du
Louvre, Parigi; Kunstmuseum Berna, Svizzera; Tate Modern, Londra;
Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Metropolitan Museum of Art,
New York; Museum of Modern Art, New York; Whitney Museum of American
Art, New York; Philadelphia Museum of Art; National Gallery of Art,
Washington, DC; e Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington,
DC. Tra le mostre personali nei musei si annoverano: Whitney Museum
of American Art, New York (1997; 2010–11); D’acqua e d’aria:
Pat Steir, opere dal 1986 al 2003, Galleria Nazionale d’Arte
Moderna e Contemporanea, Roma (2003); Silent Secret Waterfalls: The
Barnes Series, Barnes Foundation, Philadelphia (2019); Color Wheel,
Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, DC (2019–21); e
Long Museum West Bund, Shanghai (2021–22).
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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