mercoledì 18 settembre 2024

Gian Maria Volonté - Sei Giorni troppo lunghi

                             
 



Presentazione di due volumi
 
Ex Asilo Filangieri - Napoli
venerdì 20 settembre ore 18,00

 
 
Insieme all’autore, Umberto Lucarelli, ne discuterà Stefano Taccone, scrittore e critico d’arte.
 
«Volendo, i libri di Umberto Lucarelli si leggono in fretta, sono racconti, di vita, racconti di una generazione, brevi. La fretta può portare però ad essere superficiali, a non riuscire a cogliere le sfumature, le cose non sono sempre e solo bianche o nere, fra il bianco e il nero le sfumature sono molteplici, per questo motivo la lettura dei suoi libri va centellinata, calibrata. Oppure, i libri di Lucarelli vanno letti e poi…riletti. La trama non è lineare, è un continuo entrare e uscire dalle stanze della memoria. Ricordi di infanzia, di scuola, i primi innamoramenti, la Barona, il Collettivo, i compagni di lotta, di discussioni, di cazzate, gli espropri, i “ferri”, gli “stalin”, la rivoluzione, il servizio militare, la violenza della squadra mobile che mette a soqquadro la casa, gli schiaffi, le manette che si stringono ai polsi, la radio della volante che gracchia, la corsa sui marciapiedi, la questura, i pestaggi, la digos, il carcere, “impermeabile azzurro”, “la brace della sigaretta sul petto”, la tortura, le passeggiate a Milano nei vicoli e nelle strade della Milano che fu, il vuoto, i baffi da cinese di Moroni, la sua sedia da barbiere, la libreria che non c’è più, il negozio di sushi che c’è al suo posto…il vuoto; le cassette registrate con la voce di Moroni che gracchia attraverso il registratore, le sue donne, il suo funerale, le manifestazioni, le chiavi inglesi, le pistole, i compagni in posa che sparano, di nuovo la galera, le tavor, l’eroina, Ulrike Meinhof, i morti di Stammheim, gli Stammheimer di casa nostra, l’esterofilia degli italiani, la polizia di tutto il mondo picchia… E poi, il lavoro EPICO nel sintetizzare la prolissità di Oreste Scalzone nel ricordare la figura del grande attore e Compagno Gianmaria Volontè. Grande esempio di integrità politica e professionale. Questi sono i libri di Umberto, un viaggio non lineare, nella storia e nella sua vita. Si mette a nudo, ci mette la faccia. Sempre».
 
(Daniele Colantonio)
 
 
Gian Maria Volonté, Edizioni Bietti, Milano 2022  
 
Non è un saggio, non lo si può definire neppure un romanzo, ma è la storia di una amicizia tra l’attore Gian Maria Volonté e Oreste Scalzone, dirigente dell’organizzazione di estrema sinistra Potere Operaio, raccontata da quest’ultimo a Umberto Lucarelli, anche lui di quell’area politica e scrittore di una trilogia sul ’77: Non vendere i tuoi sogni, mai; Ser Akel va alla guerra; Vicolo Calusca. Lucarelli trasforma le parole di Scalzone in una narrazione struggente e incalzante come – incalzanti – lo erano quegli anni, colmi di eventi belli e tragici a un tempo, di una grande passione per il cambiamento sociale, politico, personale, in cui non si esitava a mettere a rischio anche la propria vita.
 
 
Sei Giorni troppo lunghi, Milieu, Milano, 2024
 
Milano, febbraio 1979. Nel clima incandescente di fine anni Settanta, all’indomani dell’omicidio di un gioielliere vengono incriminati i giovani militanti di un Collettivo politico autonomo della Barona. Dopo i pestaggi, gli insulti e le devastazioni delle abitazioni seguiti dagli interrogatori in questura e dal trasferimento in carcere, alcuni di loro subiscono vere e proprie torture, anche con l’uso del waterboarding (simulazione dell’annegamento) e bruciature dei genitali. Un episodio rimasto oscuro, come tanti all’interno della guerra sporca di alcuni apparati dello Stato contro i gruppi della sinistra rivoluzionaria. Scritto nella forma di un romanzo corale, alternando le voci in prima persona dei protagonisti, Sei giorni troppo lunghi narra una piccola storia di ingiustizia, evocando verità scomode mai raccontate e occultate in nome della ragion di Stato. I fatti risalgono a quarantacinque anni fa, ma da allora nulla è cambiato. Si continua tranquillamente a torturare e a uccidere, sia nelle carceri sia nelle questure, come confermano le cronache recenti, da Cucchi ad Aldrovandi. Un romanzo serrato, una cronaca allucinata di sei giorni vissuti pericolosamente mossa dall’urgenza di ricordare un’epoca tuttora viva dentro chi, nonostante tutto, i suoi sogni non li ha venduti. Non li ha venduti. Mai.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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