lunedì 26 maggio 2025

"SMISURATA", "Davide Stucchi. Light Lights", "Gianikian Ricci Lucchi. La marcia dell'uomo"

 

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato
invita

SMISURATA
Opere XXL dalla collezione del Centro Pecci
Un progetto espositivo del Centro Pecci con Ibrahim Kombarji

LA MARCIA DELL'UOMO
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
A cura di Elena Magini


DAVIDE STUCCHI
Light Lights
A cura di Stefano Collicelli Cagol

 

Caterina De Nicola, To Become a Butterfly of the Capitalist Extracting Surplus-value, 2023. Dono dell'artista al Centro Pecci. Vista dell’installazione presso l’Istituto Svizzero di Milano per la mostra personale Reek of Past Pitfalls. Ph. Giulio Boem
Opere inclusa nella mostra “SMISURATA. Opere XXL dalla collezione del Centro Pecci” 
un progetto espositivo del Centro Pecci con Ibrahim Kombarji


 

 “SMISURATA. Opere XXL dalla collezione del Centro Pecci”
un progetto espositivo del Centro Pecci con Ibrahim Kombarji
 
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
31 maggio – 8 settembre 2025
Opening: 30 maggio 2025, ore 18.00

 
 
Il Centro Pecci di Prato presenta da sabato 31 maggio a lunedì 8 settembre 2025 “SMISURATA”, una mostra di opere di grande formato dalla collezione del Centro Pecci, il cui progetto espositivo è curato in collaborazione con Ibrahim Kombarji.
 
“Eccentrica”, il recente allestimento permanente della collezione del Centro Pecci disegnato da Formafantasma, ha rivelato e confermato il valore determinante delle opere della collezione per la vita e la fisionomia del Centro. La collezione crea comunità, radica il museo nel territorio e permette a chi abita la città e la regione di riunirsi attorno a un patrimonio comune.  Con le loro forme e i loro colori, la loro scala e i loro riferimenti, le opere creano un sistema condiviso di suggestioni, un immaginario collettivo presente nella memoria del territorio attorno a cui la comunità può raccogliersi per riflettere, guardare, ascoltare, meditare, danzare.
 
Le scelte di allestimento, improntate a criteri di elasticità e accessibilità, non hanno ovviamente permesso di esporre interamente la grande collezione accumulata dal Centro Pecci a partire dal 1988. La necessità di garantire spazio alle molte attività del Centro e alla programmazione temporanea ha impedito, soprattutto, di presentare alcune opere di grande e grandissimo formato, proprio quelle che per il loro potere suggestivo e soverchiante, come nella più alta tradizione dell’arte occidentale, si sono radicate con più forza nell’immaginario collettivo della comunità.
 
“Smisurata”, la mostra che apre al Centro Pecci il 30 maggio 2025, intende restituire a queste opere lo spazio e la rilevanza che meritano, almeno temporaneamente. Unendo opere storiche, spesso pensate appositamente per gli spazi generosi del Centro, a produzioni di più recente acquisizione, la mostra offre ai visitatori la possibilità di confrontarsi con creazioni fuori scala, suggestioni potenti attorno a cui costruire una nuova alleanza tra gli spazi del museo, le opere che conserva e le comunità che lo visitano.
 
Coerentemente con l’idea di “porgere” che caratterizza la postura recente del Centro e in continuità con l’altissima tradizione italiana di dialogo tra architettura, spazi espostivi e opere in essi contenute, “SMISURATA” presenta opere selezionate e allestite dall’architetto Ibrahim Kombarji in dialogo con il team del Centro Pecci, in relazione agli spazi del Gamberini e con un’attenzione specifica all’accessibilità.
 
Innestandosi naturalmente, senza rotture, sul percorso di “ECCENTRICA” - chiuso proprio da un’opera “smisurata”, la “Luna” di Fabio Mauri – “SMISURATA” conferma e prosegue la missione più attuale della collezione del Centro: quella di diventare, anche attraverso la restituzione della collezione, uno spazio collettivo e condiviso di raccolta e di assemblea per le tante comunità - sono oltre cento le nazionalità delle persone che abitano a Prato - della città e della Regione.

“Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
La marcia dell’uomo”
a cura di Elena Magini
 
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
31 maggio – 14 settembre 2025
 
Opening  30 maggio 2025, ore 18.00
 

L’opera video “La marcia dell’uomo” di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi entra a far parte della collezione del Centro Pecci grazie alla vincita del bando ministeriale PAC 2024 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
 
“La marcia dell’uomo” è stata presentata per la prima volta alla 49. Mostra Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, curata da Harald Szeemann nel 2001, ed è stato oggetto di un’ampia installazione all’Hangar Bicocca in occasione della mostra monografica dei due artisti del 2004. 
 
L’installazione video, disposta spazialmente su tre grandi schermi, ha come oggetto le repressioni culturali e i grandi rimossi della storia, come il colonialismo italiano in Africa. Ispirata a riprese realizzate in Africa tra la fine dell’800 e gli anni ‘60, quest’opera racconta di uno sguardo europeo sul Continente africano intriso di pregiudizio e disprezzo, quando non di esplicita violenza.
La presentazione dell’opera video all’interno degli spazi del Centro Pecci darà vita a una suggestiva esperienza dello spazio ridisegnato dalle immagini: camminando lungo la sequenza dei tre schermi si attraversa la storia dell’uomo grazie ad un viaggio immersivo in tre tempi, dalla fine dell’Ottocento con il primo schermo, agli anni Venti con il secondo e infine gli anni Sessanta con il terzo.
 
Una rassegna video verrà organizzata contestualmente alla mostra presso il cinema del centro e permetterà un approfondimento dei temi affrontati da Gianikian e Ricci Lucchi nelle loro opere: la violenza coloniale, le grandi guerre, l’esilio, le migrazioni dei popoli, tematiche che risuonano con forza nel contesto socio-politico odierno.
 
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, attraverso la loro capacità di testimonianza e reintepretazione, affrontano i grandi temi della storia del XX e del XXI secolo, raccontandoli con una prospettiva strettamente attuale, secondo lo sguardo di quanti sono stati esclusi del racconto dominante.
 
Yervant Gianikian (Merano, 1942 – vive a Milano), di origine armena, ha studiato architettura a Venezia; Angela Ricci Lucchi (Lugo di Romagna, 1942 – Milano, 2018) ha studiato pittura in Austria con Oskar Kokoschka. Trasferitisi entrambi a Milano, utilizzano il cinema per una riflessione sull’uso delle immagini e sulla loro intrinseca ambivalenza. Dalla metà degli anni Settanta iniziano una ricerca sperimentale con produzioni indipendenti che includono le proiezioni-performance di “film profumati” e, in seguito, la rielaborazione artigianale, tra viraggi, ralenti e combinazioni di montaggio, di materiale d’archivio. Al loro lavoro sono state dedicate retrospettive e rassegne in tutto il mondo tra cui il Moma di New York, la Cinémathèque Française e il Centre Pompidou di Parigi, la Galerie nationale du Jeu de Paume e la Tate Modern di Londra. Nel 2015 hanno ricevuto il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia per la loro partecipazione al Padiglione Armeno.
 
Davide Stucchi "Light Lights"

 
“Davide Stucchi. Light Lights”
a cura di Stefano Collicelli Cagol
 
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
31 maggio – 2 novembre 2025
Opening: 30 maggio 2025, ore 18.00
 
 
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta da sabato 31 maggio a domenica 2 novembre 2025 “Davide Stucchi. Light Lights”, la prima mostra personale di Davide Stucchi (Vimercate, 1988) in un’istituzione italiana.
 
L’esposizione, a cura di Stefano Collicelli Cagol, direttore del Centro Pecci, propone sculture realizzate dall’artista tra il 2019 e il 2025, tutte ispirate al tema della luce, in parte prodotte in occasione della mostra al Centro Pecci. Il gioco di parole del titolo, traducibile come ‘Luci Leggere’, sfrutta l’ambiguità del termine inglese “light” per sottolineare l’arguzia sottile con cui Stucchi affronta l’attività artistica. Con la leggerezza impalpabile della luce, l’artista sembra quasi sfidare la gravitas solenne spesso associata all’arte contemporanea. Il titolo, inoltre, rispecchia la tendenza dell’artista a procedere per sottrazioni, con interventi spesso al limite dell’impercettibile, ma profondamente radicati nel contesto in cui si collocano.
 
Intervenendo su un gruppo eterogeneo e scherzoso di lampade, luci e applique, l’artista trasforma la percezione dello spazio espositivo e del corpo di chi visita la mostra, evocando assenze presentissime o corpi e storie che hanno appena lasciato il proprio posto. La mostra “Light Lights” costruisce un ambiente immersivo che si rivela progressivamente, in un’esperienza di attraversamento che suggerisce una coreografia di gesti, sguardi e movimenti, utili a riflettere sulla fugacità di incontri e momenti – luminosi o avvolti nell’oscurità – che ciascuno vive nella propria vita venendo a contatto con altre persone. Storie immaginate, sognate ad occhi aperti, sovvertite dall’ironia pungente di Stucchi e dalla sua capacità di far emergere gli aspetti più assurdi e meno visibili della vita quotidiana. Attraverso un faidaté raffinato e autoironico, venato da un sottile feticismo della minuteria e dei ferramenta, Stucchi produce sculture che rimandano alla precarietà di storie private, mettendo in discussione e decostruendo le narrazioni di genere e le rappresentazioni sociali consolidate.
 
Stucchi si è imposto all’attenzione del sistema dell’arte nazionale e internazionale per la sua capacità di rielaborare suggestioni provenienti dalla storia dell’arte e del design combinandole a intuizioni provenienti dalla moda, dalla pubblicità e allolo spazio domestico, realtà con le quali si è confrontato a più riprese e che hanno nutrito il suo immaginario. Sfruttando al massimo gli spazi dell’Ala Nio e esplorandone il potenziale esperienziale, “Light Lights” testimonia dell’inventiva di Stucchi e della sua capacità di agire nella penombra, tra luci leggere, rendendo presenti le tante assenze della vita di comunità.
 
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

 


 

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