sabato 19 luglio 2025

Luca Cipriano con I Virtuosi di San Severo il 19 luglio a Concerti d'Estate di Villa Guariglia

 I Concerti d’Estate

di Villa Guariglia

Presentano

Clarinetto     Luca Cipriano

I Virtuosi di San Severo



Info: Sabato 19 luglio ore 20,30 VILLA GUARIGLIA, Raito Vietri sul Mare

Ingresso euro 8


 

Luca Cipriano e il clarinetto secondo Weber

Sabato 19 luglio, alle ore 20,30 il clarinettista sarà ospite della XXVIII edizione de’ I Concerti d’Estate di Villa Guariglia insieme ai Virtuosi di San Severo con Riccardo Zamuner, Federica Tranzillo, Martina Iacò e Arianna Di Martino.

Elogio dei legni alla XXVIII edizione dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia. Dopo la splendida performance dei flautisti Claude Arimany ed Eduard Sanchez è il momento del clarinetto. La scelta di Antonia Willburger, direttrice artistica di questo Festival, promosso e sostenuto dalla Provincia di Salerno, organizzato dal CTA Salerno, con il patrocinio e il sostegno del Ministero della Cultura, della Provincia di Salerno, del Comune di Vietri sul Mare, del Conservatorio “Giuseppe Martucci”, della Camera di Commercio di Salerno, di Coldiretti Salerno – Campagna Amica, della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e delle ACLI Provinciali APS, è caduta su Luca Cipriano, docente di clarinetto presso il Conservatorio “A. Buzzolla” di Adria, collabora con l’Accademia Nazionale di S. Cecilia, il Teatro dell’ Opera di Roma, la Lucerne Festival Orchestra, il Teatro La Fenice di Venezia e il Teatro Petruzzelli di Bari, in qualità di primo clarinetto, corno di bassetto e clarinetto basso, membro del Parco della Musica Contemporanea Ensemble, è il fondatore insieme al clarinettista Alessandro Carbonare di un trio di clarinetti di cui è autore degli arrangiamenti (ed. Robert Martin) e con cui ha inciso il repertorio originale mozartiano per tre corni di bassetto per la rivista Amadeus. A Villa Guariglia si esibirà stasera, alle ore 20,30 assieme ai Virtuosi di San Severo, un quartetto d’ archi che schiera  Riccardo Zamuner e Federica Tranzillo al violino, Martina Iacò alla viola e Arianna Di Martino al cello. La serata principierà con l’esecuzione del Secondo Quartetto per archi, op. 13, considerato uno dei primi capolavori di Felix Mendelssohn-Bartholdy, composto tra luglio e ottobre 1827 all’età di diciotto anni.

 

 
Particolarmente attratto dagli ultimi quartetti di Beethoven, Mendelssohn decide di rifarsi a quei modelli applicando nella sua opera il principio della ciclicità, cioè il ricorso allo stesso materiale in movimenti diversi, e, nello specifico, utilizzando il suo Lied “Frage” per baritono e pianoforte, come espressamente dichiara in alcune missive scritte al musicista svedese Adolf Lindblad: “ascolterai le note del Lied risuonare nel primo e nell’ultimo movimento, e sentirai il suo sentimento in tutti e quattro”.  L’idea melodica tratta dal Lied è la base sulla quale Mendelssohn costruisce l’Adagio d’apertura; sembra poi interrompersi nell’Allegro vivace, ma riappare nel turbolento finale, Presto, per dare completezza al discorso musicale. Il motivo ricorre in forma di variazione nel secondo movimento Adagio non lento, caratterizzato da un episodio centrale in fugato, e come inversione nell’Intermezzo. Il legame di Carl Maria von Weber con Mozart è un legame di parentela. Originario di una famiglia che vantava sia origini aristocratiche che trascorsi musicali, Weber aveva una cugina, Constanze, che nel 1782 sposerà Wolfgang Amadeus Mozart. Durante il suo primo periodo di permanenza a Vienna Mozart avrà agio di approfondire la conoscenza dell’intera famiglia della futura moglie.

 


 


Il cugino di Costanze un giorno avrebbe scritto un Quintetto per clarinetto sul modello di quello che Mozart aveva composto anni prima. La ribalta sarà, quindi, per il clarinetto di Luca Cipriano protagonista del quintetto che Carl Maria von Weber compose dal 1811 al 1815 per Heinrich Barmann. L’opera è scritta essenzialmente per porre in luce le indubbie risorse di virtuoso del clarinettista, in particolare nel finale “strappa applausi”, mentre agli archi è affidato un ruolo di mero accompagnamento in una sorta di “pocket concert” scritto per deliziare il pubblico con i suoi effetti. 

 


 

Se questo giudizio è in parte condivisibile, non si può negare l’indubbio fascino esercitato da quest’opera, che è rimasta costantemente in repertorio, e che sapientemente mescola tratti preromantici, brillantezza Biedermeier e classicismo viennese. In questa pagina brilla la prestanza dello strumento a fiato, come si avverte fin dall’ avvio del primo movimento, con la lenta introduzione degli archi che preparano il brillante ingresso del clarinetto. Nel breve Adagio si compie una singolare metamorfosi, perché la Fantasia con cui intitola il movimento è una vera e propria aria da concerto. La malinconia si stempera nel Capriccio, terzo movimento che trasfigura l’ originario Minuetto in un gioco ironico dalle venature romantiche. Il finale è una girandola di virtuosismi, ben preparati dal quartetto di archi che ottemperano al ruolo, con classe ed eleganza.




COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA 

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