Stelle sopra Kaninë
Vera Grabocka regista, Timo Flloko attore- scrittore, Ermonela Jaho Soprano, Saimir Pirgu tenore Alban Skenderaj e Aurela Gaçe cantanti e Abigeila Voshtina violino
Orchestra della Radio Televisione Albanese diretta dal M° Jacopo Sipari di Pescasseroli
Valona, domenica 31 agosto, ore 20:00
Pioggia di stelle sopra Kaninë
Domenica 31 agosto, alle ore 20, il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, dirigerà il concerto dell’orchestra della televisione di Stato albanese nel cortile d’arme del millenario castello di Valona con super ospiti, Ermonela Jaho, Saimir Pirgu, Timo Flloko , Alban Skenderaj e Aurela Gaçe, per la regia di Vera Grabocka
“Kaninë, nido sulla roccia, dove la storia ha lasciato il suo segno, ogni passo porta un nome pesante, ogni pietra è memoria, è dolore silenzioso. Il vecchio castello, fiero, si erge in alto, sfidando le tempeste nei secoli passati, nella piazza attende Ismail Qemali, un uomo fra gli uomini, con onore, con dignità. Chi scala questa sacra cresta, non dimentica quel momento di quiete, con gli occhi rivolti al mare sereno, e il cuore che batte in luce dorata”. In questi pochi versi, lo schizzo di un posto magico, che ha attraversato la storia dal IV secolo a.C. giungendo fino a noi, ovvero da quando gli illiri costruirono una piccola fortezza, la quale fu distrutta durante le invasioni, ricostruita poi, per volere dell'Imperatore Giustiniano, quindi donata dalla famiglia di Elena Ducas al suo futuro marito, Manfredi di Sicilia, poi, nel 1272 inglobata nel Regno d'Albania, quindi il dominio ottomano e salvo un breve periodo di dominazione da parte della Serenissima Repubblica di Venezia, durato due anni a partire dal 1690, Canina rimase sotto il dominio ottomano per quasi 500 anni, fino all'Indipendenza dell'Albania nel 1912.
“Se parliamo delle stelle sopra Kanina – ha dichiarato la violinista albanese – dobbiamo dire per forza di Vera Grabrocka, una delle registe di maggior influenza nel mondo televisivo, la quale ha passato sulla sua pelle la transizione albanese, durata ben cinquanta anni, dal comunismo alla democrazia. Vera è una delle donne più importanti che la televisione albanese ha nel suo staff, poiché i traguardi da lei raggiunti e la sua storia, hanno dato all’Albania la possibilità di essere riconosciuta in campo internazionale. Questa reunion è un prodotto proprio della sua forza immaginativa e creativa, realizzato dove non c’era nulla, come in questo caso, dove sì ci sono le rovine del castello dove viveva la popolazione di Vlora (Valona), ma lei ha creato infrastrutture e scene per dar vita ad uno spettacolo del genere. Timo Flloko marito della Grabocha ha avuto la stessa trafila e lo ricordiamo grandissimo attore proprio durante gli anni della dittatura quando potevano essere visionati solo film in lingua albanese. Riguardo la scelta della pagina il tema iniziale della colonna sonora di Schindler’list è l’importanza della memoria, che oggi può essere racchiusa solo nella condivisione dell’emozione. Oggi si vive nell’illusione della ricerca di un senso della vita nelle cose in-differenti e non, piuttosto, che nell’evento del sentire, nell’emozione vissuta. Pensiero che sfocia nel pericolo supremo del cedere all’indifferenza del sentire, all’insensibilità emozionale, e nel non inorridire dinanzi al vuoto dell’assenza di sé, paventando la sparizione del mondo. Solo le arti possono opporsi a questo e noi da Kanina ci siamo riuniti per far rivivere le emozioni unico mezzo di dialogo e di pace”. Dopo un reading con Timo Flloko ed Ermonela, il soprano sarà Manon per l’aria finale “Sola perduta e abbandonata”, alla ricerca di una verità non più esterna, come nei primi due atti, ma del tutto interiore, un ripensamento personale, una sintesi rapida e coraggiosa di sentimenti, più che azioni, che si fondono mirabilmente in un’atmosfera spirituale irreale. Quindi, ancora la voce di Aurela, fatta di miele e di fumo, per “Hape veten”, prima di riaccogliere la Jaho la quale darà voce alla Lauretta del Gianni Schicchi, nella smancerosa oasi di commozione di “O mio babbino caro”, parodia gaglioffa del lamento. Quindi, il momento attesissimo di Alban Skenderaj, reduce dal successo milanese che duetterà anche con Timo Flloko e gran finale con Ermonela e Saimir. L’ultimo intervento dei due cantanti principierà con “Viene la sera” da Madama Butterfly, tra sogno di felicità incantevole e ingannevole, cinico, di elementare inconsapevolezza, tradotto in orchestra con scorrevolezza, precisione e leggerezza. Quindi, la Jaho sarà la Violetta perlage del brindisi di Traviata e continuerà con Rrjedh në këngë e ligjerime, sempre in duo con Pirgu, una canzone leggera albanese, seconda al 19° Festival della Canzone di RTSH nel dicembre 1980, firmata da Feim Ibrahimi Gjok Beci. Sigillo orchestrale con Jacopo Sipari, il quale si congederà con la Danza Ungherese n°5 in Sol minore di Johannes Brahms, una delle pagine più note del genio tedesco ispirato al brano Bartflai Emlék di Keler Bela.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA



Nessun commento:
Posta un commento