martedì 14 ottobre 2025

Kunst Meran Merano Arte | Le nuove mostre dell'autunno: Franz Wanner e AlpiTypes

Da Kunst Meran Merano Arte due nuove mostre inaugurano la stagione espositiva autunnale
25 ottobre 2025 - 18 gennaio 2026

Kunst Meran Merano Arte
Merano
via Portici 163, Merano

Franz Wanner
Presenze sospese
Immagini di uno sfruttamento

A cura di
Kristina Kreutzwald, Martina Oberprantacher
Con la mostra Franz Wanner – Presenze sospese. Immagini di uno sfruttamento Kunst Meran Merano Arte propone la prima personale italiana dell’artista tedesco

 

Franz Wanner, Talking Children, 2024, still. Courtesy the artist

 

Franz Wanner (Bad Tölz, 1975, vive tra Monaco e Zurigo) è interessato alle strutture di potere e ai meccanismi attraverso cui le società rimuovono il proprio passato. I suoi progetti toccano temi quali i servizi segreti tedeschi, l’industria bellica e le eredità economiche e ideologiche del nazionalsocialismo nella Germania federale. Attraverso una pratica di ricerca concettuale unisce fonti documentarie a elementi di finzione, sviluppando narrazioni complesse che riflettono sull’istituzionalizzazione dell’abitudine a distogliere lo sguardo e sui vuoti nella memoria collettiva di Germania e Alto Adige.
 
Per la sua prima personale in Italia, in corso da sabato 25 ottobre 2025 a domenica 18 gennaio 2026, Franz Wanner affronta la storia del lavoro forzato sotto il nazionalsocialismo e le implicazioni che persistono ancora nel presente.
 
A cura di Kristina Kreutzwald e Martina Oberprantacher, l’esposizione si presenta come un progetto multimediale, con installazioni, video, testi e fotografie, distribuite in un percorso che non segue una narrazione lineare, ma intreccia opere che affrontano attraverso diversi media questioni sociali e ideologiche.
 
Nel costruire il progetto espositivo, l’artista è partito da un paio di occhiali protettivi in plexiglass realizzati a mano, provenienti dall’ex campo di concentramento di Sachsenhausen, presumibilmente realizzati con residui di materiale dell’industria bellica e indossati da una lavoratrice o un lavoratore coatto. L’oggetto è assunto come simbolo di sopravvivenza, autodeterminazione e resistenza, ma anche di oblio collettivo.
 
Sviluppato nel 1933 dalla ditta Röhm & Haas, il plexiglass è al centro della mostra. In serie come Schatten I–III [Ombre I–III] (2024/2025), Wanner utilizza vecchi oggetti dismessi realizzati con questo materiale, come teche espositive e scudi antisommossa della polizia, trasformati dall’artista in metafore della violenza istituzionale e del controllo statale.
 
Con la serie Musterfolien [Tavole modello] (2024/25), Wanner propone combinazioni di testi e immagini in cui fotografie di luoghi oggi deserti, in passato sede di lavoro coatto, sono accostate al racconto di fatti storici. Con Musterbuch [Campionario] (2025), Wanner guarda anche alla storia dell’Alto Adige, ricordando il Lager di Bolzano e i suoi sottocampi, tra cui uno a Merano, nel periodo della cosiddetta “Zona di Operazione Prealpi”. Attraverso documenti d’archivio, viene messo in luce lo sfruttamento del lavoro forzato sul territorio.

Anche nel linguaggio video Wanner unisce documentario e finzione. In Berlin-Lichtenberg (2024) manipola pellicole in 16 mm girate nel 1943, rivelando come il lavoro forzato fosse parte integrante del paesaggio urbano. Con Mind the Memory Gap (2022), invece, ironizza sul revisionismo e sulle strategie di autoassoluzione delle aziende tedesche che cercano di rimuovere il proprio passato nazista.
 
La mostra nasce in collaborazione con la Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco e con il KINDL di Berlino.

  

Tommaso Capobianco, Bonazza Modern, unibz 2023. Font ispirato ai caratteri tipografici di un poster di Luigi Bonazza

 

 AlpiTypes
lettere immagini tracce

A cura di
Antonino Benincasa, Massimo Martignoni, Anna Zinelli

Kunst Meran Merano Arte presenta AlpiTypes, un progetto espositivo dedicato alla rilettura contemporanea della grafica applicata sviluppata nella prima metà del Novecento nell’area alpina dell’Euregio (attuali Trentino, Alto Adige/Südtirol e Tirolo austriaco).
 
AlpiTypes. lettere immagini tracce è la nuova mostra di Kunst Meran Merano Arte dedicata alla grafica applicata e alla reinterpretazione contemporanea di alcuni caratteri tipografici ricorrenti nel territorio attualmente corrispondente ad Alto Adige, Tirolo e Trentino. La mostra è aperta da sabato 25 ottobre 2025 a domenica 18 gennaio 2026.
 
Il progetto nasce da una ricerca condotta dai professori Antonino Benincasa e Massimo Martignoni insieme a un gruppo di studentesse e studenti della Libera Università di Bolzano del Corso di laurea in Design e Arti, e con la co-curatela di Anna Zinelli.
 
Il progetto prende avvio dallo studio della produzione grafica di altissima qualità, tratta da manifesti, libri, riviste e altri stampati della prima metà del Novecento. Gli autori di queste grafiche non erano figure isolate, ma parte di un contesto dinamico e transfrontaliero, attraversato da stimoli provenienti da differenti aree geografiche e influenzato da culture diverse ma comunicanti, anche in anni in cui le dittature non avrebbero voluto che lo fossero.
 
A partire dal primo Novecento e nei decenni immediatamente successivi, insieme alla crescita del turismo legato alla montagna si avvia un’intensa produzione di guide, riviste, locandine, dépliant e poster.  Ai font graziati si iniziano a preferire i "Sans-Serif”, caratteri lineari privi di “grazie” (tratti ornamentali ai piedi o alla testa) che meglio si prestavano a esigenze funzionali legate alla comunicazione pubblicitaria.
 
La capacità di penetrazione delle istanze del movimento moderno non sempre risulta chiaramente leggibile nelle iconografie, in cui si incontrano spesso visioni stereotipate del territorio o tematiche dettate dalla propaganda di regime. Adottando un punto di vista diverso, e spostando l’attenzione dalle immagini ai caratteri adottati, emerge con forza l’attenzione a correnti stilistiche europee, che spaziavano dalla Secessione Viennese allo Jugendstil, dal Bauhaus al Razionalismo, dalle avanguardie storiche alla rivoluzione grafica degli anni ’30. I caratteri, molto più delle immagini, mostrano una presenza capillare e costante di riferimenti internazionali, che è stata fin qui ignorata o sottostimata dalla storiografia critica.
 
Partendo dai suggerimenti proposti dal lettering (in molti casi alfabeti appena abbozzati se non del tutto incompleti), le studentesse e gli studenti hanno ricostruito con grande perizia i caratteri mancanti. Grazie a questo intervento di “archeologia tipografica” sono emersi la precisione artigianale, il valore estetico e l’espressione avanguardistica della produzione grafica locale.
 
Durante il periodo della mostra sono previsti incontri di approfondimento e workshop rivolti a un pubblico ampio, con l’obiettivo di stimolare un confronto attivo sulle pratiche del disegno tipografico. I laboratori offriranno l’opportunità di sperimentare in prima persona la creazione di font, sia attraverso strumenti digitali, sia con tecniche analogiche. Sarà l’occasione per avvicinarsi al processo progettuale e comprendere le logiche che guidano la costruzione di un carattere, dalla forma delle lettere alla loro applicazione nello spazio grafico.
 
AlpiTypes adotta un metodo innovativo che unisce ricerca storica, ricostruzione digitale e applicazione progettuale, con un lavoro di archeologia tipografica che non si limita al recupero dell’eredità storica, ma propone una riattivazione di materiali del passato e una loro rilettura in chiave contemporanea.
 
È prevista la pubblicazione di un catalogo edito da FranzLAB.

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA 

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