martedì 11 novembre 2025

NUOVI SGUARDI FOTOGRAFICI - AL THE SPARK A NAPOLI


"Classe 2001, sono un fotografo di strada, con un profondo interesse anche per la Fotografia sperimentale, mosso anche dal desiderio di prendere spunto sia dal Cinema che dalla Pittura.

Provengo da studi accademici in ambito cinematografico, ed è stato proprio il cinema che mi ha avvicinato alla Fotografia, per la componente visiva che condividono.


Appassionato di storie raccontate per immagini sin da bambino, le arti visive mi hanno aiutato a sviluppare una propria visione del mondo che oggi, grazie alla Fotografia, provo a condividere. Cerco di esprimermi anche scrivendo storie per il Cinema, primo amore artistico che mi accompagna da sempre.


 


La Persistenza del Tempo: Identità e Memoria

Il progetto “La persistenza del Tempo: Identità e Memoria” nasce da un uso del tutto inconsapevole del mezzo, senza una pianificazione a priori che mi facesse pensare di poter esporre questi scatti.

L’idea che mi sono fatto, dopo aver ottenuto le foto nel giro di 9/10 mesi, è quello di voler esprimere il concetto di tempo persistente, ovvero il divenire dell’uomo e dello spazio in cui si muove, attraverso un passaggio o un movimento.
Questo “movimento” è presente negli scatti tramite il mosso che altera e distorce i soggetti.
La distorsione delle forme crea inevitabilmente una crisi identitaria dell’essere umano, inteso sia come singolo che come collettivo, sottolineando la sua natura cangiante, generata dal flusso della durata.
Il cambiamento non è solo estetico, ma anche e soprattutto interiore.
In questo senso il progetto si divide per la prima parte in due sezioni: quella del singolo e quella della collettività.

Tre scatti che presentano un singolo soggetto in un ambiente chiuso, per la precisione due ambienti domestici e un ambiente sacro che fa pensare ad una chiesa, posti a forma di triangolo per evidenziare un ciclo vitale.
Gli altri tre scatti mostrano un insieme di persone in un contesto pubblico, che alludono al caos della contemporaneità, generando un senso di disorientamento nella vita di tutti i giorni.
I restanti quattro scatti verticali aggiungono alla questione della fragilità identitaria anche la dissoluzione della memoria umana e fotografica, in quanto sono scene che potrebbero alludere ad un ricordo affievolito, a cui non si riesce ad accedere totalmente.
In questo caso la fotografia non ha la funzione di testimoniare la presenza e il reale, ma l’assenza e l’invisibile.
La fragilità della memoria umana corrisponde ai limiti del mezzo fotografico, che per oltre un secolo ha avuto la funzione di memoria storica.
Qui anziché esaltare la sua potenza espressiva viene sottolineata la sua deformazione, in quanto ho ottenuto queste immagini in contesti di scarsa illuminazione.

Tirando le somme il progetto è il tentativo di dare una mia personale visione, ispirato da un certo stile pittorico, ad un tema che mi ossessiona da sempre: quello del Tempo."

 (Federico Napolitano)

 

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

 


Nessun commento:

Posta un commento