Una settimana di aperture speciali, mostre e incontri che intrecciano le tre principali linee di attività della Collezione: Interferenze, Confluenze e i Quaderni di Fisica e Metafisica
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| Gala Porras-Kim, Non-consenting collaborators, 2025. Veduta d’installazione, Fondazione Cerruti, Rivoli-Torino. Courtesy l’artista. Ph. Luca Vianello e Silvia Mangosio |
In occasione della Torino Art Week 2025, la Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte si afferma come una delle istituzioni protagoniste del circuito cittadino con una programmazione che intreccia i tre assi portanti su cui si fonda la vitalità contemporanea della Collezione.
Interferenze, programma avviato nel 2024, trasforma la casa-museo in un laboratorio dialogico, grazie all’intervento di un artista contemporaneo tra le sale della Collezione, inserendosi nel suo palinsesto storico. Confluenze è il dispositivo espositivo che, attraverso prestiti mirati di opere iconiche, accende nuove letture della Collezione Cerruti. Le opere ospiti entrano in dialogo con i capolavori della casa-museo, generando cortocircuiti di senso e nuove traiettorie di interpretazione. E infine la collana, edita da Allemandi e curata nei suoi primi tre numeri da Andrea Cortellessa, i Quaderni di Fisica e Metafisica mette in scena la forma editoriale della Collezione Cerruti, che agisce come organismo vivo e di cui ogni volume è un esercizio critico che unisce indagine scientifica e riflessione filosofica, con il contributo di scrittori e artisti.
Nella grande settimana dell’arte, un calendario articolato di mostre, prestiti, incontri e aperture straordinarie trasforma la casa-museo in un luogo di dialogo tra memoria e contemporaneità, in continuità con la visione del collezionista Francesco Federico Cerruti.
CALENDARIO APPUNTAMENTI
Interferenze | Alessandra Ferrini
Dal 25 settembre 2025 al 25 gennaio 2026
Presentazione dell’opera video Unsettling Genealogies (2024) di Alessandra Ferrini (Firenze, 1984), indagine critica sulle eredità del colonialismo e del fascismo, in dialogo con i temi del terzo dei Quaderni di Fisica e Metafisica.
Confluenze | Giacomo Balla
Dal 25 settembre 2025 al 25 gennaio 2026
Bambina x balcone (1912), capolavoro proveniente dalla GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano si unisce alle cinque opere di Balla in Collezione Cerruti, che per l’occasione vengono riallestite.
Interferenze | Gala Porras-Kim
Dal 30 ottobre 2025 al 22 marzo 2026
Non-consenting Collaborators è una nuova commissione di Gala Porras-Kim (Bogotà, 1984) realizzata in collaborazione con il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. L’artista, già coinvolta nel secondo numero dei Quaderni di Fisica e Metafisica, sposta opere e oggetti tra la Villa e il Castello, creando nuove connessioni tra l’intimità domestica e lo status istituzionale.
Interferenze | Enrico David
Dal 30 ottobre 2025 al 22 marzo 2026
In collaborazione con il Castello di Rivoli, la mostra Domani Torno di Enrico David (Ancona, 1966) prevede lo spostamento, dalla Collezione Cerruti alla Manica Lunga del Castello, di una selezione di opere che saranno temporaneamente sostituite nella casa-museo da nuove opere dell’artista.
Public Programme | Quaderni di fisica e metafisica
Sabato 1 novembre 2025 alle ore 14 presso il Teatro del Castello di Rivoli, si terrà una conversazione con Andrea Cortellessa, l’artista Alessandra Ferrini, lo storico dell’arte Giorgio Di Domenico e la Responsabile Collezione, Programma e Strategia della Fondazione Cerruti Francesca Bertolotti-Bailey, per il lancio del terzo Quaderno intitolato La forma dell’Italia.
A seguire dalle ore 15 alle 18, presso il ristorante del Castello di Rivoli si terrà una maratona di conversazioni d’artista alla quale parteciperà l’artista Gala Porras-Kim in dialogo con Francesca Bertolotti-Bailey, Responsabile Collezione, Programma e Strategia della Fondazione Cerruti, alle 15.30.
ULTIMO APPUNTAMENTO DURANTE LA TORINO ART WEEK
domenica 2 novembre, apertura ore 11.45 – 17.45
Visite guidate su prenotazione con turni 11.45, 13.15, 14.45, 16.15
Alla Collezione Cerruti si accede con navetta dedicata che parte negli orari sopra indicati dal piazzale antistante al Castello di Rivoli. I biglietti per la Collezione Cerruti sono acquistabili esclusivamente online www.fondazionecerruti.org
Ingresso gratuito per i possessori di VIP Card, Professional Card e Press Pass di Artissima, con ritiro del biglietto omaggio presso la biglietteria del Castello di Rivoli.
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| Enrico David, Domani torno, 2025. Veduta d’installazione, Fondazione Cerruti, Rivoli-Torino. Courtesy l’artista e Michael Werner Gallery. Ph. Luca Vianello e Silvia Mangosio |
INTERFERENZE: Alessandra Ferrini, Gala Porras-Kim, Enrico David
Frequenze contemporanee nella casa-museo
Avviato nel 2024, il programma Interferenze introduce opere di artisti contemporanei all’interno delle sale della Collezione Cerruti, generando “disturbi creativi” e innescando dialoghi inattesi tra patrimonio storico e presente. Questi interventi, prodotti in dialogo con le mostre del Castello di Rivoli o con i contenuti dei Quaderni di Fisica e Metafisica, creano cortocircuiti tra passato e presente, restituendo al pubblico nuove prospettive di lettura.
Interferenze fa emergere la Collezione come spazio dinamico, in continuo confronto: la casa del collezionista diventa laboratorio, dove il patrimonio storico accoglie le tensioni. Il progetto rivela la collezione come uno spazio vivo, attraversato da possibilità e domande. Questa apertura permette di ripensare la storia della cultura, accogliendo gli impulsi del presente e le tensioni dell’arte contemporanea nell’ambito delle linee storiche raccolte da Cerruti.
Alessandra Ferrini, Unsettling Genealogies
Da giovedì 25 settembre 2025 a domenica 25 gennaio 2026
Villa Cerruti
L’opera video Unsettling Genealogies (2024) di Alessandra Ferrini (Firenze, 1984) propone un’indagine critica sulle eredità del colonialismo e del fascismo, che anticipa il suo contributo al terzo Quaderno, La forma dell’Italia.
Unsettling Genealogies nasce dalla ricerca a lungo termine condotta da Alessandra Ferrini sulla storia delle istituzioni culturali italiane. L’opera intreccia vicende familiari e narrazioni storiche, interrogando il rapporto tra estetica, ideologia e propaganda, attivando un’attenta riflessione sulla storia coloniale, le classi sociali, l’imperialismo europeo e l’eredità del fascismo. In particolare, l’artista esamina la politica culturale del fascismo italiano e il suo duraturo investimento nelle arti, mettendo in luce la relazione tra estetica, ideologia e propaganda.
Il punto di partenza dell’opera è una fotografia che ritrae Giuseppe Volpi, conte di Misurata, imprenditore e politico italiano, durante l’inaugurazione della Terza Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nel 1935. In quell’edizione fu istituita la Coppa Volpi, premio alla miglior attrice e al miglior attore, intitolato proprio al conte di Misurata, allora presidente della Biennale di Venezia e figura di spicco del Partito Nazionale Fascista, nonché ex ministro delle finanze del governo Mussolini. Volpi ricoprì inoltre un ruolo centrale nella brutale repressione della resistenza anticoloniale in Libia, che culminò nel genocidio dell’ordine senussita alla fine degli anni Venti. La Coppa Volpi viene tuttora assegnata, pur conservando il nome di un politico fascista italiano.
Questa immagine d’archivio ha innescato una riflessione sull’origine della Mostra del Cinema di Venezia, fondata nel 1932 dallo stesso Volpi, insieme ad Antonio Maraini e Luciano De Feo, ma anche sulla gestione della Biennale d’Arte di Venezia da parte di Maraini e Volpi durante il regime fascista. Antonio Maraini, scultore e politico, fu direttore della Biennale d’Arte tra il 1928 e il 1942. Tre membri della famiglia Ferrini – una prozia, la nonna e il nonno – lavorarono presso la tenuta di Maraini a Firenze negli anni Trenta e Quaranta come personale di servizio.
Attraverso archivi personali e storici, Ferrini fa emergere microstorie individuali accanto a narrazioni storiche dimenticate o rimosse, mettendo in scena una tensione tra la sfera pubblica e quella domestica. Per sottolineare questa relazione tra memoria individuale e collettiva, il video Unsettling Genealogies è stato girato all’interno di un’installazione composta da due ambienti ispirati alla fotografia d’archivio dell’inaugurazione della Mostra del Cinema: uno richiama uno spazio domestico, mentre l’altro presenta grandi riproduzioni di immagini d’archivio di spazi istituzionali.
Alessandra Ferrini è un’artista, ricercatrice ed educatrice italiana residente nel Regno Unito. La sua pratica indaga le eredità persistenti del colonialismo e del fascismo italiano, con particolare attenzione alla rete storica e attuale di relazioni tra l’Italia, l’area mediterranea e il continente africano. Il suo lavoro si sviluppa tra immagine in movimento, installazione e lecture-performance, oltre che nella scrittura, editoria e didattica. Le sue opere sono state esposte in mostre collettive e programmi cinematografici internazionali. Nel 2022 ha vinto il Maxxi Bulgari Prize e ha partecipato all’Esposizione Internazionale della 60ª Biennale d’Arte di Venezia (2024).
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| Gala Porras-Kim, Non-consenting collaborators, 2025. Veduta d’installazione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino. Courtesy l’artista. Ph. Luca Vianello e Silvia Mangosio |
INTERFERENZE: Alessandra Ferrini, Gala Porras-Kim, Enrico David
Frequenze contemporanee nella casa-museo
Avviato nel 2024, il programma Interferenze introduce opere di artisti contemporanei all’interno delle sale della Collezione Cerruti, generando “disturbi creativi” e innescando dialoghi inattesi tra patrimonio storico e presente. Questi interventi, prodotti in dialogo con le mostre del Castello di Rivoli o con i contenuti dei Quaderni di Fisica e Metafisica, creano cortocircuiti tra passato e presente, restituendo al pubblico nuove prospettive di lettura.
Interferenze fa emergere la Collezione come spazio dinamico, in continuo confronto: la casa del collezionista diventa laboratorio, dove il patrimonio storico accoglie le tensioni. Il progetto rivela la collezione come uno spazio vivo, attraversato da possibilità e domande. Questa apertura permette di ripensare la storia della cultura, accogliendo gli impulsi del presente e le tensioni dell’arte contemporanea nell’ambito delle linee storiche raccolte da Cerruti.
Alessandra Ferrini, Unsettling Genealogies
Da giovedì 25 settembre 2025 a domenica 25 gennaio 2026
Villa Cerruti
L’opera video Unsettling Genealogies (2024) di Alessandra Ferrini (Firenze, 1984) propone un’indagine critica sulle eredità del colonialismo e del fascismo, che anticipa il suo contributo al terzo Quaderno, La forma dell’Italia.
Unsettling Genealogies nasce dalla ricerca a lungo termine condotta da Alessandra Ferrini sulla storia delle istituzioni culturali italiane. L’opera intreccia vicende familiari e narrazioni storiche, interrogando il rapporto tra estetica, ideologia e propaganda, attivando un’attenta riflessione sulla storia coloniale, le classi sociali, l’imperialismo europeo e l’eredità del fascismo. In particolare, l’artista esamina la politica culturale del fascismo italiano e il suo duraturo investimento nelle arti, mettendo in luce la relazione tra estetica, ideologia e propaganda.
Il punto di partenza dell’opera è una fotografia che ritrae Giuseppe Volpi, conte di Misurata, imprenditore e politico italiano, durante l’inaugurazione della Terza Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nel 1935. In quell’edizione fu istituita la Coppa Volpi, premio alla miglior attrice e al miglior attore, intitolato proprio al conte di Misurata, allora presidente della Biennale di Venezia e figura di spicco del Partito Nazionale Fascista, nonché ex ministro delle finanze del governo Mussolini. Volpi ricoprì inoltre un ruolo centrale nella brutale repressione della resistenza anticoloniale in Libia, che culminò nel genocidio dell’ordine senussita alla fine degli anni Venti. La Coppa Volpi viene tuttora assegnata, pur conservando il nome di un politico fascista italiano.
Questa immagine d’archivio ha innescato una riflessione sull’origine della Mostra del Cinema di Venezia, fondata nel 1932 dallo stesso Volpi, insieme ad Antonio Maraini e Luciano De Feo, ma anche sulla gestione della Biennale d’Arte di Venezia da parte di Maraini e Volpi durante il regime fascista. Antonio Maraini, scultore e politico, fu direttore della Biennale d’Arte tra il 1928 e il 1942. Tre membri della famiglia Ferrini – una prozia, la nonna e il nonno – lavorarono presso la tenuta di Maraini a Firenze negli anni Trenta e Quaranta come personale di servizio.
Attraverso archivi personali e storici, Ferrini fa emergere microstorie individuali accanto a narrazioni storiche dimenticate o rimosse, mettendo in scena una tensione tra la sfera pubblica e quella domestica. Per sottolineare questa relazione tra memoria individuale e collettiva, il video Unsettling Genealogies è stato girato all’interno di un’installazione composta da due ambienti ispirati alla fotografia d’archivio dell’inaugurazione della Mostra del Cinema: uno richiama uno spazio domestico, mentre l’altro presenta grandi riproduzioni di immagini d’archivio di spazi istituzionali.
Alessandra Ferrini è un’artista, ricercatrice ed educatrice italiana residente nel Regno Unito. La sua pratica indaga le eredità persistenti del colonialismo e del fascismo italiano, con particolare attenzione alla rete storica e attuale di relazioni tra l’Italia, l’area mediterranea e il continente africano. Il suo lavoro si sviluppa tra immagine in movimento, installazione e lecture-performance, oltre che nella scrittura, editoria e didattica. Le sue opere sono state esposte in mostre collettive e programmi cinematografici internazionali. Nel 2022 ha vinto il Maxxi Bulgari Prize e ha partecipato all’Esposizione Internazionale della 60ª Biennale d’Arte di Venezia (2024).
Gala Porras-Kim, Non-Consenting Collaborators
Da giovedì 30 ottobre 2025 a domenica 22 marzo 2026
Villa Cerruti e Stanza 17, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Il progetto di Gala Porras-Kim (Bogotá, Colombia, 1984) nasce dall’idea che gli oggetti che vediamo nelle collezioni siano il risultato dell’intervento di molteplici attori, alcuni dei quali “collaboratori non consenzienti”: gli artisti che creano le opere, i collezionisti che ne definiscono il contesto e i curatori, i registrar, e i conservatori-restauratori che ne determinano oggi la catalogazione, la presentazione e la cura. Nel contesto di Villa Cerruti questo aspetto è acuito dalla disposizione testamentaria che impone di non modificare la posizione delle opere rispetto all’allestimento originario stabilito dal collezionista, creando una mise-en-scène che incorpora tanto le opere da lui acquisite quanto gli arredi che le circondano.
Gala Porras-Kim agisce su questi diversi livelli interpretativi, generando spostamenti di significato che mettono in relazione la dimensione teatralmente domestica di Villa Cerruti con il quadro museologico del Castello di Rivoli. La mostra si sviluppa in due sedi e riflette sulle forme di autorialità e sui confini mutevoli tra opere, oggetti e contesti che ne influenzano la percezione.
L’opera Understudies si concentra su un’area raramente visibile della Collezione Cerruti: gli oggetti della cucina della casa-museo – uno spazio non più (o forse mai) utilizzato per la preparazione del cibo e solitamente escluso dalla vista del pubblico. Gli oggetti normalmente conservati negli armadi e cassetti di questa stanza vengono trasferiti al Castello di Rivoli, dove lo spostamento li ridefinisce temporaneamente come opere d’arte.
Al Castello, gli oggetti sono presentati in un allestimento che riproduce la disposizione originaria. Il contesto architettonico è ridotto a una struttura essenziale: riconoscibile ma priva di funzione. Una fotografia dell’ambiente originario fornisce un punto di riferimento visivo.
A Villa Cerruti, la cucina svuotata viene riempita con oggetti sostitutivi provenienti dai depositi della collezione principale e resa accessibile ai visitatori. Nel linguaggio teatrale, un understudy è l’attore che impara la parte di un altro per essere pronto a sostituirlo in scena. Qui sono gli oggetti ad assumere quel ruolo, sovvertendo con discrezione le convenzioni istituzionali.
Gli oggetti della cucina, finora non catalogati, confluiscono in un nuovo catalogo concepito come un elenco dei materiali dell’installazione e complementare al progetto complessivo. Né opere ufficiali della collezione né materiali di scarto, questi oggetti abitano una categoria sospesa – manufatti la cui invisibilità deriva dal loro stato transitorio. Il catalogo, insieme alle didascalie, costituisce un livello essenziale dell’intervento, estendendo il linguaggio istituzionale della conservazione e della gestione museale nel campo dell’autorialità artistica.
Un secondo intervento si concentra su Concetto spaziale, Attese (1965) di Lucio Fontana, esposto a Villa Cerruti in una cornice dorata scelta personalmente da Francesco Federico Cerruti, con un vetro protettivo aggiunto più recentemente a scopo conservativo. L’opera è presentata in due parti – il dipinto e la cornice con il vetro – affiancate come un dittico.
Il gesto rivela quattro livelli intrecciati di autorialità:
– Lucio Fontana, l’artista del dipinto;
– Francesco Federico Cerruti, il collezionista che ha imposto la propria estetica attraverso la cornice;
– Luisa Mensi, la restauratrice che ha suggerito le misure di protezione per l’opera sia in Villa sia al Castello;
– Gala Porras-Kim, l’artista che rende visibile questo intreccio separandone i diversi elementi.
Durante la mostra, il dittico sarà protetto da un pannello trasparente in acrilico anti-UV fissato alla parete. Tuttavia, durante la prima settimana di esposizione il dipinto sarà presentato da solo, separato dal quadro concettuale del lavoro di Porras-Kim, mentre la cornice e il vetro rimarranno a Villa Cerruti. In questo periodo l’opera sarà sorvegliata da una guardia che garantirà la distanza di sicurezza tra i visitatori e il dipinto.
In questa sequenza di gesti, il dipinto di Fontana si concede una pausa dai suoi costumi formali e concettuali imposti da Cerruti, Mensi e Porras-Kim. La sua fugace emancipazione dallo script della Fondazione viene immediatamente riassorbita in altri quadri – quello della cura del Castello e quello dell’intervento dell’artista – rivelando ancora una volta la complessa rete di contributi autoriali che circondano l’opera.
Gala Porras-Kim è un’artista interdisciplinare che vive tra Los Angeles e Londra. Attraverso disegno, scultura e installazione, la sua ricerca esplora come musei e istituzioni conservano, interpretano e attribuiscono significato ai manufatti culturali, interrogando la relazione tra oggetti, tempo e contesto. Ha svolto residenze presso il Getty Research Institute di Los Angeles e il Radcliffe Institute di Harvard, ed è stata recentemente fellow all’American Academy in Rome. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche, tra cui MoMA, Tate e Whitney Museum, e sono state esposte al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh, al Leeum Museum di Seul e al Museo Universitario de Arte Contemporáneo di Città del Messico.
Enrico David, Domani Torno (I Am Back Tomorrow)
Da giovedì 30 ottobre 2025 a domenica 22 marzo 2026
Villa Cerruti e Manica Lunga, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Guidata da una ricerca esistenziale, onirica, a tratti comico-grottesca, la pratica di Enrico David (Ancona, 1966) abbraccia pittura, ricamo, disegno e scultura. La sua storia familiare, radicata nell’industria del design e dell’arte applicata, ha contribuito alla varietà dei linguaggi e delle tecniche che caratterizzano la sua produzione. Le sue opere indagano la figura umana intesa come metafora della trasformazione. Il corpo e i volti, colti in una condizione di instabilità, tra figurazione e astrazione, rappresentano per l’artista l’espressione fisica perturbata della condizione interiore dell’individuo contemporaneo.
Domani torno è il titolo della mostra di Enrico David al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, a cura di Marianna Vecellio. La mostra, allestita nello spazio della Manica Lunga, include una selezione di opere di Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Natalia Goncharova, Giacomo Manzù e Francis Picabia, provenienti dalla Collezione Cerruti. L’artista descrive questi lavori come delle didascalie che guidano alla decodifica delle sue opere, facendo riferimento all’etimologia della parola ‘didascalia’, connessa all’istruzione, e all’atto di mostrare e indicare.
A Villa Cerruti, Enrico David interviene nella Sala della Musica e nella Camera della Madre con tre opere, di cui una inedita: After Birth 2 (Post-natale II), 2013, Sofia III, 2025, e Untitled (Senza titolo), 2024.
Nel bronzo After Birth 2 (Post-natale II), 2013, una testa umana è incorporata nel disegno lineare continuo che dà forma a una sedia di proporzioni ridotte. Il corpo, colto in un processo di metamorfosi, si ibrida con elementi di arredo, trasformando l’opera in un oggetto disfunzionale.
Il dipinto Sofia III, 2025, costituisce un possibile punto d’approdo, una destinazione provvisoria, del busto You are her (Tu sei lei), 2025, esposto in Domani torno presso il Castello di Rivoli. Il disegno, per David, viene assunto a modello della scultura, una forma utile a capire come anatomizzare il corpo per farlo stare in piedi.
In Untitled (Senza titolo), 2024, un teatrino di figure ospita un’eterogeneità di linguaggi e una varietà di materiali, tra cui – oltre ad elementi metallici, in legno e un ritratto a matita – è possibile scorgere le spugne del Mar Adriatico. Ancona, la sua città natale, rappresenta per l’artista il luogo geografico dello smarrimento, una realtà viscerale in cui è possibile diventare sconosciuti a se stessi.
Inoltre, in un intervento squisitamente curatoriale, l’artista recupera dai depositi della Fondazione una serie di bambole antiche, tra cui una marionetta della commedia dell’arte e una bambola automa carillon, e le riposiziona all’interno della Villa, dove Francesco Federico Cerruti le aveva originariamente conservate.
Enrico David vive e lavora a Londra. Frutto di molteplici linguaggi, come la pittura, l’arazzo, il disegno e la scultura, il lavoro di David esplora il tema della figura umana intesa come metafora della trasformazione. Mostre personali recenti includono: Enrico David. The Soul Drains the Hand, White Cube, Parigi (2025); Enrico David – Destroyed Men Come and Go, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2023); Enrico David: Gradations of Slow Release, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, D.C. e Museum of Contemporary Art, Chicago (2018); Enrico David: Fault Work, Sharjah Art Foundation, Sharjah (2016); Enrico David, Collezione Maramotti, Reggio Emilia (2015). Mostre collettive recenti includono: A Vanished Wholeness, Modern Art, Paris (2025); Italian Painting Today, Triennale di Milano, Milan (2023); ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); Untitled 2020, Palazzo Grassi, Punta della Dogana, Venezia (2020); Natures, Natural and Unnatural (from the collection of V-A-C), The Whitechapel, Londra (2015). Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, nel 2019 per il Padiglione Italia, nel 2013 e nel 2003.

Enrico David, Domani torno, 2025. Veduta d’installazione, Fondazione Cerruti, Rivoli-Torino. Courtesy l’artista. Ph. Luca Vianello e Silvia Mangosio
CONFLUENZE: Giacomo Balla
Prestiti e riletture nella Collezione Cerruti
Da giovedì 25 settembre 2025 a domenica 25 gennaio 2026
Villa Cerruti
Con il programma Confluenze la Collezione Cerruti avvia una serie di mostre dossier che nascono da prestiti e scambi con altre istituzioni.
Il primo appuntamento porta a Villa Cerruti uno dei capolavori più iconici di Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958), Bambina x balcone (1912), proveniente dalla GAM, Galleria d’Arte Moderna di Milano. L’opera dialoga con cinque lavori di Balla già in Collezione, per l’occasione riallestiti in nuovi ambienti, offrendo una lettura trasversale della sua ricerca: dai pastelli giovanili (La Seducente, Via Po) alla stagione futurista (Velocità astratta, Orbite celesti) fino al Piccolo Autoritratto del 1920.
La presenza del dipinto in Villa Cerruti illumina uno degli artisti più rappresentativi della Collezione. L’opera della GAM di Milano del 1912 si inserisce nell’arco produttivo tra il 1902 e il 1920, che comprende le cinque opere di Giacomo Balla acquistate da Francesco Federico Cerruti, che ne testimoniano l’ampiezza di ricerca: dagli esordi realisti e divisionisti fino alle sperimentazioni futuriste.
La bambina ritratta è la figlia maggiore dell’artista, Luce, colta mentre corre sul balcone della casa in via Parioli a Roma. La sequenza ritmica dei passi e la ripetizione della figura restituiscono la percezione del movimento.
Nei pastelli La Seducente (Enrichetta) (1902) e Via Po (1904), Balla esplora invece la resa luminosa, legata alla sua passione per la fotografia, ereditata dal padre e coltivata negli anni di formazione torinese. Nel segno rapido e sciolto emerge una declinazione personale del divisionismo, capace di cogliere vibrazioni luminose e varietà materiche.
Con Velocità astratta (1913), tra i capolavori della Collezione Cerruti, Balla intensifica la sua indagine sul dinamismo: al ritmo cinetico dei passi della bambina si affianca ora il tema della velocità, incarnato dall’automobile come simbolo della modernità futurista. Nello stesso anno, osservando dal balcone il cielo notturno, dedica alla rotazione degli astri il dipinto Orbite celesti, che traduce la traiettoria orbitale in uno spazio rarefatto, definito da velature azzurre e violacee dal timbro quasi pastellato.
Il percorso si chiude con il Piccolo autoritratto (1920 ca.), parte di un corpus di circa novanta autoritratti. realizzati dall’artista: esercizi, in forma pittorica o scritta, che documentano il passare del tempo, le variazioni di energia e i mutamenti interiori. In questo caso è la stessa firma “Balla Futurista” a sostituire il volto, trasformando il segno in immagine: tavole parolibere e intrecci di testo e disegno che rivelano la libertà radicale di un artista poliedrico e metamorfico.
Confluenze è un dispositivo di rilettura, in cui ogni opera ospite attiva nuove relazioni e apre a una visione dinamica della casa-museo.
QUADERNI DI FISICA E METAFISICA
La rivista della Collezione. La Collezione come laboratorio di pensiero
17 dicembre 2025, ore 18.30, Museo Bagatti Valsecchi, Milano.
Terza e ultima conferenza sulla Morale della collezione affrontata nel secondo numero dei Quaderni di Fisica e Metafisica.
I Quaderni di Fisica e Metafisica sono una rivista di approfondimento edita da Allemandi, dedicata a temi legati alla Collezione Cerruti. I primi tre numeri sono curati dal critico e saggista Andrea Cortellessa, cui si deve anche la concezione del titolo e l’impostazione sul doppio registro. I Quaderni affrontano ogni volta un tema specifico, da una duplice prospettiva:
la “fisica”, in quanto analisi scientifica, filologica e storica delle opere,
la “metafisica”, come riflessione filosofica e narrativa.
Il titolo della collana omaggia Giorgio de Chirico, tra gli artisti più amati da Cerruti, di cui la Collezione conserva dieci dipinti.
I primi due Quaderni pubblicati sono: Alchimie del colore (novembre 2024), un’analisi dei pigmenti in manoscritti e incunaboli della Collezione, con saggi di storici dell’arte e chimici, il racconto inedito di Tiziano Scarpa e un contributo dell’artista Mark Leckey; Morale della collezione (maggio 2025) che indaga la fenomenologia del collezionista contemporaneo con testi di Michele Mari, Giuseppe Garrera, Elio Grazioli, Marco Vallora e un intervento dell’artista Gala Porras-Kim.
Il terzo numero, La forma dell’Italia, in uscita a novembre, in occasione di Artissima, affronta l’argomento da diverse prospettive includendo saggi di Raffaele Bedarida e Stefano Chiodi, un racconto inedito di Helena Janeczek e un contributo dell’artista Alessandra Ferrini.
I Quaderni sono accompagnati da un ciclo di conferenze volto a presentare e approfondire i temi trattati nei volumi. I primi appuntamenti si sono svolti dall’autunno 2024 al Teatro del Castello di Rivoli, alla Biblioteca Nazionale di Roma, al Salone del Libro di Torino, alla Fondazione Zeri di Bologna e a Villa Cerruti.
Sabato 1 novembre 2025 presso il Teatro del Castello di Rivoli, si terrà una conversazione con Andrea Cortellessa, l’artista Alessandra Ferrini, lo storico dell’arte Giorgio Di Domenico e Francesca Bertolotti-Bailey, Responsabile Collezione, Programma e Strategia della Fondazione Cerruti, per il lancio del terzo Quaderno intitolato La forma dell’Italia.
Mercoledì 17 dicembre 2025, invece, il Museo Bagatti Valsecchi di Milano ospiterà una nuova conferenza dedicata alla Morale della collezione con interventi del saggista Marco Belpoliti e dell’artista Flavio Favelli in dialogo con Andrea Cortellessa.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA



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